Michael

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"Ti rendi conto di quanto mi hai fatto preoccupare figliolo?"
Michael era in ginocchio davanti ad Echidna che lo rimproverava con le mani sui larghi fianchi.
Aveva i capelli avvolti in un'asciugamano bianco, il corpo grassoccio in un accappatoio rosa e sul viso paffuto tracce di una maschera di fango.
"Mi dispiace di averla fatta preoccupare tanto, Padrona" mormorò a testa bassa il semidio "mi scusi".
L'espressione di Echidna si addolcì.
"Su su, non fare quella faccia, ti ho detto mille volte di darmi del tu" gli posò una mano sulla spalla "poi quel soprannome... Padrona, insomma" fece un sorriso scoprendo i denti accuminati "puoi chiamarmi mamma".
"Non sei mia madre" pensò Michael "e non lo sarai mai".
"Va bene mamma" disse invece.
Non conveniva contrariare ulteriormente Echidna, anche perché dovevano ancora discutere di Alexandra.
"Quella semidea.." riprese la Padrona "sta diventando un problema".
Il figlio di Gea serrò la mascella.
"Non è colpa sua" disse "sono io che l'ho portata a fare un giro".
"Un giro molto lungo" ribatté lei "due ragazzi da soli in una grande città..." assunse un'espressione preoccupata "chissà cosa sarebbe potuto succedere!"
Michael arrossì.
"Pensavo che facendola uscire dal Complesso suo padre l'avrebbe riconosciuta" strinse i pugni "così tutti avrebbero smesso di emarginarla".
Era una bugia ma si rese conto mentre la diceva che non era completamente sbagliato: era una cosa che avrebbe fatto se fosse servito a qualcosa.
Anche Echidna se ne accorse e liquidò l'argomento con un gesto della mano "La prossima volta che stai via oltre il coprifuoco avvisami".
Michael tirò un sospiro di sollievo ma non si fece illusioni.
"Non ci sarà una prossima volta" pensò "sarò sotto stretta sorveglianza".
Si alzò in piedi.
"Certo padro... mamma, non succederà più"
Il semidio si inchinò e uscì dalla stanza accostando la porta.
"È andata fin troppo bene" pensò mentre superava le dracene di guardia e raggiungeva Clara.
Lei gli sorrise porgendogli Urlo della Terra.
La figlia di Ares aveva 15 anni, lunghi capelli rossi tenuti dietro da una bandana e due occhi verdissimi.
Le lentiggini che le coprivano buona parte del viso la facevano sembrare una di quelle campagnole tutte rose e fiori ma la cicatrice sul sopracciglio sinistro e la sciabola che portava al fianco indicavano abbastanza chiaramente la sua professione.
Una guerriera.
Una specialista.
Michael le sorrise di rimando mentre si aggiustava l'arma nel fodero.
Non si potevano portare armi in presenza della Padrona.
"Come è andata?" chiese Clara piegando la testa di lato.
Nel farlo fece tintinnare due grossi orecchini a cerchio.
"Meglio di quanto mi aspettassi" rispose Michael "mi ha detto solo di non farla preoccupare inutilmente".
Lei scrollò le spalle.
"Quando ha dato l'allarme abbiamo pensato subito ad un attacco" gli diede un pugnetto sulla spalla "invece eri solo tu che te ne eri andato a zonzo".
Michael rise nervoso "Scusa se vi ho fatto uscire inutilmente".
"Nhaa tranquillo" fece la figlia di Ares "ogni tanto una boccata d'aria fresca non è male"
Guardò l'orologio.
"Oggi tocca a me addestrare i miei fratelli" Clara sorrise "mi fai compagnia?"
Il figlio di Gea gli sorrise di rimando.
"Certo".

Il campo di addestramento era enorme.
Si trovava al piano -11 ed era scavato in una gigantesca caverna.
Senza contare l'anfiteatro per la scherma e il campo dei tiratori che occupavano la maggior parte del campo, esso era dotato anche di un lago per le esercitazioni acquatiche, un castello per quelle d'assedio e un'infermeria formata da una grande tenda rossa.
Il soffitto della grotta era nascosto dalla Foschia che mostrava invece un cielo azzurro con poche nuvole ma l'umidità e gli echi lo facevano sembrare una presa in giro.
Michael raggiunse Clara al centro dell'anfiteatro.
Disposti a semicerchio davanti a lei c'erano una dozzina di adepti in divisa da combattimento e armi.
"Fanno paura"
Nei loro sguardi si poteva leggere il desiderio di diventare più forti misti al rispetto verso l'insegnate.
Come lo videro, molti chinarono il capo in segno di rispetto e cominciarono a mormorare tra loro.
Era considerato da tutti il guerriero più forte del Complesso e i figli di Ares adoravano la forza.
"Cosa vuoi fargli fare oggi?" chiese Michael accostandosi a Clara.
"Mmmmm" fece lei "penso basti il solito test di passaggio".
