CAPITOLO 43: Foglio bianco

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-"Rollè di carne con ripieno di verdure, gnocchi fritti con noce e speck... tiramisù in bicchiere con mascarpone corretto..."-

Rileggo per l'ennesima volta i piatti ideati, sono tre ore che cerco di buttare giù qualcosa che mi soddisfi e questi sono gli unici piatti che la mia mente è riuscita a partorire. Stizzita strappo la pagina e appallottolandola la lancio nel cestino vicino al letto mancandolo in pieno.

Metto da parte il quaderno e la penna e mi dirigo in bagno per rimuovere la tintura dai capelli prima che diventi pelata. Sciacquo per bene finché non resta nemmeno una traccia di tintura e, racchiudendo i capelli in un asciugamano, ritorno in camera.

Fisso il quaderno su cui sono scritte tutte le ricette di famiglia e imploro tutti i santi in paradiso che mi facciano venire un'idea, ci sarà qualche santo protettore del cibo?

I miei pensieri vengono interrotti da mia madre che, come un tornado, entra in camera senza bussare mentre straparla di chissà cosa.

-"... ma io preferisco non farli perché tuo padre ultimamente si sta dando da fare, quindi che ne pensi?"-

-"Mamma di cosa stai parlando?"-

-"Perché non mi stai mai a sentire?"-

-"Perché tu inizi a parlare in giardino e termini nel bagno, come faccio a seguire i tuoi discorsi?"- sbraito chiudendo il quaderno con rabbia.

Mia madre mi fissa con un sopracciglio inarcato studiandomi attentamente

-"Che succede?"-

-"Niente..."- mento distogliendo lo sguardo dal suo.

Quando ci si mette è peggio di Sherlock e Don Matteo messi insieme.

-"Vedi che se non me lo dici con le buone userò le cattive"-

-"Non è successo nulla, davvero"- ritento cercando di essere il più convincente possibile

-"Ok...l'hai voluto tu"- afferma risoluta estraendo il cellulare dalla tasca.

La guardo confusa non capendo il suo piano, ma tempo due secondi e inizio a comprenderlo. Le note di 'nu jeans e na magliett' di Nino D'angelo risuonano per tutta la camera e i miei poveri timpani implorano pietà.

-"No, ti prego mamma stacca"- la supplico alzandomi dal letto per afferrare il cellulare, ma lei è più veloce di me e schiva tutti i miei tentativi meglio di un ninja.

-"Oh guarda dopo c'è la mia preferita"- replica euforica continuando a cantare non curante delle mie lamentele. Maledizione il giorno che le ho insegnato ad usare Youtube.

-"Ti giuro che non è successo nulla"-

-"Ma quasi quasi metto la playlist di Mario Merola"-

-"Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto ciò?!"-

-"Uhh questa è bellissima, ma sai che ti dico? Dopo ci vediamo il film"-

-"Non riesco a decidere che piatto portare per l'esame, è da settimane che cerco di buttare giù qualcosa ma non mi viene in mente niente! Contenta?"- grido svuotando il sacco. Soddisfatta della mia risposta mia madre pone finalmente fine alla mia tortura e interrompe il mini concerto neomelodico che aveva avviato in camera mia.

-"Come mai non riesci a deciderti?"- mi chiede sedendosi sul letto vicino a me. Ma tutto ciò che avevo represso fin adesso sta venendo a galla e non riesco a stare seduta, mi alzo dal letto e inizio a camminare nervosamente avanti e indietro per la camera.

-"Ma non lo so, mi sembra che tutto ciò che mi viene in mente sia banale, scontato e non mi soddisfa. A scuola tutti parlano dell'esame, dei loro piatti, delle prove e io non ho nemmeno deciso se portare un primo, un secondo o un dolce!"- dico tutto d'un fiato gesticolando -"...prima ero più tranquilla siccome anche le ragazze dovevano ancora decidere cosa portare, ma ovviamente mancano due mesi e ieri hanno mostrato le prime idee alla prof. Praticamente sono l'unica cretina che non riesce ad abbozzare nulla e la prof mi sta col fiato sul collo ricordandomi ogni santissimo giorno di portarle a vedere il piatto!"-

Quattro amiche e un paio di gnocchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora