Take my hand

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Crowley stava camminando sotto la pioggia incessante, a Saint James park.

Lo faceva sempre sentire meglio la pioggia, più leggero.

Era nervoso quel giorno, e guardava il cielo terso, pieno di domande.

Aveva litigato con Azraphel la sera prima... Non era la prima che succedeva, ma questa volta era diverso, lo aveva ferito, e lo rendeva furioso il fatto che quell' angelo riuscisse a fargli perdere la calma.

Azraphel era l' unico che lo trattava in modo diverso.

L' unico che credesse in lui, che si fidasse di lui.

Guardava oltre i suoi occhi da serpente, oltre le ali nere, fin dentro la sua anima.

Lo trattava come se dentro di sé ci fosse ancora del buono, come se ci fosse una luce.

E anche se non lo avrebbe mai ammesso, lo faceva sentire bene.

D' improvviso squillò il telefono, era Azraphel.

Crowley stette un po' a guardare lo schermo, con il pollice a mezz' aria.

"Che vuoi?" Sbottò.

"Oh Crowley, ciao! Io... Ecco vorrei vederti." Rispose l' altro.

"Beh io non voglio vedere te."

"Devo parlarti..."

"Non abbiamo niente da dirci." Disse seccato, abbassando il telefono.

"Ho una sorpresa per te..."

"Una sorpresa?" Rispose incuriosito.

"Si... Sono certo che ti piacerà. Ti aspetto stasera alle nove, da me."

Crowley si sedette su una panchina, piuttosto confuso.

Una sorpresa... Si disse tra sé e sé. Chissà che diavolo avrà combinato quell' angelo.

Alle otto in punto Crowley aprì la porta della libreria di Azraphel.

Non era mai stato un tipo paziente.

Entrò in silenzio, guardandosi intorno con fare sospettoso.

Arrivato nel salottino, trovò il tavolo apparecchiato per due. La tovaglia era di velluto rosso, i piatti d' argento, c' erano delle candele al centro tavola e dei fiori freschi ben riposti in vaso, anch' esso argentato.

Sul vinile c' era un disco di Frank Sinatra.

La cosa lo insospettì parecchio, anche se non poté trattenersi dal fare un mezzo sorriso.

Qualche momento dopo, Azraphel entrò nella stanza, con solo un asciugamano bianco intorno alla vita. Le goccioline d' acqua gli colavano dai capelli, scivolando sul collo e sul suo torace liscio.

"Per tutti i diavoli!" Esclamò Crowley.

Azraphel si accorse solo in quel momento della sua presenza, ed emise un lieve urlo.

"Crowley!" Disse imbarazzato, coprendosi il petto con le mani.

L' altro sorrise.

"Accidenti angelo. Non scherzavi riguardo la sorpresa..." Rispose, avvicinandosi a lui.

"Cosa? Ma io..." Non riuscì a finire la frase.

Crowley lo prese per i fianchi, sbattendolo contro il suo corpo.

Azraphel si sentì mancare.

Il demone avvicinò il viso al suo collo, ispirandone l' odore.

"Ma che buon profumo che hai... E' quello che ti ho regalato io?"

Take my handWhere stories live. Discover now