Sono passati due mesi da quando Mario si è trasferito nella piccola depandance della villa di Claudio.
Man mano ha riempito le stanze di piccoli oggetti, finanche di foto – chiaramente sue e di Claudio – e, per la prima volta nella sua vita, Mario sente di stare al posto giusto al momento giusto.
Sente che quella è la sua casa, che si sente sicuro e protetto; compreso e amato.
Non ha mai avuto un amico vero... in realtà non ha il coraggio di definire Claudio un amico... però il suo capo è quanto di più vicino al concetto di amico che egli sia in grado immaginare.
Sempre presente, sempre attento, lo segue con uno sguardo inscrutabile... lo sostiene, lo guida.
Mai, in nessun istante, il rapporto tra di loro è stato un rapporto tra un capo e un subalterno.. mai, Mario, si è sentito in imbarazzo.
Claudio è il suo faro... la luce che guida il suo cammino... attorno alla quale si modula tutta la sua vita.
Ogni mattina esce per prendere i quotidiani e i cornetti, gli prepara la colazione... da quando c'è lui le persone di servizio arrivano più tardi ... gli spalma, persino, la marmellata sulle fette biscottate e gliele porge mentre, incantato, lo guarda leggere assorto le notizie del giorno e lo ascolta mentre le commenta bevendo il suo caffè nero senza zucchero... lo aspetta mentre si fa la doccia e si cambia... raccoglie le sue cose e lo accompagna in ospedale.
Poi va all'università... perché Clà, su questo, è stato irremovibile: deve finire gli studi.
Non è riuscito a capire come ha fatto a scoprirlo - in realtà Mario ha preferito non affrontare l'argomento perchè, si è detto, che Claudio aveva ogni diritto a prendere informazioni su di lui – troppo grato al fato per avergli regalato questa nuova vita.
Come di abitudine Claudio l'ha messo di fronte al fatto compiuto non concedendogli la possibilità di scegliere; una sera, di fronte alla scacchiera e mentre era sul punto di decidere quale mossa adottare per difendere la sua regina, Clà gli ha comunicato che l'indomani sarebbero iniziati i suoi corsi e che doveva presentarsi all'Università alle 10:00.
Mario ha alzato gli occhi sorpreso, chiaramente ha sbagliato mossa, perso la regina e la partita, riuscendo a bisbigliare solo un flebile "Cosa?"
-Domani inizieranno i tuoi corsi. Ho chiesto consiglio al Rettore dell'Università, che è un mio amico fraterno, e mi ha detto come fare per farti convalidare tutti gli esami sostenuti. Ti ho iscritto io, chiaramente, ed ho già preso tutti i libri che ti servono. Ti restano solo quattro esami, francamente sarebbe proprio un peccato se non termini gli studi.
Mario aveva chinato la testa e risposto con tono privo di espressione.
-Non posso permettermi l'iscrizione...
-Non offendermi Mario, non ti ho chiesto di ridarmi i soldi... non mi pare sia il caso di toccare questo argomento.
-Però io non voglio approfittare...
-Approfittare? Approfittare di cosa?
-Di te che stai facendo così tanto per me... senza un motivo...
Si era sforzato di essere onesto... Claudio lo meritava.
-Senza un motivo?
Claudio lo guarda a lungo, pensieroso, poi gli sorride.
-Facciamo così. Sto scrivendo degli articoli sopra una nuova tecnica che stiamo utilizzando in sala operatoria, però odio trascrivere i miei appunti. Peraltro non mi fido dei miei collaboratori perché non riescono a decifrare la mia scrittura. Se sei d'accordo, potresti fare il lavoro di trascrizione per me, certo non avrai più tempo libero tra lezioni, studio e lavoro..
-Va bene... accetto.
-Così? Senza pensarci neppure?
Mario ricambia il sorriso.
-Certo, perché no? E poi la tua scrittura non ha misteri per me.
Trascorrere l'intera domenica con Claudio, a Mario non pare possibile; questo non è un lavoro, è l'ennesimo regalo che Claudio gli fa con la delicatezza di sempre.