Quando un adepto riusciva a sconfiggere in un duello uno specialista veniva automaticamente promosso.
"Io non ne ho avuto bisogno" pensò il figlio di Gea squadrando gli adepti "sono stato lo specialista più giovane di sempre".
Clara si schiarì la voce e tutti i ragazzi tacquero improvvisamente.
Estrasse le sciabola con un rumore metallico  e la piantò nella sabbia tra i suoi piedi.
"Soldati!" disse con tono autoritario "il qui presente Michael Sand si è offerto di supervisionare questa sessione d'allenamento quindi non fatemi sfigurare!"
"SISSIGNORA!"i ragazzi gridarono all'unisono stando sull'attenti.
"Perfetto" riprese Clara "chi vuole provare a diventare uno specialista?"
Quattro di loro di fecero avanti.
"Solo quattro?" la specialista si portò le mani sui fianchi "vi avevo detto di non farmi sfigurare!"
Altri tre si fecero avanti.
"Così va meglio" disse tra se e se la ragazza.
Uno dei ragazzi, quello più massiccio, fece un passo avanti e indicò Michael.
"Vogliamo sfidare anche lui"
Clara fece una faccia esasperata.
"Kevin, lui è il supervisore e poi non è alla vostra portata, inoltre..."
Il figlio di Gea scoppiò a ridere.
La ragazza lo guardò confusa.
"Accetto la sfida" Michael estrasse Urlo della Terra "potete venire anche tutto assieme se volete, per me e Clara non è un problema".
I sette ragazzi si scambiarono un'occhiata e cominciarono a discutere la strategia.
La semidea si girò verso di lui.
"Sette assieme sono tanti anche per me" scrollò le spalle "spero tu sappia cosa stai facendo".
Il figlio di Gea si chinò, raccolse una manciata di sabbia da terra e la lasciò scivolare dalle mani.
"Mi basta questa" disse lanciando un'occhiata alla ragazza.
"Siamo pronti" li interruppe il ragazzo massiccio di prima.
Gli altri sei si disposero a ventaglio dietro di lui estraendo le armi.
Clara e Michael si misero in posa da combattimento.
Lo scontro iniziò.
Il Kevin estrasse due asce e si lanciò sul figlio di Gea mentre gli altri sei si scagliarono su Clara.
Michael intuì la strategia.
Il ragazzo massiccio lo avrebbe tenuto occupato il tempo necessario agli altri di sconfiggere Clara, poi si sarebbe trovato solo contro sei avversari.
Kevin assestò un poderoso doppio colpo dall'alto che Michael si limitò a schivare arretrando.
L'adepto urlò per la frustrazione e si lanciò in una tempesta di colpi, le due asce che fendevano l'aria in un vortice metallico.
"È solo forza bruta" pensò il figlio di Gea schivando agilmente ogni colpo "non ha un briciolo di grazia".
Michael allora interruppe l'attacco con un calcio al petto dell'avversario e prese le distanze.
Con la coda dell'occhio vide Clara danzare tra gli avversari al ritmo di parate e fendenti senza che nessuno di loro riuscisse a colpirla.
Uno di loro giaceva disarmato e si teneva l'inguine con entrambe le mani mugugnando dal dolore.
Il semidio riportò l'attenzione sul suo avversario che riprendeva fiato a pochi metri da lui.
Chiuse gli occhi e attinse al potere della Terra.
Poteva sentire ogni singolo granello di sabbia dell'area fremere, pronto a mettersi ai suoi ordini.
Riaprí gli occhi e impugnò Urlo della Terra con una mano sola.
Michael cominciò a camminare lentamente verso il suo avversario mentre una tempesta di sabbia in miniatura gli si cominciava a formare attorno.
Kevin cercò di arretrare lentamente finché non sbatté con la schiena contro un muro di roccia.
Il figlio di Gea sorrise divertito e alzò di scatto la mano libera.
Altri due muri di roccia si sollevarono dal suolo chiudendo le vie di fuga al ragazzo.
Adesso la tempesta di sabbia era così fitta da non riuscire a vedere a più di un metro di distanza.
Michael con due colpi precisi disarmò l'avversario che cadde in ginocchio mormorando frasi di resa.
La tempesta di sabbia si arrestò improvvisamente e i muri di roccia si sgretolarono.
Il semidio rivolse l'attenzione al combattimento della specialista.
Stava trattenendo un avversario disarmato con la sciabola sulla gola mentre teneva gli altri quattro a distanza puntandogli contro una pistola d'epoca.
"Quella ragazza è piena di sorprese" pensò "da quanto ha una pistola?"
"Hey!" urlò il semidio avvicinandosi "lasciamene qualcuno anche a me!"
Lei sbuffò per spostare una ciocca di capelli ribelle e gli urlò di rimando:"Quando vuoi!"
Michael sorrise e corse contro i quattro adepti rimasti.
