Capitolo XI

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I dottori ci impiegarono un po' prima di riuscire a far tornare tutto stabile nel moro. Sospirarono sollevati, kstringendosi a vicenda le mani e complimentandosi per come erano riusciti nell'impresa.
Dazai poco dopo aprí gli occhi, confuso; così un dottore gli spiegò ciò che era successo, rasserenandolo subito dopo.

Era solo ora, aveva più tempo per perdersi fra i suoi pensieri. Sospirò.
«Non è piacevole questa sensazione di solitudine...» sospirò stiracchiandosi, guardando il macchinario. «Scusa, non volevo offenderti... puoi anche smetterla di infastidirmi con il tuo suono assordante per sentire il mio battito... -disse con un filo di ironia- sto parlando veramente ad una macchina?» sospirò ancora. Mancava ancora molto all'orario di visita.

Passò il tempo, e Chuuya lo venne a trovare. Erano lì insieme, a ridere e scherzare. Volevano che il tempo non finisse mai, ma l'infermiera li interruppe per dire che l'orario delle visite stava per finire.

Ci vollero un po' di giorni prima che Dazai potesse essere dimesso, e appena tornato a casa, si ritrovò tutti i colleghi a dargli il bentornato, e subito dopo si aggiunse anche Chuuya, senza sapere di questa festa. Il rosso inizialmente storse il naso, fingendo poi che fosse venuto lì solo per prendere qualcosa da Dazai.
«Sono.. sono solo venuto a prendere una cosa...»
«Ma da quando un mafioso entra senza problemi nella casa di un membro dell'Agenzia?» domandò Ranpo avvicinandosi al rosso, studiando attentamente ogni espressione che facevano i due.
Dazai chiuse la porta, sollevando Chuuya.
«Ohi lurido bastardo bendato, che stai combinando?!» gli urlò contro mentre si agitava.
«Eddai Chuuuyaaaaa~, non vorrai mica essere aggressivo anche oggi..?~» disse mettendolo a sedere sul divano.
Successivamente guardò i suoi colleghi.
«Siete stati gentili a preoccuparvi per me» disse accennando ad un piccolo sorriso. Yosano si avvicinò a lui, avvolgendo un braccio intorno al suo collo e spingendolo a sé. «Ho capito perfettamente chi ti rende felice. Perciò può tranquillamente rimanere qui» gli sussurrò accennandogli ad un ghigno malizioso, mentre Dazai arrossí di colpo.

Passarono la serata a festeggiare, anche perché Osamu aveva rischiato la vita per salvare quella di Kunikida.
Alcuni alla fine se ne andarono presto, come Fukuzawa-san e Kunikida. Altri un po' più tardi per fare gli ultimi saluti, e successivamente rimasero solo i due soukoku.
«Be'.. Osamu, ora che siamo soli noi due..» venne però interrotto dal suo amato.
«Da quando hai iniziato a chiamarmi per nome?»
«Da quando sei stato portato in ospedale, idiota. Dormivi quasi sempre quando ti chiamavo.»
«Oh.. e che dovevi dirmi?» Chuuya lo trascinò nella camera da letto, buttandolo su di esso e mettendosi a cavalcioni su di lui. «Vorrei darti il mio bentornato» ghignò malizioso, lasciandogli un bacio sulle labbra. Dazai ribaltò subito la situazione, mettendosi a cavalcioni su di lui e riprendendo così a baciarlo, facendo subito dopo l'amore, non riuscendo a trattenersi.
Dopo che ebbero finito, entrambi finirono per crollare dal sonno, tenendo un piccolo sorriso sul volto.

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