epilogo

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Si chiuse la porta alle spalle. Era il suo turno adesso, una guardia lo stava portando alla macchina. Come se ce ne fosse bisogno, pensò con quella punta di menefreghismo propria degli adolescenti innamorati. Già, l'aveva ammesso definitivamente con se stesso, ma, prima o poi, avrebbe dovuto farlo anche nei confronti degli altri. Non era più sicuro di essere pronto, era successo tutto così in fretta...Poi come l'avrebbe spiegato a suo figlio? E alla sua ex moglie? E gli italiani come avrebbero reagito nello scoprire che avevano avuto il primo premier gay e non lo sapevano?

Buon Dio, basta!

Giuseppe Conte riuscì miracolosamente a fermare quell'ondata di pensieri ricolmi d'ansia e a godersi il momento. L'uomo che aveva amato silenziosamente per un anno voleva passare il resto della sua vita con lui, si era dimesso, non aveva ragione di preoccuparsi di nulla. Poi gliel'aveva promesso, non si sarebbe certamente tirato indietro. Era stato fedele ai patti peggiori, perché trovava così difficile continuare a fare ciò che faceva felice lui e il suo amato?

Sembrava che il famoso uomo tutto d'un pezzo si fosse spaccato in due. Già, due parti l'una in conflitto con l'altra. E non c'erano molte persone che riuscissero a fargli un simile effetto...

L'ex premier salì in macchina sotto la luce di un lampione storto. Fece un respiro profondo, allentando di nuovo il nodo che aveva appena fatto alla cravatta.

Sono pronto o no?

Ad un certo punto, dal profondo di una tasca, il suo cellulare vibrò. Era una notifica di Luigi, l'aveva taggato in un post su Facebook. Lo aprì e lo lesse, concentrandosi soprattutto sulla fine.

"Hai saputo farti amare dagli Italiani soprattutto nelle aree più disagiate del Paese. Qualunque cosa accadrà oggi, sappi che per me e per tutti noi vederti in quel ruolo è stato motivo di orgoglio. Sei una delle scelte di cui vado più fiero nella mia vita. Sei una perla rara, un servitore della Nazione che l'Italia non può perdere."

Sorrise, perché sapeva che quelle parole avevano ben poco di politico e molto da dire su di loro. Luigi si era messo a nudo davanti a tutta Italia, ciò che voleva dire era palese. Migliaia di italiani l'avrebbero preso in giro per questo messaggio ambiguo, perché aveva definito l'ex premier una delle scelte migliori della sua vita e, soprattutto, una perla rara. Nel momento in cui l'erastes dubitava, l'eromenos aveva tirato fuori le palle. Quando una parte di Conte era pronta a mandare tutto all'aria, l'intero Di Maio stava urlando al mondo che quello era amore vero. Giuseppe si rese conto di quanto fosse stato immaturo.

Allora, sono pronto o no?

Era stato così stupido ad ignorare la risposta che già aveva in sé.

Diavolo, sì!

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