Un pomeriggio di inizio autunno, quando aveva dodici anni, Adelaide stava cantando davanti alla finestra aperta rivolta alle nuvole che passavano veloci nel cielo. Quel giorno era particolarmente malinconica e cantava ripetutamente la stessa canzone. Tutto si aspettava tranne che all'inizio del ritornello una melodia suonata al pianoforte iniziasse ad accompagnare le sue parole. Risuonava un po' incerta all'inizio, rimbombando tra le pareti dei palazzi difronte, ma poi diventò sempre più forte, sicura e complessa. Migliorò fino a combaciare e mischiarsi esattamente con le parole, creando un'unione completa e bellissima. Il tutto andò avanti per qualche minuto, tra la sorpresa, la curiosità e l'ascoltarsi a vicenda. Poi insieme rimasero in completo silenzio al termine della melodia. Adelaide si affacciò istintivamente alla finestra per scoprire chi avesse accompagnato così bene la sua voce con il piano e fu così che la vide per la prima volta. La sua nuova vicina di casa. La sua cara, dolce, amorevole amica. Diana.
- Da me appena puoi! URGENTE!! - Adelaide digitò il messaggio e pigiò sul tasto invio. Aspettò che sullo schermo apparisse la scritta "messaggio inviato" e poi se lo infilò nella tasca posteriore dei jeans. Pochi secondi dopo una vibrazione sul sedere la informò che aveva già ricevuto una risposta.
- Arrivo! - diceva. Diana era così. Sempre disponibile, sempre presente nella vita della sua migliore amica. Sin da quando le loro strade si erano incrociate quel meraviglioso giorno. Tra le ragazze non c'erano mai stati segreti ed Adelaide custodiva gelosamente tutti i bei ricordi dei momenti passati con Diana dopo la scomparsa della mamma, la riteneva un po' la sua ancora di salvezza. Per nulla al mondo avrebbe interrotto quell'amicizia così bella e solida che la rendeva felice e meno sola. Erano diventate amiche del cuore così in fretta e con un tale sentimento ed entusiasmo che con facilità riuscirono a convincere i rispettivi genitori a creare un passaggio da una mansarda all'altra, dove si trovavano le loro rispettive stanze. Grazie a quella porta riuscirono a vedersi in qualunque momento desiderassero. Erano bastati cinque minuti per convincere Paul a darle il permesso di chiamare il muratore, et voilà, si era trovata una nuova coinquilina. Come il padre di Ade anche la mamma di Diana preferì assecondare la figlia e darle ciò che voleva visto che il marito non era mai presente, ma sempre via per lavoro. Era difficile per lei gestire e crescere da sola i due figli adolescenti e inoltre andare a lavorare, seguire la casa, e se dio voleva avere anche una vita sociale.
Adelaide non aveva mai visto il signor White, il padre di Diana, in tutti quegli anni di amicizia. Erano sempre Diana e la sua famiglia a spostarsi per andare a trovare all'estero dove lavorava come scienziato per una grossa corporazione. Lui veniva raramente e casualmente sempre quando lei non c'era, quindi non era mai riuscita a vederlo in faccia. Diana dal canto suo soffriva molto per questa lontananza e non voleva mai parlarne, quindi all'amica non le rimaneva che accattare questo silenzio e rispettare il suo dolore. Diana aveva con lei lo stesso riguardo. In effetti non c'era miglior persona che potesse capire il suo stato d'animo e provasse le sue stesse emozioni come poteva fare l'amica. Ogni qual volta la trovava al davanzale con una foto di famiglia in mano sentiva un peso sullo stomaco che aveva imparato a conoscere bene nei momenti di solitudine che aveva passato.
La signora White le faceva lo stesso effetto. Piegata su un libro di cucina, un pò persa. Le ricordava suo padre. Fisicamente assomigliava molto alla figlia Diana, bionda con gli occhi chiari, ma era più bassa di statura, seppur esile come il gambo di un fiore. Sembrava spaventata dal mondo, quando guardava il telegiornale alla tv si copriva sempre gli occhi per non vedere le immagini che accompagnavano le brutte notizie. Adelaide provava sempre una forte tenerezza per quella donna oltre che affetto. La guardava correre su e giù per le scale di casa sua, una volta con la cesta di vestiti sporchi e una volta con quelli puliti senza mai sbuffare o lamentarsi e si diceva che nel mondo tutte le mamme dovrebbero essere così amorevoli e gentili.
L'unico che le faceva provare emozioni completamente diverse era l'altro figlio, Marcus. Il fratellone di Diana. Era partito con il padre dopo il college per lavorare con lui, ma a breve sarebbe ritornato a casa in ferie. Al college aveva studiato robotica, e l'azienda del padre aveva apprezzato il suo curriculum e poco dopo la fine degli studi l'aveva chiamato per un colloquio, con esito positivo. A differenza delle donne della famiglia lui era massiccio, muscoloso e con le spalle larghe. Quando prendeva in braccio le ragazze per salutarle le faceva roteare in aria su e giù come fossero belle bambole leggerissime e loro ridevano e ridevano ancora come quando erano bambine. Tutte e due sentivano la sua mancanza da quando era partito, con il suo carattere solare e la battuta sempre pronta e Adelaide lo adorava. Si divertivano un mondo insieme, e ne avevano combinato delle belle. Marcus c'era sempre quando lei e Diana si cacciavano nei guai, le tirava fuori dai pasticci e poi se la spassava prendendole in giro per settimane in base a cosa avevano combinato. Tra lei e Marcus c'era un'intesa particolare, innegabile. Avrebbero voluto essere più che amici, e ci avevano provato, ma per il bene di tutti e per l'amicizia che la legava a Diana, Adelaide fece un passo indietro. Non avrebbe mai sopportato l'idea che qualcosa compromettesse la sua relazione con Diana quindi decide di lasciar perdere. Fu tremendamente difficile fare finta di niente, ma dopo poco tempo lui partì e come dice il detto "lontano dagl'occhi, lontano dal cuore", tutto fu molto più facile.
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Adelaide
AdventureLondra. Adelaide riceve un pacchetto misterioso, al suo interno i primi indizi che la porteranno a intraprendere un lungo viaggio. Incontrerà amici e nemici passando per posti bellissimi e incontaminati nel mondo. Affronterà insidie e risolverà pr...