1. BRUSCO ATTERRAGGIO

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12 GIUGNO
SEI MESI PRIMA.

Sto aspettando le mie valigie da almeno venti minuti e l'ansia sta già prendendo il sopravvento su di me.
E se avessero perso i miei bagagli? Se li avessero rubati?
La colpa è di mia madre che è sempre stata troppo apprensiva e mi ha sempre creato un sacco di paure senza fondamento e mi ha fatta diventare paranoica.
Ha dato di matto quando ha scoperto che la scuola aveva scelto me per il progetto di gemellaggio. Mio padre ha quasi dovuto sedarla per farle digerire la notizia.
Mia sorella, al contrario, è stata piú che felice di apprendere che per sei mesi avrebbe avuto la stanza ed il bagno tutti per se.
Questa mattina all'aeroporto ha pianto e mi ha prestato la sua copia di Orgoglio e Pregiudizio, facendomi promettere che lo avrei letto.
A volte penso che se tenesse meno la testa in quei romanzi e piú sui libri di scuola, sarebbe molto meglio. Ma lei è cosí, un'inguaribile romantica che non fa altro che leggere, suonare il suo violino e fantasticare sui romanzi che ha sul comodino.
Anche mia madre ha pianto e mio padre non è stato da meno, anche se ha cercato di nasconderlo. Mi ha regalato uno spray al peperoncino e mi ha fatto promettere di usare le lezioni di pugilato che mi aveva impartito, se fosse servito. Ecco cosa succede ad avere un carabiniere come padre.
Mia madre avrebbe solo voluto che portassi con me vestiti piú pesanti e qualcosa da mangiare. Per il resto era abbastanza tranquilla, anche se credo mi chiamerà almeno quattro volte al giorno da oggi.
Da lontano noto le mie due valige blu, spiccare sul nastro trasportatore e mi faccio largo tra la folla per trascinarle a terra.
Forse avrei dovuto portarmi un pò meno roba, accidenti!
Afferro una valigià in una mano, una nell'altra e mi avvio verso la sala degli arrivi.
Ero già stata a Londra ma ero atterrata a Getwick. Heathrow è decisamente piú gigante e dispersivo ed è già un miracolo che io non mi sia ancora persa.
Poso il mio sguardo sulla folla di persone che attende i passeggeri del mio volo, in cerca di quella che sarà la mia nuova mamma per i prossimi sei mesi.
La professoressa Girardi ha detto che la signora Blaze mi avrebbe aspettata al mio arrivo con un cartello.
Sono ansiosa di conoscerla. Da quello che mi hanno detto è una bellissima donna, fa l'architetto ed è molto simpatica e disponibile.
Lo spero tanto, dal momento che dovrò conviverci per un bel pò.
Poco piú in là della colonna specchiata, noto una signora sulla cinquantina, magra, bionda ed abbronzata con un cartello con scritto il mio nome e cognome. Deve essere lei.
Faccio un respiro profondo e mi avvicino.
"Buongiorno" dico sfoggiando l'inglese imparato in questi anni.
"Sei Cleo?" domanda lei. Ha una voce squillante.
Faccio segno di sí con la testa e lei mi regala un sorriso materno.
"Piacere, io sono Isabelle Blaze" mi dice, tendendo la mano.
"Cleo Vincenzi" le rispondo stringendole la mano curata, con una manicure perfetta.
"Dammi uno dei tuoi bagagli"
"Posso fare da sola"
"Non dire sciocchezze, danne uno a me e seguimi, ho l'auto qui fuori" risponde. Poi, senza darmi il tempo di obiettare, afferra uno dei miei trolley giganti e si mette a camminare. È magra, alta, con due gambe perfette e messe in mostra grazie al tubino verde che indossa e che non arriva piú giú del ginocchio. Cammina sicura e veloce sui suoi costosi tacchi a spillo e la sua coda perfetta bionda oscilla a destra e a sinistra ad ogni passo che fa. È praticamente perfetta e mi fa sentire a disagio, nella mia felpa di Batman che puzza di viaggio e nei jeans troppo stretti per le mie curve.
In poco tempo arriviamo al parcheggio e la vedo infilare una mano in tasca e tirare fuori le chiavi dell'auto.
Tende il braccio, preme un pulsante ed un suv Mercedes argentato e poco lontano da noi emette un rumore acuto e si accende come un albero di Natale.
"Ecco qui, mettiamo tutto nel bagagliaio" mi dice e mi sorride di nuovo.
Una volta in auto, afferra la sua borsetta costosa e la porta sul sedile posteriore, poi accende infila le chiavi nel quadro e fa per partire.
"Ti piace il rock 'n roll?" domanda, portando l'indice sul pulsante della radio.
"Molto" rispondo divertita. Non avrei mai detto che una donna cosí sofisticata, ascoltasse quel genere di musica.
I Guns 'n Roses iniziano a fare da sottofondo al nostro viaggio e nell'auto si crea un'atmosfera spensierata e allegra che mi mette subito a mio agio.
"Allora, raccontami qualcosa di te, Cleo" dice Isabelle, scalando la marcia.
"Non c'è molto da dire. Ho 18 anni, sono per metà italiana e per metà inglese e frequento il liceo linguistico"
"Mi hai detto tutte cose che già so" sorride "Dimmi qualcosa di nuovo. Che musica ascolti, cosa ti piacerebbe fare una volta finita la scuola, il tuo colore preferito..."
"Il mio colore preferito è il blu, come può notare dai miei bagagli, adoro la musica che stiamo ascoltando adesso e finita la scuola mi piacerebbe diventare un'interprete."
"Un'interprete" ripete lei "Hai un buonissimo accento, sai?"
"Grazie mille" rispondo "E voi? La vostra famiglia?"
"Noi siamo in cinque. Ci sono io, mio marito Thomas ed i nostri figli" mi risponde serena, mentre svolta a destra in una via trafficata.
"Ha tre figli?" chiedo.
"Due maschi ed una femmina"
"Hanno la mia età?"
"Mia figlia sí" risponde "Ho fatto in modo che foste in classe assieme, cosí avrai già un'alleata nella nuova scuola"
I miei muscoli si distendono.
Che sollievo!
"Si chiama Lisa, è molto dolce e sono certa che andrete d'accordo"
Lo spero!
"E i suoi figli?"
"Loro sono piú grandi" risponde "Daniel ha vent'anni e fa l'università"
"Che cosa studia?" domando.
"Storia antica"
"La storia è anche la mia passione!" esclamo elettrizzata. Se non altro avremo qualcosa in comune.
"Davvero? Allora le volte in cui tornerà a casa avrete molto di cui parlare"
Tornare a casa? Oh, giusto...l'università.
"E suo fratello?"
"Braxton è il maggiore dei tre. Ha ventitre anni e fa il fotografo. O almeno cosí dice"
"Che significa?" chiedo incuriosita.
"Vedi, Brax è un bravo ragazzo, ma non ha mai avuto voglia di studiare. Saltava la scuola, frequentava le compagnie sbagliate e a volte non tornava a casa per giorni"
Santo cielo, che tipo!
"Ed ora è cambiato?"
"Ha messo la testa a posto, sí, ma il suo caratterino è rimasto invariato. Ora gli è saltato in testa che vuole fare il fotografo. Mi domando quale sará il prossimo capriccio" conclude, con una risata.
Insomma, da quel che ho capito, sembra che passerò la maggior parte del mio tempo con Lisa. È un peccato non poter conoscere Daniel e parlarci un pò di storia. È cosí difficile trovare persone che abbiano il mio stesso interesse. Quanto a Braxton, sono felice che stia fuori dai piedi. Di certo non voglio che un tipo come lui mi giri attorno.
"Sembra davvero una bella famiglia la vostra"
"Ha i suoi alti e bassi, come tutto del resto, ma spero davvero che ti troverai bene con noi" mi risponde sorridente.
Anche io le sorrido, guardando fuori dal finestrino e godendomi Londra a pieno, ora che è svanita la mia ansia di finire in una famiglia di antipatici.