Ben presto lo studio di Claudio diventa la tana di Mario, dapprima solo per fare il lavoro di trascrizione, in seguito per studiare gli esami da dare all'Università.
"C'è una maggiore tranquillità"... ma a chi vuole prendere in giro!
Ogni pomeriggio, dopo aver smesso di studiare, lo passa a prendere dal suo studio e lo riporta a casa; a volte lo accompagna anche a cena fuori – quando Claudio ha voglia di distrarsi - più spesso gli cucina qualcosa in casa e trascorrono la serata giocando a scacchi.
Mario non ha mai confessato a Claudio di sapere utilizzare la scacchiera, non ne ha avuto il coraggio quando l'ha visto così entusiasmato nell'insegnargli le regole degli scacchi, anche se sospetta che lui se ne sia accorto subito.
Ama prenderlo in giro e dirgli "Eh! Vediamo quando riuscirai a vincere, alla fine ti tengo sotto come se fossi mio figlio".
Fino a quando un giorno, sorridendo all'ennesima battuta di Claudio, una domanda echeggia nel suo intimo.
"Perchè non posso essere... suo..." "Perché non posso essere realmente suo?"
In colpa, quasi avesse formulato la domanda a voce alta, Mario guarda Claudio che, invece, continua a leggere un testo medico come non fosse successo nulla.
All'improvviso Mario non riesce a rimanere nella stessa stanza con Claudio, richiude i libri e con una scusa superficiale, che non convince neppure lui stesso, si allontana.
"Perché?... Perché questa domanda?... Perché in questo momento?"
Il timore è immenso.
Vuole essere suo? La realtà è questa... lui vuole essere suo... ma in che senso vuole essere suo?... diventare parte di lui... del suo mondo... perdere i propri confini... la propria individualità... in che modo vuole essere suo?... e gli sembra di sprofondare in una palude perché non riesce a darsi una risposta.
Rendersi conto della profonda dipendenza che lo lega a Claudio lo confonde ancora di più.
Prendere coscienza che non riesce a non seguirlo con lo sguardo, quando si trova nella stessa stanza con lui, che non riesce a stare un minuto senza sapere dove lui sia, quando non c'è, lo destabilizza.
Si rende conto che non riesce a non toccarlo, che tutte le occasioni sono buone per cercare il contatto fisico.. non se ne è accorto prima e non riesce a comprendere, fino in fondo, questo desiderio istintivo che lo spinge sempre verso di lui... come una falena attratta dalla luce..
"E se a lui questo dà fastidio?"
Certo... Claudio non si sottrae alla sua presenza ma forse non si è accorto di nulla... forse non vuole mortificarlo... forse è meglio se inizia a controllare i propri istinti... questo desiderio sconosciuto che minaccia di mettere a soqquadro la sua vita.
Spinto da questo turbinio di pensieri Mario inizia a trascorrere più tempo lontano da Claudio e lui si accorge subito di questa nuova attitudine di Mario.
-Cosa succede Mario? Perché ti comporti in questo modo?
-Come?
-Sei schivo, non hai la stessa confidenza di prima. E' successo qualcosa?
Mario china il capo e si sottrae al suo sguardo indagatore mentre gli risponde negativamente.
La reazione non sfugge a Claudio che evita di insistere, convinto solo di una cosa.
"Qualcuno gli avrà raccontato qualcosa... magari qualcosa su di me... ma cosa? E come esserne sicuro?"
Una situazione di stallo... con Claudio alla continua ricerca di un confronto e Mario in eterna difesa... messa ulteriormente in crisi dall'arrivo di Carlos Nicandro nelle loro vite.
Un giovane chirurgo sudamericano, ben conosciuto da Claudio, che inizia a collaborare con lui per un intervento molto importante e delicato.
Stranamente Maria, la governante della casa principale, questa volta è prodiga di particolari; troppo felice del ritorno del giovane uomo nella vita del padrone.
