Ciao. Io mi chiamo Julie Anderson. Ho 15 anni. Ho un fratello maggiore di 17 anni che si chiama Noah. I miei genitori si chiamano Hanna e Peter Anderson. Abitiamo a New York e domani ci trasferiamo in California a Los Angeles.
<Julie, scendi a fare colazione!>
<Ecco> stavo finendo di fare un lavoro sul mio computer. È una specie di diario in prima persona dove racconto le mie vacanze estive.
Scendo giù ma inciampo su alcuni scatoloni sparsi per il salotto e sbatto violentemente la testa sullo sgabello in cucina. <AAHHHIIII> mia madre corre da me <Tesoro,tutto OK?> chiede preoccupata <NO. PER NIENTE. MI FA MALE> lei intanto corre al frigo per prendere del ghiaccio e me lo mette sulla testa dove ho sbattuto. <Tienilo cosi per un po'.>
<Da quando sei piccola che ti diciamo di non correre in casa perché potresti cadere e farti molto male, come è successo proprio ora> mi dice mia madre mentre mi porge un piatto con dei pancakes. <Si, lo so. Scusami, mamma.> e mi guarda triste.<Allora, Julie. Ieri sera ho parlato con il preside della tua nuova scuola. Ha detto che tu puoi iniziare quando vuoi perché capisce che ti dovrai ambientare prima nella nuova casa e nella città.> fece una breve pausa e poi ricominciò <Io direi che potresti iniziare già dal terzo giorno lì. Per te?> pensai a quale dei giorni fosse meglio iniziare con nuovi studi, nuovi amici, nuova scuola, nuova vita... E alla fine decisi che era meglio iniziare il prima possibile per non restare indietro con i compiti <Si,ok. Credo che ci andrò dal terzo giorno.> e mi guardò con un sorriso compiaciuto.
<Ora vado in camera> mia madre annuì. Stavo riguardando le foto appese di me e Millie, la mia migliore amica. Mi mancherà moltissimo nella nuova città, quindi decisi che trasformerò la mia nuova camera uguale a questa cosicché terrò con me i miei ricordi.
<DRIIIN DRIIIN> è il mio telefono che sta squillando. È Millie. <Ei, ciao Amo.> dico <Ciaooo. Gia mi manchi> mi dice <Anche tuu. Domani quando arrivo nella casa ti faccio il tour in videochiamata OK?> <Promesso?> <Promesso.> <Ci sono novità?> mi chiede Millie <che genere di novità?> <Credi che ti mancherà Mike?> Mike è il mio ex-ragazzo: un tipetto abbastanza stronzo. È alto, moro, occhi verdi e solo per il suo carattere lo ucciderei: quando stavamo insieme non mi faceva mai andare ad una festa organizzata dal più popolare della scuola. Non so bene perché, ma so solo che mi lasciava a casa mentre lui si andava a divertire con le altre ragazze di scuola. Una volta mi sono ribellata rispondendogli con uno schiaffo ma lui me l'ha ridato. <Allora credi che ti mancherà?> continua Millie <No. Per niente. Guarda, ecco un motivo per cui me ne voglio andare. > <AHAHAH> <Millie,ora devo andare a finire di inscatolare le nostre foto, ci sentiamo domani?> <si,ok>. E attacco.Finito di inscatolare le foto, decido di andarmi a fare un giro nel mio quartiere per l'ultima volta.
Fortunatamente non sono amica di tante persone, solo di Millie, e perciò non incontro nessuno da salutare un'ultima volta.Tornata a casa, vedo mio padre che cucina la cena <Ciao papà> dico <ciao Bella. Dove sei stata?> <a fare per l'ultima volta un giro del quartiere. A te com'è antato il lavoro?> <molto bene, ho presto tutte le mie cose dall'ufficio.> <ah okk. Che si mangia per cena?> <pizza fatta in casa> <MMMHHH, BUONA.> mio padre è davvero bravo quando cucina la pizza. <Perfavore, vai a chiamare la mamma, è pronta la pizza.> <Si, OK. MAMMAAA, È PRONTOOO! Fatto> <Grazie,gentilissima> dice ironicamente e ci mettiamo a ridere.
<Dov'è Noah?> chiesi quando tutti noi ci eravamo accomodati in torno al tavolo <è a casa di Mike> si, mio padre intendeva quel Mike, il Mike che mi ha trattata come una merda. Loro sono amici dalle elementari. <Hai parlato con Millie?> mi chiese mia madre <Si. Le ho promesso che domani le avrei fatto il tour della casa in videochiamata.> <Oh... Bene>.
<Allora, quando credi di andare a scuola?> mi chiese papà <ehm.. Credo che la mamma abbia ragione: ci andrò dal terzo giorno.> <Bene. Scommetto che ti farai subito una nuova migliore amica.> disse mia madre <No. Non è che visto che cambiamo casa o addirittura "vita" io devo farmi una nuova migliore amica: Millie è la mia migliore amica e lo sarà per sempre.> in quel momento ero triste e arrabbiata del fatto che dovevo abbamdonare Millie. Lei c'è sempre stata al mio fianco, e se non fosse stato per lei io non avrei mai avuto un'amica speciale. È difficile dire addio alle persone piu care.Circondata dai miei pensieri mi alzai e dissi <ora vado a letto> e corsi in camera mia a piangere con la testa sul cuscino.
