Consultazioni (Mentana X Damilano)

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"Enrico... ma non devi andare in onda tra breve?"
"Tranquillo Marco, se ci teniamo in pubblicità un altro po' a Cairo fa solo piacere..."

La crisi di governo in corso aveva dato -e continuava a dare- un gran bel daffare al Direttore e alla sua fedele squadra di inviati e ospiti fissi; gli equilibri politici non erano mai stati così fluidi, e ogni giorno uscivano notizie che mettevano in discussione quelle uscite addirittura qualche ora prima. Con tale stato delle cose, Enrico Mentana sentiva una puzza costante di maratona; doveva tenersi sul pezzo, glielo imponeva il prestigio che il suo telegiornale aveva raggiunto grazie alle sue imperdibili dirette televisive, che potevano raggiungere addirittura le 48 ore di durata. "Ma quando mangia questo povero cristo?" "Ma ce lo avrà il tempo di andare in bagno?" si chiedevano i fan nei commenti delle pagine Facebook e dei gruppi dedicati a questi spettacolari eventi. Per Enrico i meri bisogni corporali significavano un grosso ostacolo al suo mirabile lavoro: lui sapeva perfettamente che le notizie non aspettano, specialmente nell'era digitale, dove un avvenimento non ci mette nulla a finire nel dimenticatoio. Beh, Mentana era riuscito in un'impresa che qualsiasi altro direttore di giornale e telegiornale reputava impossibile: riportare i giovani in massa davanti alla TV e riaccendere in loro l'interesse per la politica e per l'informazione di qualità.

Di questo era perfettamente cosciente il suo ormai ospite fisso e amico di vecchia data Marco Damilano. Egli era più giovane del Direttore di una decina d'anni, ma aveva avuto il tempo di costruirsi una carriera niente male, arrivando a dirigere "L'Espresso" e a raccogliere un buon seguito con il suo blog "Lost in Politics". Certo, una bella carriera, ma lui stesso era consapevole che a Mentana poteva solo lucidare le scarpe in fatto di esperienza. Era comunque riuscito a farsi accreditare come ospite fisso alle sue maratone e a ritagliarsi uno spazio settimanale tutto suo in "Propaganda!", con il suo Spiegone Damilano a cadenza settimanale in cui riassumeva gli ultimi avvenimenti politici come solo un narratore di soap opera poteva fare.

"Dio, Enrico... sei più carico del solito oggi..."

Questi e tanti altri pensieri affollavano la testa di Marco, mentre soccombeva alle vigorose spinte del Direttore. Quando e come era cominciato tutto questo non lo sapeva nemmeno lui, ma era sicuro che le tante ore di diretta accumulate negli ultimi tempi avevano giocato un brutto scherzo alla mente del povero Enrico; era chiaro che gli mancava da morire la sua compagna Francesca, e mentre certi bisogni corporali -come la fame e la sete- possono essere controllati con un po' di sana disciplina, altri... beh...
Chissà cosa passava per la testa di Enrico Mentana quando aveva avuto questo genere di pensieri su Marco Damilano per la prima volta. La maratona sulle elezioni americane del 2017 era stata sì un grande successo, ma era stata anche particolarmente sfiancante, e quando il suo cervello, alla vista del suo grande amico e collega, mandava strani segnali al suo basso ventre, la parte razionale della sua coscienza relegava tutto a un estremo bisogno di riposo. Ma le maratone si susseguivano, e insieme a loro altre ospitate di Marco Damilano, e quei segnali non accennavano a diminuire.

"Marco, se non la pianti di muoverti così mi fai esplodere. E tu non devi farmi venire prima che non lo abbia fatto tu, piccolo egoista..."
"Non è colpa mia, Enrico... Ah... Mi piace troppo..."