-Che bello! E il dottore è stato contento?... Sicuramente è stato contento.. era così triste quando lui è andato via.
-Quando è andato via? Da dove?
-Dall'ospedale. Il dr. Nicandro era uno degli assistenti del padrone poi hanno avuto una forte discussione ed è andato via.
-Una discussione? In ospedale?
-No. Qui in casa. Lui abitava qui prima di andare via.
-E quando è successo?
-Se non ricordo male, circa cinque mesi addietro.
"Quando ero nel centro di riabilitazione. Ma che rapporto legava Claudio a Carlos?"
-Perché abitava qui?
Maria lo guarda meravigliata... incredula nello scoprire che Mario è all'oscuro di una notizia che lei crede essere conosciuta da tutti.
-Perché era il suo compagno... non lo sapevi?
-No... non lo sapevo.
Scoprire questi particolari della vita privata di Claudio lo rimescola nell'intimo.
Non lo sopporta... lo comprende immediatamente... la diffidenza provata da subito nei confronti del giovane uomo si è trasformata in evidente fastidio.
La sua reazione non sfugge a Claudio che capisce subito cosa sia successo - anche perché Maria, pentita per aver confidato particolari così intimi a Mario è andata subito a scusarsi con lui – e interpreta la reazione di rifiuto verso Carlos come un rifiuto verso lui stesso.
-Mario forse è meglio se rimani a studiare e lavorare nel tuo appartamento, io e Carlos abbiamo molto da fare e potremmo darci fastidio a vicenda.
Un rifiuto... per la prima volta Claudio lo esclude dalla sua vita... perché?.. si è accorto che..
Ancora abbattuto per le parole di Claudio, Mario incontra Carlos mentre trasferisce le proprie cose nel soggiorno del suo appartamento.
-Vedo che Claudio ti ha detto che vogliamo stare soli.
-Cosa?
-Non fare il finto tonto, sai bene di cosa parlo. E' inutile che gli vai dietro con quella espressione di cane fedele, Claudio si stanca subito.
-Io non gli vado dietro.
-Vuoi prendermi in giro? Sappiamo entrambi cosa vuoi... forse Claudio non lo sa... ma non ci vorrà molto. Farai una figura pessima con lui... e tu non vuoi perdere anche il lavoro, vero? Ti conviene rimanere al margine. Perché io sono tornato ed ho tutta l'intenzione di rimanere nella sua vita.
-Cosa vuoi dire?
-Voglio dire che sono ritornato per restare e Claudio non mi sembra contrario... tu cosa credi? Non trascorrerà molto tempo e ritornerò in questa casa da dove non sarei dovuto mai andare via... non per uno come...
-Per uno come chi?
-Non è qualcosa che t'interessi... è tra me e Claudio... qualcuno che non ha avuto molta vita... a quanto pare. Ricorda. Stai al tuo posto oppure non rimarrai molto a lungo, in questa casa, per godere dei benefici di Claudio.
-Benefici?
-Benefici! Lo conosco, lo so perfettamente come funziona il suo cervello... ti ha preso sotto la sua ala protettiva e, certamente, ti sta manovrando come un pupazzo... si stancherà presto se non ci sai fare. A me non dà fastidio, è sufficiente che tu non invada il mio territorio. Ricordalo...
-Un pupazzo?
-Vorresti dire che Claudio non ha organizzato la tua vita? Che non ti ha detto cosa devi e cosa non devi fare? Non è possibile... pensaci bene... lui si diverte e tutti glielo lasciano fare...
Il tono ironico brucia come sale sulle ferite; Mario si sente esposto, nudo di fronte a Carlos.
La prospettiva che lui possa avergli raccontato della sua vita... aver commentato di come... non riesce neppure a pensarci.
Sente la mente vagare priva di controllo mentre lo fissa affascinato, come si guarda un pericoloso serpente.
-Non è come dici tu, Claudio non mi manovra. Mi tratta come un suo pari. Non mi ha mai imposto nulla..
