Un posto nuovo
Nella piccola cittadina di New Orleans, abitavano più o meno 200 persone, era un luogo dove c’era sempre il sole e raramente pioveva, l’aria era sempre fresca e profumava di fiori. Anche se era una cittadina con poche persone, c’era sempre qualcosa da fare, non potevi mai annoiarti, ad esempio ogni fine settimana organizzavano eventi di qualsiasi tipo, mentre gli altri giorni della settimana la gente si organizzava per andare al fiume a pescare o a raccogliere granchi, per i bambini della zona era uno stile di vita giocare a pallone sul prato oppure raccogliere i fiori. I televisori non venivano usati molto, la vita delle persone ruotava intorno alle parrocchie, ai teatri o ai concerti di musica classica. Era un estate del 1987 quando Laura si trasferì in una casa sul lago, proprio nei pressi di New Orleans. Era una semplice ragazza italiana che per cambiare stile di vita si trasferì in America dove trovò lavoro come giornalista, tutto ciò però non le lasciava tanto tempo a disposizione per andare a trovare il suo vecchio - ormai vedovo - o di trovare l’amore della sua vita. La prima persona che andò a darle il benvenuto fu’ una vecchietta di nome Bonnie molto solare e gentile che le portò una crostata di mele fatta in casa. Laura felice di avere la sua prima ospite in casa rispose sorridendo << Oh ma grazie signora Bonnie, sono nuova e non conosco nessuno lei è la prima con cui parlo da quando sono qui. >>
<< Ma non si preoccupi signorina, mi fa piacere avere una nuova vicina, la coppia che abitava prima litigava sempre e non si poteva mai stare un po’ in tranquillità. >>
<< Stia tranquilla, sarò una vicina modello. Le va un caffè? >> disse Laura sorridendo, << Certo, grazie mille, non sei di qui vero? Hai un accento diverso dal nostro. >> le chiese la signora Bonnie. Laura aveva appena messo la caffettiera sul fuoco quando Bonnie le fece quella domanda, ci mise un po’ per rispondere ma infine disse << No, sono di origini italiane, ho studiato all’università di lingue fino al diploma e poi ho deciso di venire a vivere in America. Alcuni miei amici che sono venuti qui in vacanza, mi hanno consigliato questa cittadina garantendomi che era graziosa e tranquilla, ed infatti è così per fortuna.. >> aspettò prima di concludere la frase, tolse la caffettiera da sopra il fornello e con un sospiro continuò, << In realtà sono qui perché volevo cambiare il mio stile di vita, per me non c’era nulla in Italia che avrebbe potuto aiutarmi a cambiare in meglio, la morte di mia madre ha sconvolto tutti i miei piani a tal punto di voler creare una vita nuova, senza preoccupazioni. >> Laura finì la frase con le lacrime a gli occhi sorseggiando un po alla volta il caffè. Bonnie dispiaciuta di tutto ciò che era successo alla povera Laura, decise di bere il caffè in silenzio mentre pensava alla sua gioventù e alle sofferenze che anche lei aveva dovuto affrontare. Dopo un po’ si sentii il clacson di una macchina, era la figlia di Bonnie che era passata a prenderla per andare al compleanno della nipotina Jasmine. Bonnie con un sorriso si voltò verso Laura e le disse << Cara, nella vita non si può mai sapere cosa può succedere, tieniti pronta a tutto e soprattutto tieniti pronta a saperti rialzare e ad affrontare le difficoltà senza paura, sei così giovane e bella, non lasciare che qualcuno rovini la tua vita. Mi ha fatto piacere conoscerti, sei una persona adorabile, casa mia è sempre aperta, puoi venire quando vuoi. >> e così facendo se ne andò a passo svelto, quasi correndo verso la macchina - era abbastanza in forma, anche se era vecchietta aveva lo spirito e la forza di un adolescente - si voltò di nuovo verso di lei e da lontano salutò ancora una volta agitando la mano con enfasi, come se fosse una bambina che saluta la propria mamma poco prima di entrare a scuola. Laura ricambiò il saluto ed entrando in casa decise di mettere a posto i pochi scatoloni che erano rimasti. La sera più tardi era in programma un evento musicale dove suonava un gruppo blues, ma Laura decise di andare a riposare visto che il viaggio era stato molto stancante. Il mattino seguente avendo molto tempo a disposizione decise di andare a correre, amava l’aria aperta e il profumo della natura, preferiva sentire il canto degli uccellini piuttosto che ascoltare musica con le cuffie, e poi l’unico giorno libero che aveva lo usava per rilassarsi. Correndo lungo la strada principale della zona notò una piccola boutique molto carina, incuriosita entrò a dare un occhiata e si rese conto che per quanto potesse essere piccolo quel negozio offriva una varietà di oggetti. Le si avvicinò un bambino, << Salve signora, desidera qualcosa? >> le chiese ingenuamente, Laura sorridendo rispose, << Ciao, i tuoi genitori non ci sono? >>
<< Mio padre è andato a fare un servizio, ma subito torna, non vuoi comprare nulla? >> Laura pensò di comprare una collana per Bonnie, siccome lei la sera prima le portò una crostata, << In realtà vorrei comprare una collana per una mia cara amica, sai dove posso trovarle? >> il bambino iniziò a saltellare per il negozio fino a portarla vicino ad una teca piena di collane e bracciali, erano tutte belle che alla fine Laura disse << Hey, mi aiuti a scegliere la più bella? >>. Iniziarono a mettere da parte alcune collane molto sfiziose, ce n’era una in particolare molto bella - anche se era la più costosa di tutte - semplice ma nello stesso momento elegante, era d’argento con dei ciondoli a forma di pallina decorati con dei diamantini colorati - mancava qualche diamantino ma non si notava tanto - Laura immaginò Bonnie con quella collana e all’espressione che avrebbe avuto nel vederla. Stava per prendere i soldi quando sentì suonare il piccolo campanello appeso alla porta d’ingresso, un gruppo di ragazzine entrò nel negozio guardandosi intorno con aria di disprezzo, una della tre - la leader del gruppo - disse con voce alta << Ragazze, andiamo via, qui non c’è nulla per noi. Tutta robaccia ! >> e con aria da ragazzine snob se ne andarono. Laura sbalordita dal comportamento di quelle ragazze preferì restare in silenzio, ma dentro di se si ripeteva che non sopportava per niente le persone snob. Si concentrò di nuovo nel prendere i soldi dalla borsa e alzando gli occhi invece di vedere il bambino di prima, vide un uomo alto e robusto - a vederlo, metteva quasi paura - che la guardava con aria gentile, Laura intuì che quel signore era il padre del fanciullo che con voce rauca le disse << Signorina scusi la mia assenza, mio figlio Leonard ha saputo accontentare le sue richieste? >> Laura guardò Leonard e sorridendo rispose << Si si, non si preoccupi è stato molto servizievole. >> pagò e uscì dal negozio. Riprese a correre e decise di andare a casa di Bonnie a portarle il regalo che le aveva appena comprato. Da lontano vide del fumo nero provenire dalla direzione del suo appartamento, corse a perdifiato senza fermarsi mai e arrivata nei pressi della casa notò che non era la sua dimora a bruciare ma quella di Bonnie. I pompieri stavano già spegnendo il fuoco quando lei arrivò, tra tutto quel caos riuscì a vedere Tania - la figlia di Bonnie - che piangeva disperata, Laura corse verso di lei << Che cos’è successo? Dov’è Bonnie? >> chiese quasi piangendo, Tania riprese fiato e ancora con le lacrime a gli occhi disse << Mi hanno detto che è grave, che durante l’incendio per scappare ha sbattuto la testa da qualche parte, ho paura Laura ! >> riprese a piangere e Laura per calmarla l’ abbracciò forte e le disse << Vedrai, andrà tutto bene. >>