Le ultime due ore non sono state poi così tanto difficili, non abbiamo fatto quasi niente ed è meglio così. Ho ritenuto solo moooolto faticosi quelle 10 serie da 20 addominali, io sono abituata a piegarmi solo per raccogliere il telefono, ma il resto tutto ok, dato che era il primo giorno abbiamo fatto pochi esercizi. Pochi ma faticosetti.
Ora avrei un'ora di religione ma non la faccio quindi posso tranquillamente andarmene a casa. Però dovrei avvertire prima Shawn, il problema è trovarlo. Dove diamine si è cacciato quel ragazzo??: Katie!
Io: Shawn, ti stavo cercando
S: anche io, andiamo in classe?
Io: beh... io non faccio religione, volevo solo avvertirti che vado a casa, ci vediamo oggi pomeriggio
S:oh... va bene, a dopo
Finalmente esco da scuola, questo primo giorno è davvero stato un'inferno. Tra pazze ciclate e prof che odiano le persone e che neanche loro sanno perché hanno voluto insegnare ad un ammasso di capre ignoranti, la giornata è stata mooooolto faticosa, molto più degli addominali. Ora voglio solo andare a casa, farmi un bagno caldo, ascoltare la musica e cosa più importante, RILASSARMI.
Dopo 20 minuti di camminata arrivo a casa, di solito ci metto di meno, ma sono stata rallentata molto dalla fatica lasciata dagli esercizi di ginnastica. Entro in casa con le mie copie delle chiavi di casa, visto che mia mamma non c'è, sarà andata a far la spesa. Il fatto che non ci sia è positivo, non potrà rompermi le scatole come fa di solito.
Arrivo in camera mia e getto la cartella sul pavimento per poi buttarmi sul letto, con un braccio a coprire gli occhi. Rimango in quella posizione a pensare sull'utilità della mia vita per una decina di minuti scarsi, poi mi alzo e vado a preparare l'acqua per il bagno. Preparo la biancheria e il pigiama che dovrò mettere dopo ed entro nella vasca. Rimango dentro a pensare per diversi minuti, c'è un grande silenzio, interrotto solo per pochi istanti dalle dalle gocce d'acqua che cadono dalla forcella della doccia che perde. Perdo la cognizione del tempo, a fermarla tornare è il mio telefono che squilla. Mi asciugo le mani, prendo il telefono e leggo il display: Addicted to muffin. È così che ho salvato Shawn. Visto che a cena ieri aveva mangiato ben 3 muffin e ne aveva uno anche oggi all'intervallo, quel ragazzo è un muffin-dipendente.
Cosa dovrei fare? Rispondergli? Ma cosa vuole chiedermi? Di uscire? Se è così dovrò inventarmi una scusa, ma sono terribile a mentire, dovrei imparare. Lascio il telefono squillare per due minuti, finché la chiamata non finisce. Mi sento male per non avergli risposto, tanto che faccio un sospiro ad occhi chiusi. Ormai mi devo scordare Shawn, anche tutti gli altri. Mia madre ha detto che quello al bar è un lavoro momentaneo, quindi so già che dovremo ritrasferirci a breve, tanto vale fare amicizia...Esco dalla vasca, mi asciugo, mi metto un accappatoio e vado in camera mia. Non ho molta voglia di vestirmi, poi fa anche caldo ultimamente, quindi stare così non darà molti problemi, non è che rischio di ammalarmi di chissà cosa, come è successo d'inverno.
Mi stendo sul letto e metto gli auricolari, dopodiché prendo il telefono per scegliere una canzone. Dopo una lunga indecisione metto una canzone che adoro, ovvere Cake di Melanie Martinez, la trovo molto profonda come canzone, anche un po' triste. È perfetta per il mio stato attuale, ovvero quello di una depressa senza biscotti... e muffin.
Dopo altre 6 canzoni, mentre sto scegliendo la prossima da ascoltare, sento il campanello suonare. Mi alzo mugugnando senza alcuna voglia di andare ad aprire. Certo che la mamma poteva portarsi dietro le chiavi, sa che sono così pigra da non voler manco fare bene i compiti, poi è già tanto che li faccio.
Arrivo davanti alla porta, afferro le chiavi dalla scarpiera e le inserisco nella serratura. Sbloccata la serratura spalanco la porta e inizio a dire: "certo che potevi portarti le..." a interrompere la mia frase è lo stupore, non potevo mai immaginarmi di trovare lui alla porta...
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Il Club Degli Incompresi|| S.M.
FanfictionL'adolescenza è il momento in cui cominci a capire com'è la vita che i tuoi hanno costruito per te. Ve lo immaginate caricare su una macchina un adulto allontanandolo da casa e amici senza chiedergli il permesso? Io lo chiamo sequestro, loro trasfer...