-Ma ti ascolti quando parli? Sei sicuro di credere in tutto quello che dici? Certo tutta questa adorazione sarà stata di una noia per Claudio se ha deciso di chiamarmi!
-Ti ha chiamato lui?
-Certo! Cosa pensavi? Che fossi tornato io?.. Mi ha chiamato lui.. aveva bisogno di me... così mi ha detto.. forse perché si era annoiato di te?
-Perché doveva annoiarsi di me?
-Guardati... sei un patetico innamorato.. sì, innamorato, e non provare a negare.. amante?.. no non credo.. non avresti mai avuto il coraggio!.. e vuoi che Claudio si accontenti con te?.. Forse non conosci bene la persona con la quale hai a che fare.. la tua indecisione, la tua ossessiva adorazione, alla lunga lo annoiano.. sicuramente lo hanno già annoiato. Non sono, per caso, già finite le serate passate insieme? Le cene? Le partite di scacchi?
-Scacchi?
-Scacchi! E' il suo modo per conoscere le persone, per delimitare la loro personalità. Finite le partite... finite le cene... finite le domeniche fingendo di lavorare.
-Fingendo?
-Non fingevi? Mio Dio allora Claudio è stato proprio un santo ad avere tanta pazienza... io non sono andato oltre le due serate... tanta pazienza sprecata!
La risata ironica di Carlos lo segue fino a casa; chiuso nella sua stanza, gli occhi fissi nel vuoto, Mario si sente in balia di un destino che all'improvviso ha deciso di togliergli ogni punto di riferimento... ogni certezza.
"Com'è possibile?... Sono così trasparente? ... E se fosse tutto vero?... Se Claudio si fosse stancato di avermi accanto e mi fa rimanere solo perché prova pena per me?"
La discussione con Carlos è stata uno shock per Mario che incomincia ad analizzare tutti i suoi comportamenti... tutte le cose dette e non dette... con la paura di essere stato ridicolo, di aver messo Claudio in imbarazzo... di averlo..
"No. Non è possibile. Tutto andava così bene fino a quando non è arrivato Nicandro.Non devo dargli retta, sta sicuramente mentendo. Devo parlare con Claudio... se ho questi dubbi, devo parlare con lui."
Presa la decisione, Mario sente il suo animo farsi più leggero.
"Adesso... vado adesso e gli chiedo di dirmi la verità. Cosa posso perdere?Sicuramente apprezzerà la mia sincerità."
Sta per uscire dalla stanza quando, con la coda dell'occhio, lo vede uscire da casa con Carlos, fermarsi per abbracciarlo e poi andare via salendo sopra un taxi.
Per la prima volta, da quando è entrato in quella casa, Claudio è andato via senza dirgli nulla...
Senza avvertirlo... dimenticato... messo in un angolo come uno straccio che non serve più.
A che serve parlargli, chiarire con lui... se il suo comportamento è stato così chiaro... così inequivocabile.
"Come ha detto Nicandro? Si è annoiato del suo giocattolo nuovo"
E' inevitabile, l'ha fatto per tutta una vita, Mario si rinchiude in se stesso diventando praticamente invisibile.
Se Claudio lo nota, di certo non chiede spiegazioni.
L'unico a godere della situazione creatasi, tra Claudio e Mario, è Carlos che non perde occasione, quando Claudio non c'è, di fare battute salaci nei confronti di Mario oppure di esibire intimità inequivocabili con Claudio.
Come, ad esempio, uscire dalla camera da letto di Claudio vestito solo con un accappatoio... quello di Claudio, chiaramente!
E' un continuo martellare ai fianchi che, lentamente, distrugge ogni sicurezza in Mario.
Malgrado tutto, Mario cerca di compiacere Claudio come può; si costringe a turni massacranti e riesce ad anticipare la sua laurea certo di fargli piacere.
Certo che questo giorno sarà per loro due soltanto.
Non è così... malgrado le promesse, Claudio non partecipa alla discussione della sua tesi.
Fino all'ultimo momento Mario l'ha aspettato, sicuro.. sicuro che sarebbe arrivato..
