Capitolo 3

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Aprii l'armadio, in cerca di qualcosa che non avrebbe attirato troppo l'attenzione. Dopo una lunga mezz'oretta passata a calcolare tutti i possibili abbinamenti mi arresi all'idea di non avere una minima idea dei vestiti da mettere. Per fortuna entrò all'improvviso Alì in camera, venendomi in soccorso: lui sì che si intendeva di abbigliamento, per ogni occasione ed infatti era già preparato perfettamente, senza neanche un capello fuori posto.

«Sei serio? Manca meno di un'ora alle nove e non hai ancora deciso cosa metterti? -disse gesticolando con le mani in un modo strano - Allora... vediamo un po' cosa hai nel guardaroba...»

Dopo aver rovistato fra le varie camicie e alcuni pantaloni, arrivò finalmente ad una conclusione.

«Allora, allora, allora... Il tuo guardaroba è uno schifo, ma forse se ti metti questa camicia con questi pantaloni neri andrebbe bene. » scherzò ironicamente, anche se si sentiva che era proprio quello che intendeva. Quindi mi vestii in fretta con l'aiuto di Alì e appena in tempo uscimmo dalla stanza per avviarci verso l'aula di design. Stranamente era più euforico del solito, sembrava persino un po' ansioso anche se teneva comunque un sorriso stampato sulla faccia.

Appena arrivammo l'aula era praticamente piena: poche luci rendevano l'ambiente misterioso e poco visibile, mentre si sentiva un lieve brusio tra i tavoli e la musica di sottofondo avvolgeva tutta la scena. Sopra di essi erano appoggiati un'infinità di dolci e cibo vario e proprio al quello più vicino a me c'era Mike, che stava parlando con alcuni studenti. Mi congedai un attimo dal mio amico e andai a salutare Mike, ma quando ritornai non trovai più nessuno ad aspettarmi, così decisi di fare un giretto da solo.

Vidi Elise, anche lei sola, che sembrava aspettare qualcuno, perciò mi avvicinai e la salutai.

«Hey, ciao...come mai tutta sola?»

«Ciao, Iah! Stavo aspettando Helen, doveva essere qui mezz'ora fa e non risponde nemmeno ai messaggi...» mi disse facendo le spallucce.

«Io invece ho perso Alì, l'hai visto per caso?» 

Proprio in quel momento il brusio venne placato dal silenzio per pochi secondi e molti sguardi si rivolsero verso l'ospite che era appena entrata: Helen. Si era arricciata i capelli stavolta ed indossava un abito rosa con scollo a barca e le maniche a mantella, non troppo elegante, probabilmente fatto di seta pregiata. Al collo portava una collana d'oro, messa in risalto dalle pietre luccicanti che sembrava brillassero di luce propria. In mezzo aveva una stretta cintura bianca, e sotto di essa una gonna che le arrivava fino alle ginocchia. In fondo completavano il tutto un paio di tacchi alti rosa. Al suo fianco c'era Alì, rimasto in secondo piano per quei pochi istanti, ma la sua ricomparsa spiegava molte cose. Il brusio riprese come niente fosse, mentre Helen iniziò a salutare un po' tutti, persino Mike, dirigendosi lentamente da noi, con Alì che le stette dietro per tutto il tempo. Questa volta due sentimenti opposti mi pervasero: uno piacevole e vivo, l'altro ardente e malevole, ma neanche il tempo di rendermene conto che entrambi giunsero di fronte a noi.

«Ciao ragazzi! Scusate se abbiamo fatto tardi, ma diciamo che ho calcolato male i tempi...poi ho fatto un casino, non trovavo niente, la camera era tutta in disordine e...» 

«Si, abbiamo capito.» tagliò corto Elise sgranando un po' gli occhi ironicamente.

«Ah,si...scusate.» disse lei, ancor più imbarazzata, mentre tentava di farsi di farsi perdonare con uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti.

«Te invece? Che fine avevi fatto?» chiese Elise per me.

«Io...b'è... mi ha scritto che le serviva aiuto, quindi sono andato, abbiamo risolto e l'ho accompagnata fin qui.» si giustificò Alì.

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