Con una piroetta superò l'affondo di uno colpendone contemporaneamente un'altro sulla fronte con il pomo della spada.
Ancora prima che si accasciasse schioccò le dita e la sabbia ai piedi del primo esplode verso l'alto facendogli perdere l'equilibrio.
Infine puntò lo sguardo su uno dei due rimanenti che si lanciò su di lui facendo mulinare un bastone sopra la testa.
Al figlio di Gea bastò indurire la sabbia ai suoi piedi per farlo sbilanciare e cadendo lasciò andare il bastone che venne subito risucchiato dal terreno.
"L'ultimo è tutto tuo" disse rinfoderando Urlo della Terra.
La specialista allora colpì alla tempia l'adepto che stava trattenendo con il manico della pistola facendogli perdere conoscenza e si voltò verso l'ultimo rimasto.
"Avevo proprio voglia di testare i proiettili speciali" mormorò tra se e se armeggiando con la pistola".
L'adepto cercò di scappare senza risultato.
Non appena Clara premette il grilletto il ragazzo venne immobilizzato da una rete d'oro che lo avviluppò facendolo cadere.
Il combattimento era finito.
Gli allievi che non avevano partecipato allo scontro applaudirono mentre i malcapitati si rialzavano massaggiandosi le parti doloranti.
"Tutti quelli che hanno combattuto vadano in infermeria per sicurezza" ordinò la specialista aggiustandosi la bandana "gli altri possono allenarsi tra loro come al solito" posò lo sguardo su Michael "immagino che a te non serva andare in infermeria".
"No" fece lui "penso che andrò ad allenarmi per conto mio" le diede un bacio sulla guancia e se ne andò con passo deciso.
Clara rimase a fissarlo con aria sognante, la mano premuta sul punto dove l'aveva baciata fino a quando non fu più visibile.
Quando si accorse che i suoi allievi la stavano osservando divertiti sbraitò degli ordini e si avviò con loro in infermeria.
Con il sorriso sulle labbra.

"Lui dov'è?" la voce lo perseguitava dall'oscurità.
Luksus strisciò nel buio trascinando le gambe rotte.
Si trascinava in un vicolo buio e sporco lasciando per terra una lunga scia di sangue scuro.
Aveva molte ossa rotte e perdeva sangue da numerose ferite alla pancia.
L'aria fredda gli entrava a forza nei polmoni e ne fuoriusciva sotto forma di lunghi gemiti di dolore che non riusciva a trattenere neanche stringendo i denti.
"Dov'è lui?" nel buio del vicolo si riusciva a distinguere la sagoma dell'interlocutore.
Sembrava un ragazzo, avvolto in una felpa larga e jeans consumati ma aveva dita lunghe e dritte, simili a coltelli, che gocciolavano sangue.
"Ti ho già detto che non so niente!" urlò il figlio di Nemesi con una smorfia di dolore.
Le costole incrinate gli bruciavano ogni volta che urlava.
"Non mi prendere per il culo" disse con voce tranquilla la sagoma, avvicinandosi "sento il suo odore su di te"
Diede un calcio alla gamba rotta e Luksus gridò.
Il dolore era tale che si raggomitolò in posizione fetale e scoppiò a piangere.
"Ti dirò tutto, TUTTO!" urlò tra i singhiozzi "tutto quanto, tutto quanto, tutto...".
Riusciva solo a ripetere queste parole come un disco rotto mentre la pozza di sangue in cui giaceva diventava via via più grande.
"Dimmi allora" l'aguzzino sfregò le dita producendo un rumore metallico "dove lo nascondete" si accucciò e sussurrò all'orecchio del ragazzo:"Il sangue antico".
Il corpo di Luksus ebbe un fremito dovuto anche dagli artigli che gli accarezzavano la gola.
"A-al Complesso" balbettò il figlio di Nemesi "al Complesso abbiamo un semidio primordiale" gli occhi gli si riempirono di lacrime "non uccidermi, ti prego".
Lo sconosciuto allora allontanò le dita dalla gola di Luksus.
"Davvero?" c'era una nota di agitazione nella sua voce "cioè, lo hai visto di persona?"
Il semidio annuì con le lacrime che gli colavano sulle guance pallide.
L'aguzzino si alzò in piedi e si passò le mani sui capelli.
Gli artigli erano spariti.
"Fratello" mormorava come in trance "finalmente ti ho trovato".
"È pazzo" Luksus lo fissava spaventato senza muoversi.
Lo sconosciuto sembrò ricordarsi che lui era lì.
Si girò lentamente e alzò un pugno al cielo.
Sotto gli occhi spaventati del semidio il braccio si inspessì fino a raggiungere le dimensioni di un tronco di albero.
Nella penombra del vicolo l'arto sembrava completamente nero.
Il figlio di Nemesi urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Le costole fratturate urlavano di dolore assieme a lui.
"Non voglio morire" pensò Luksus prima che lo sconosciuto gli fracassasse il cranio con un pugno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2019 ⏰

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