Dopo circa mezz'ora siamo di fronte ad una villa, in un quartiere poco trafficato e che rispecchia perfettamente lo stile architetonico inglese.
Sapevo che fossero una famiglia facoltosa, ma mai mi sarei aspettata una casa cosí bella e di queste dimensioni.
È in mattoni rossi, dall'aspetto signorile ma moderno, sdrammatizzato qua e la da enormi vetrate che sono sicura la renderanno molto luminosa e chic. Ha un vialetto in sassi che porta dal cancello verde al portone in vetro e ferro battuto. Da parte all'abitazione c'è un enorme portico, sotto il quale sono parchggiate altre due macchine.
Questa casa è cosí grande che credo mi ci perderò un giorno. Ma come fanno a tenerla pulita?
"Siamo arrivati" dice Isabelle "Benvenuta a casa"
Casa...
Faccio un respiro profondo e mi guardo intorno un momento, pensando a quanto cambierà la mia vita da oggi in poi.
Sono sempre stata una ragazza molto indipendente nonostante la mia età, ma ho comunque paura di sbagliare qualcosa o di non star loro simpatica.
E po c'è l'ostacolo della nuova scuola, con un sistema totalmente diverso da quello italiano. E poi riuscirò a farmi degli amici o verrò additata come 'quella nuova' per tutta la mia permanenza?
"Allora, portiamo le valigie in camera tua e poi ti mostro il resto della casa, d'accordo?"
Faccio sí con la testa ed Isabelle mi si avvicina.
"Sono molto felice che tu sia qui. Vedrai andrà tutto alla grande" mi dice abbracciandomi. E per una frazione di secondo, anche se distante, mi sento a casa.

Sexy Stranger - Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora