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Quando Jaehyun sentì suonare la sveglia che aveva impostato sul proprio telefono prima di addormentarsi balzò giù dal divano, anzi, cadde di sedere sul pavimento e senza farsi sentire andò nella sua camera da letto per arrivare alla cabina armadio.

Taeyong dormiva beatamente tra le lenzuola del letto a due piazze. Sembrava un angelo addormentato.
Le labbra erano leggermente schiuse e le palpebre erano chiuse dolcemente, senza troppa pressione.

Abbracciava un cuscino con le gambe e l'altro lo stringeva sotto la testa con un braccio. I capelli leggermente disordinati gli contornavano il volto in modo delicato.

Sembrava essere in una sorta di piacere, però un piacere che non aveveva niente a che fare con gli aggettivi "perverso" e "carnale", almeno agli occhi di Jaehyun.

Lo lasciò godersi ancora per un po' la dormita, così Jaehyun si incamminò verso nella cabina armadio e prese una camicia nera insieme ad un semplice smoking nero, non era male, però avrebbe voluto prendere il suo completo preferito per quel giorno dei colloqui, che, purtroppo, era in lavanderia.

Prese da uno dei cassetti bloccati con password uno dei suoi orologi da polso, precisamente quello di Gucci nero con il serpente al suo interno.

Prese da uno dei cassetti bloccati con password uno dei suoi orologi da polso, precisamente quello di Gucci nero con il serpente al suo interno

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Uscì dalla camera da letto e posò i vestiti sul divano in ordine evitando che si formassero pieghe su di essi.

Prese con sé i boxer bianchi di Armani che aveva portato poco prima in salotto e corse nel bagno della camera da letto per darsi una sciacquata veloce.

Quando ebbe finito uscì dalla doccia e si infilò i boxer, stava per uscire dal bagno quando la porta gli si aprì davanti rivelando la figura ancora mezza addormentata di Taeyong.

Il ragazzo dai capelli tinti saltò sul posto nel vedere l'altro in intimo e si chiuse la porta davanti in mezzo secondo.

-Apri la porta! Non posso uscire sennò! I miei vestiti sono sul divano!- protestò Jaehyun cercando di aprire la porta non appena si accorse che l'altro la stesse tenendo chiusa dall'esterno per qualche strana ragione.

-Non potevi portarti i vestiti al bagno?!- si lamentò, poco dopo aprì la porta senza guardare l'altro.

-Sì, ho un bel corpo- esordì scompigliando i capelli al tinto per poi correre in salotto per vestirsi dopo aver preso una cravatta dorata con disegni semplici ricamati sopra.

Il CEO della Jung Entertainment rise di gusto nel vedere il più giovane nel panico più totale quando tornò in camera per controllarsi allo specchio. -Cosa mi metto?!- urlò disperato sentendo l'odore di alcol che i suoi vestiti del giorno precedente avevano preso.

-Nella cabina armadio in basso a sinistra appena entri ci dovrebbe essere una camicia e dei pantaloni da mettere che a me stanno stretti, prendi anche una cravatta, scegli tu quale- disse per poi andare in cucina il proprietario di casa con nonchalant.

Si fece un caffè senza zucchero che bevve velocemente, poi stette per uscire di casa quando si fermò sulla soglia delle scale per il garage privato.

-Taeyong! Buona giornata!- urlò prima di scendere le scale per prendere la sua Range Rover.

Non aveva ricevuto risposta dal più piccolo, ma non si fece domande e continuò a guidare in modo meno spericolato rispetto alla sera prima.

Aveva notato ancora il vomito per terra che aveva dimenticato di pulire il giorno prima ai piedi della sua Ferrari, così chiamò una delle donne delle pulizie più affidabili che conoscesse.

-Hey, sì Margaret, sono Jung Jaehyun. Volevo chiederti se oggi fossi disponibile per andare a pulire il mio garage. C'è un... problemino che ieri ho dimenticato di pulire. Ovviamente se sei libera e se ti va- fece parlando al microfono della macchina.

-Certo, non c'è problema! Altro?- chiese la donna di origini inglesi, amica di vecchia data della madre di Jaehyun. -Ah sì, dovrebbero esserci dei vestiti sporchi, li riconosci perché puzzano di alcol, in camera mia. Potresti dargli una veloce lavata? E poi per favore metti una lavatrice, forse i neri sono quelli più numerosi di panni da lavare, ultimamente non ho avuto un attimo di tregua dal lavoro e non ne ho messa una- finì lui.