Dopo la diretta delle elezioni nazionali del 2018 le cose cominciarono a degenerare per i due amici e colleghi. Dato il grande successo dello Speciale TGLa7, l'editore Urbano Cairo decise di tenere un grande rinfresco per tutto lo staff e gli ospiti del Telegiornale, a base di tartine al caviale, ostriche e prosecco. Litri di prosecco a non finire.
Il compassato Direttore, a causa dei fumi dell'alcool, era diventato più ciarliero e ridanciano del solito, e dispensava tutti quei sorrisi e pacche sulle spalle che non aveva dato in tutto l'anno, per mantenere la sua proverbiale fama di capo inflessibile e -a tratti- anche un po' stronzo. Damilano notò questa cosa e, mentre erano seduti sul tetto del grattacielo di La7 a fumarsi una sigaretta, ne approfittò per parlargli.
"Senti, Enrico, ora che sei più tranquillo, ti devo chiedere una cosa." Damilano sospirò; non era sicuro della reazione che poteva ottenere dal Direttore, con la domanda che stava per fargli.
"Dimmi, amico *hic!*, sono tutt'orecchi!" diceva un Mentana ubriaco marcio e barcollante.
"Da quando abbiamo fatto la diretta sulle elezioni americane mi guardi in maniera strana. Io ormai ti conosco bene, e so quando una persona ti sta sul cazzo o ti evoca rispetto solo dal modo in cui la guardi. Arrivi a me e ti viene una luce strana negli occhi; so per certo che non è perché ti sto sul cazzo, ma sono sicuro che ci sta qualcos'altro sotto..."
Enrico rise sonoramente; era certo che prima o poi Marco avrebbe notato che lo aveva praticamente sempre spogliato con gli occhi, immaginandosi chissà quali scene mentre il suo amico parlava.
"Lo vuoi proprio sapere?" disse Enrico, con un tono di voce scuro e penetrante e quello sguardo che causò a Damilano innumerevoli brividi sulla schiena. Marco, a quella domanda, annuì.
Senza troppi complimenti, Enrico gli prese con forza la mano e gliela piazzò sul cavallo dei pantaloni, già rigonfio. Il gesto causò a Marco un misto di sorpresa e shock. "Ecco perché." chiosò Mentana senza scomporsi.
Senza capire come e perché, Marco Damilano si ritrovò dal tetto del grattacielo di La7 all'ufficio del Direttore, con le labbra di Enrico saldamente attaccate al collo.
"Santo cielo, Enrico, che ti prende?" Marco Damilano era completamente paralizzato: in tutto questo tempo era stato oggetto delle fantasie del suo amico e collega di vecchia data senza essersene mai reso conto. Tutta colpa del suo atteggiamento sempre compassato. E la cosa più strana in tutto questo era che lui non stava facendo nulla per opporsi alle labbra del Direttore che viaggiavano sulla sua pelle, anzi...
"Silenzio Marco, per l'amor di Dio." disse sottovoce Enrico mentre slacciava la camicia del suo ospite. La curiosità era troppa, e fece viaggiare la sua mano sui pantaloni di Marco Damilano, trovandoci una gradita sorpresa. "Mi fa piacere di sortirti lo stesso effetto..."
A quella frase le difese di Marco crollarono, e l'ospite fisso di mille maratone non poté che soccombere ai baci focosi del padrone di casa, lasciandosi divorare le labbra.

"Dio quanto sei stretto, Marco... Che ti prende oggi? Così mi farai venire in tre secondi..."
La crisi di governo, dicevamo. L'avvenimento aveva lasciato tutto lo staff del TGLa7 in fibrillazione e in attesa costante di notizie. Il Direttore sapeva che, con questo clima, lasciare la sua scrivania voleva dire perdere l'esclusiva, e si era ripromesso di non uscire dal suo ufficio per nulla al mondo, lasciandosi andare nell'ascetismo quasi più totale. Quasi. Ricordate il discorso dei bisogni corporali, no?

"Oddio Enrico, sto per venire!"
I telespettatori, presi dall'attesa del ritorno in onda del Direttore, non si sognavano proprio di cambiare canale, sorbendosi pubblicità continue e ripetenti. Ma quel nastro di biscotti sì con riso, ma senza lattosio, di passi del pinguino e sorelle di Mezzojuso era di lì a finire: dall'auricolare Mentana sentiva i suoi ragazzi della RVM iniziare il countdown alla messa in onda, e anche lui era di lì per venire, grazie alle sapienti movenze di Marco. Ancora due spinte e il Direttore esplose in un orgasmo che lo lasciò senza fiato, costringendolo addirittura a sdraiarsi brevemente sulla scrivania.
Mentre Enrico era impegnato a riprendersi, Marco ne approfittò per rivestirsi rapidamente e darsi una sistemata; sia mai che qualche collega impiccione cominci a rivolgergli qualche domanda mirata.
"Cazzo, Marco, sei sempre il migliore..." disse Mentana ridacchiando. Il countdown avanzava inesorabile, e il Direttore si vide costretto a rivestirsi in tutta fretta. "Se non ci fossi tu queste maratone sarebbero un inferno per la mia povera testa."
Marco rise sotto i baffi. Enrico era il suo amico più caro, e avrebbe fatto di tutto per vederlo sempre in salute durante le sue dirette. "Nessun problema, lo sai che lo faccio volentieri!" disse lui riannodandosi la cravatta.
"Prima vai tu e poi torno io, sia mai che pensino male!" Enrico tirò fuori dal suo taschino un piccolo pettine, atto a rimettere in ordine i suoi riccioli ribelli che un po' costituivano la sua firma. Marco rise, era divertente scompigliarglieli mentre "andavano in pubblicità". Era perfettamente cosciente che quello era solo sesso, ma sapete, si tratta comunque di aiutare un amico in difficoltà, e alla fine della fiera non gli dispiaceva per niente. Enrico era uno che ci sapeva davvero fare.

"Siamo ancora in pubblicità?"
"Sì, Marco, hai fatto appena in tempo." disse Franco Bechis, altro ospite fisso delle maratone. "Ma dov'è Enrico?"
"Enrico è qui, caro Franco!"
Il Direttore fece una di quelle sue solite apparizioni da diva hollywoodiana da dietro la tenda. Era una cosa che i telespettatori amavano alla follia.

"Meno cinque! Meno quattro! Meno tre!"

Enrico annuì ai suoi ospiti allineati sul tavolo, si stava per tornare in onda. Il Direttore rivolse un occhiolino di intesa a Damilano, che gli rispose con un sorrisetto furbo: del resto, anche il Presidente della Repubblica tiene segreto ciò che si dice nei suoi uffici durante le consultazioni.

"Meno due! Meno uno!"

E le loro consultazioni produssero un esito molto positivo.

"Sigla!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 28, 2019 ⏰

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