<SVEGLIA TESOROOO> sento urlare questa voce nell'orecchio destro <Ma in che senso?> rispondo <NEL SENSO CHE OGGI PARTIAMO> <Va bene ma non urlare> avevo ancora gli occhi chiusi, presi il telefono e guardai l'ora: le 6.10. Ma perché ci dobbiamo svegliare così presto? Ma chi ce l'ha fatto fare? Decisi di scendere a fare colazione quando mi resi conto che stavo parlando a mente e che nessuno poteva rispondere a quelle domande.
Scendendo, mi ritrovai Noah che mi fissava mentre mangiava i pancake della mamma <Buongiorno principessa> mi disse <Ma che... > risposi <Ahahah> <Che te ridi?> dissi a Noah che si mise a ridere per la mia faccia assonnata. <Va bene calmati. Ieri ho cenato da Mike.> mi disse <Si, lo so. E che dice?> risposi portando gli occhi al celo <ma niente. Solo che vorrebbe tornare con te.> <Si, per poi picchiarmi come ha già fatto.> <No. Perché gli piaci.> disse mentre io mi stavo versando il latte nella ciotola. <Si vabbè. Allora io sono un asino volante.> Noah vedendo la mia faccia ironica, fece un sorriso <Lo so che ti ha fatto soffrire...> <Non mi ha fatta soffrire, mi ha proprio trattata da merda> risposi perdendo la pazienza <Lasciami finire. Lo so che ti ha fatto soffrire, o che ti ha trattata da merda, so anche che è un coglione che ha perso l'opportunità di stare con una ragazza dolce e carina come te...> mi vide arrossire e continuò <e se prova ad avvicinarsi a te, anche poco piu di in metro, ti giuro con tutto me stesso che lo picchio.> disse quest'ultima frase con la mano destra sul cuore <ma allora se mi stai dicendo queste cose mi fai credere che ti sta sulle palle, ma allora perché ieri sei andato a casa sua?> chiesi alzando un sopracciglio <quella era una copertura per scoprire se provava ancora qualcosa per te. In realtà io l'ho odiato da quando l'ho visto. Credimi, io farei tutto pur di tenerti al sicuro da quelli come lui.> a quelle parole sorrisi e mi scese pure una lacrima. <Bene ragazzi,siete pronti?> arrivò la mamma e mi asciugai subito la lacrima <Si, mi devo solo vesitire > dissi <io sono pronto > disse Noah.
Salii le scale e andai al bagno per vestirmi e truccarmi: mi misi dei pantaloncini neri jeans con la maglietta bianca dell'Adidas e le vans. Mi truccai con un semplice mascara.
Scesi appena ero pronta e salii in macchina. <OK,ci siamo tutti?> chiese mio padre al volante <Si> risposimo insieme <allora andiamo>.
Il viaggio era di 13 ore e lo trascorsi ascoltando la musica, cantando e dormendo. A volte sentivo un "Bravissima Julie" da parte di mia madre ma la ignorai tornando nel mondo della musica.
Mio fratello, mentre dormivo mi mandava dei messaggi, cosi facendo il volume della musica si abbassava e si alvaza e mi svegliavo. Lui prova tanto gusto a darmi fastidio, ma a volte sa essere dolce e affettuoso. Come stamattina.
Fui svegliata dal clacson della macchina <ATTENTO PETER> urlò mia madre indicando davanti e subito dopo una frenata che mi fece sbattere la testa contro il sedile dove era seduto mio padre. <Ma che cos'è successo?> chiese Noah <Un ragazzo è appena corso davanti a noi e vostro padre non l'aveva visto. Poteva investirlo.> mi alzai e vidi quel ragazzo che aveva rischiato di essere investito. Era alto con un grazioso ciuffo biondo e degl'occhi azzurri. Quando mi vide, non smetteva di sorridermi e farmi gesto che andava tutto bene. E io ricambiai. <Eccoci qua> disse papà. <wow. È davvero grande questa casa.> dissi sbalordita <già. È bellissima.> disse Noah. <Ahh,mi ci devo abituare.> si unì a noi mio padre. <Va bene,che ne dite se scendete e darmi una mano?> intervenì mia madre che già stava tirando fuori le valigie dal portabagagli. <Si arriviamo> rispose mio padre. Io stavo ancora guardando la casa imbambolata. La stavo esaminando sia da fuori che da dentro. Era davvero bella. Dentro era quasi come la nostra ma più grande.
<Julie allora? Ci dai una mano?> <Si arrivo!>.
Dopo aver disfatto le valigie decisi di andarmi a fare un giro nel quartiere e a conoscere un po' i vicini. <Mamma, papà io vado a fare un giro nel quartiere.> <Si,vai.> mi rispose mamma.
Appena uscii vidi che sul portico della casa accanto alla nostra sulla destra c'era il ragazzo che mio padre stava per investire. Mi stava ancora guardando.
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He's so cute - Julie Anderson [SOSPESA]
RomanceJulie Anderson si è appena trasferita a Los Angeles, e già le aspettano esperienze ancora non vissute insieme al nuovo amico di Noah, suo fratello. Conoscerà nuove persone come Josh Richards, il suo vicino di casa, e Payton Moormeier.