Senza un messaggio... senza nulla... solo la sua assenza a fargli compagnia ed un dolore immenso come per qualcosa che si rompe.
Mai avrebbe immaginato di trascorrere questo giorno così importante per lui accompagnato da questa struggente malinconia.
Al ritorno lo accoglie la casa vuota e un pacco... poggiato sul letto... con un breve messaggio.
"Perdonami. Il lavoro mi ha impedito di stare accanto a te. Sono certo che tutto è andato a meraviglia. Questo è il mio regalo per te."
Un computer... un maledetto computer per farsi perdonare... a che gli serve un computer? ... a cosa?
"No. Non può finire così. Questa volta dobbiamo parlare... parlare veramente.. non posso continuare in questo modo."
Ma a casa non c'è nessuno.
-Maria, quando ritorna Claudio?
Maria lo guarda sorpresa.
-Non te l'ha detto il padrone? E' partito.
-Partito? Quando?
-Oggi. Stamattina.
-Dove è andato?
-A Parigi, per quel convegno. Il dr. Nicandro è passato a prenderlo verso le 11:00.
-E' andato via con lui?
-Si. Mi ha lasciato il numero dell'albergo, per ogni evenienza. E' sopra lo scrittoio dello studio.
Resiste a lungo. Come un alcolista guarda la bottiglia con l'unico desiderio di prosciugarne ogni singola goccia, Mario stringe il foglietto con il numero di telefono dell'albergo ove alloggia Claudio con il desiderio spasmodico di prendere il cellulare e comporre quel numero.
Alle tre del mattino non resiste, le sue dita compongono il numero d'istinto.
Il portiere di notte gli passa la stanza senza fare obiezioni, il telefono suona a lungo prima che una voce conosciuta risponda alla telefonata.
-Pronto?... Pronto?
La gola improvvisamente secca impedisce a Mario di rispondere... non è la voce di Clà.. cosa sta facendo Carlos Nicandro nella stanza di Clà a questa ora?
"A chi prendo in giro? Quale spiegazione potrebbe esserci?... Maledizione alla mia stupidità!"
Ma ancora non crede... ancora non riesce ad accettare... e le dita corrono veloci sulla tastiera del telefono.
"Il cellulare... Clà risponderà sicuramente al suo cellulare.."
-Pronto Claudio...
-Sono io, sono Carlos... Claudio sta dormendo... hai bisogno di qualcosa?..
Claudio sta dormendo nella stessa stanza con Carlos.. non può essere diversamente...
-No. Nulla... volevo solo dirgli una cosa ma se dorme non svegliarlo.
E interrompe la conversazione come fosse un automa.
Si guarda attorno, muto.. senza avere una apparente reazione. Rimane a lungo immobile, lo sguardo nel vuoto.
Infine un sospiro, torna a casa per prendere poche cose da mettere in un vecchio zaino e, prima di uscire, scrive di fretta un biglietto e lo poggia sopra il suo letto.
Il buio della notte lo ingoia in fretta.
Claudio ritorna a casa verso le 9:00 del mattino seguente; irritato, perché ha chiamato a lungo Mario che non gli ha risposto al cellulare.
-Maria, dov'è Mario?
-Non l'ho visto. Forse è a casa sua.
Claudio esce in fretta e si dirige verso la casa di Mario
Il suo umore non presagisce nulla di buono... immediatamente si accorge che qualcosa non va.
Le imposte sono tutte chiuse, il silenzio è assordante; il cellulare, spento, è sul tavolo d'ingresso.
Tutto è al suo posto, tutto apparentemente normale... ma il suo istinto gli racconta una storia diversa.
Di lui è rimasto solo un biglietto poggiato sul letto.
Clà lo legge e il suo mondo esplode.
"Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me. Ma tutto termina a questo mondo, l'importante è rendersene conto. Ti auguro ogni bene. Mario."
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Conoscersi per caso
FanfictionCosa succede se il caso fa incrociare il cammino di due uomini talmente diversi che, in condizioni normali non si sarebbero mai conosciuti?