La Festa D'autunno

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Prima di uscire per andare a scuola, quella mattina, Louis si concesse un bicchiere di succo d’arancia preparato dalla madre. Niente era più rigenerante della polpa di arancia rossa diluita col suo stesso succo: una vera e propria delizia.

Lottie scese le scale in fretta.

“La festa d’autunno è questa sera e non so cosa mettermi!” si lamentò disperata, fingendo un finto svenimento, che provocò solamente delle risate a tutti i presenti. Louis scosse la testa esasperato, sua sorella era una vera e propria regina dei drammi, sicuramente aveva imparato da lui.

“Metti uno di quei tuoi vestiti che ti coprono a malapena” suggerì il fratello maggiore prendendola in giro e facendole la linguaccia.

“Almeno io sono stata invitata, a differenza di qualcun altro!” ribatté lei.

Ed era vero: Louis non aveva nessuno con cui andare. O meglio, lui non aveva chiesto ancora a nessuno: c’era quella ragazza della sua classe molto carina, che gli lanciava continue occhiate dolci durante le lezioni… Ma no, troppo uguale alle solite ragazzine, non aveva nulla di particolare che l’attirava veramente e sfruttarla solo per andare a quella festa non gli sembrava giusto nei suoi confronti ecco. Si chiese se i suoi amici avessero invitato qualche soggetto interessante, la ma sua mente cadde, ancora una volta, sul suo vicino di banco: Harry.

Aveva instaurato uno strano rapporto con lui, da quando gli aveva fatto vedere quel trucchetto con la foglia. Da un lato Louis ne era rimasto affascinato, dall’altro si era spaventato a morte credendo di aver assistito ad una magia nera o qualcosa del genere. O forse erano solamente i misteri di Holmes Chapel a intimidirlo così tanto?

Nonstante questo erano diventati un qualcosa di strano e indefinito, avevano stretto una specie di fratellanza, più che di amicizia, basata sui silenzi e rispetto dello spazio altrui.

Louis lo sentiva vicino e si rilassava al solo suo pensiero, quasi come quando dopo scuola Harry lo aspettava per tornare a casa insieme e non lasciargli fare più il tragitto da solo, per controllare che non tentasse ancora di intrufolarsi nella foresta.

Insieme ma in silenzio.

Già, perché sebbene Louis fosse un giovane pieno di parole, quel ragazzo con gli occhi verde smeraldo lo intimidiva, lo imbarazzava a tal punto che la gola gli rimaneva secca ogni qual volta erano vicini.

Quindi che fare, chiedergli di accompagnarlo e sembrare un’idiota o peggio, un maniaco, o non chiedergli niente e lasciare che questa storia della festa d’autunno passasse liscia senza problemi?

Questo dubbio amletico gli fece compagnia fino all’entrata del cancello della scuola. Raggiunse i suoi amici con pochi passi.

“Buongiorno Lou!”. Niall lo accolse con un sorriso e un abbraccio, e Louis lo lasciò fare: adorava gli abbracci, sebbene fosse ormai grande per quelli della mamma. Carenza d’affetto? Beh, molto probabilmente sì, ma aveva vergogna di ammetterlo e preferiva tenere quella mancanza per sé.

“Che farete per la festa?” domandò Liam, mentre salivano le scale per raggiungere la classe.

“Uhm, non lo so” rispose Louis rimanendo sul vago. Sì, forse era meglio far così, la strategia migliore da applicare: star sul vago fino alla fine per poi non andarci nemmeno, a quella cavolo di festa.

“Io stavo pensando ad una cosa… ” propose Niall portando un braccio sulle spalle di Louis e l’altro su quelle di Liam, “perché non andiamo tutti e tre assieme?”.

“Potremmo fare una cosa tipo i tre moschettieri?” optò Liam perplesso.

“Senza baffi però!” si affrettò a dire Louis, ridendo e andandosi a sedere al suo banco, poiché il professore stava facendo il suo ingresso in aula.

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