-Con piacere, tra una quarantina di minuti dovrei essere lì- finì la donna. -Nessun problema, sto andando a lavoro adesso, non penso ci troverai nessuno, al massimo ci sarà un ragazzo, quindi non spaventarti se lo trovi lì- finì lui. -Uh, una nuova conquista del principe Jung?- fece lei con una piccola risata. -No, no. È un amico che è rimasto a dormire dopo il party di ieri- fece lui schioccando la lingua sul palato, palese segno che stesse mentendo, sperava che la signora non l'avesse sentito.

Lui faceva schifo a mentire e le amiche di sua madre erano delle grandi pettegole e voleva evitare che la voce che una nuova conquista, un ragazzo, avesse dormito a casa sua al padre.

Il padre di Jaehyun era un grandissimo imprenditore che ormai era in pensione anche se supervisionava sempre il lavoro del figlio sgridandolo anche quando gli affari andavano a gonfie vele. Criticava ogni cosa che il figlio facesse, figuriamoci quando aveva scoperto che si era portato a casa anche qualche ragazzo.

Voleva che il figlio fosse perfetto su ogni fronte, che non sbagliasse nemmeno di una virgola, forse per il suo orgoglio da padre. Un capo d'azienda senza eredi sarebbe stato un affronto che il padre di Jaehyun non avrebbe mai accettato. Finché si portava donne al letto era ok, chiunque loro fossero, ma i maschi erano un no chiaro e tondo con il punto esclamativo alla fine.

La madre, di canto suo, l'aveva sempre viziato essendo il suo unico figlio. Lo amava con tutto il suo cuore e l'aveva sempre supportato, anche perché non c'era niente di Jaehyun che fosse poco rispettabile. Era stato un ottimo studente con i voti massimi, si era specializzato in campo aziendale in pochissimo tempo ed era riuscito a raggiungere senza l'aiuto del padre la carica di co-CEO della Jung Entertainment in quattro anni.

Dopo la ritirata del padre Jaehyun aveva ereditato la carica di CEO e nessuno si era mai lamentato di questo, era il miglior lavoratore dentro quell'edificilo ed era diventato un uomo, nonostante la sua giovane età, rispettabile e di grande stima.

Era bellissimo, cosa che l'aveva reso il personaggio su cui c'erano stati più pettegolezzi nell'ultimo anno. Era sempre in forma, impeccabile anche sull'aspetto, per non parlare della sua collezione di macchine e della sua casa dal giardino spaziale non troppo lontana dall'azienda.

Nessuno poteva essere più fiera di Jaehyun come sua madre. Lei aveva comprato tutte le riviste su cui era stato riportato anche un solo quadratino riguardante il figlio e vietava al marito di toccarle per paura che le rovinasse.

Arrivato all'azienda parcheggiò la auto al suo solito posto ed entrò in grande stile (sempre sul pezzo Jaehyun, vai così) per ritrovarsi un macello di fogli sparsi sul pavimento al piano terra, proprio davanti alla reception.

-Che cavolo è successo qui?- domandò non appena si trovò davanti Doyoung che passava di lì per caso.

-Abbiamo perso i documenti per l'acquisto della Megumi Entertainment Signor Jung...- sussurrò un altro impiegato.

Jaehyun sbiancò di colpo, un brivido freddo gli passò per la colonna vertebrale come se un fantasma gli avesse sfiorato la schiena con le sue dita affusolate e gelide.

-Aspetta. Che cosa hai detto?- fece ringhiando il CEO fulminando con lo sguardo il povero novellino che si era ritrovato in quella situazione per caso.

-Forse volevi dire "non ci ricordiamo dove l'abbiamo messi, ma sicuramente entro un'ora saranno sulla sua scrivania per la riunione di oggi pomeriggio alle sei", giusto?- -Ma signore la riunione è a mezzogior-

-Ho detto che è alle sei e sarà alle sei! Sono stato chiaro?!- urlò in risposta. -S-sì Signor Jung... tra un'ora sarà sulla-a sua scrivania- finì abbassando la testa in segno di scuse.

-Meno- finì il castano.

ɪ'ᴍ ʏᴏᴜʀ ɴᴇᴡ ʙᴏꜱꜱ | ᴊᴀᴇʏᴏɴɢ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora