Epilogo

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Stringevo con forza la sua mano, mentre osservavamo entrambi il sole tramontare dietro le valli all'orizzonte, oltre il viale di cipressi che stavamo attraversando.

Lei era sempre bella in quell'abito scuro, i suoi occhi brillavano come quando era piccola, di quel colore cristallino che avrebbe conquistato tutti, come il suo sorriso spontaneo.

La osservai per alcuni istanti per poi tornare a guardare i flebili raggi di sole che accompagnavano gli ultimi attimi della sera e annunciavano la notte.

Reggeva da ore quel piccolo mazzo di lillà, che diffondevano nell'aria un dolce profumo al quale negli ultimi mesi mi ero abituato.

In lontananza si sentiva ancora il vociare della gente che stava abbandonando il cimitero, prossimo alla chiusura e solo noi sembravamo incerti nel volerci avvicinare ai cancelli e uscire da quel posto.

Entrambi abbiamo amato Silvia, alla quale la morte ha negato vita, in modo inaspettato, rapido e subdolo.

Non starò qui a raccontarvi cosa accadde, non sarebbe giusto per lei, perché voglio ricordarla per quel che ha saputo donare a Sabrina e a me.

Guardai mia cugina e domandai:

"Andiamo?"

Lei trasse un profondo sospiro, portando i fiori al naso e sentendone l'odore.

Avremmo dovuto deporli sulla sua tomba, ma volle tenerli con sé, per poter sentire ancora il suo odore che fino a pochi giorni prima accompagnava le nostre serate spensierate.

Mi rivolse un sorriso e disse:

"Andiamo Federico.."

Con la sua mano nella mia, attraversammo il cancello e la nostra ombra presto si allungò spinta dagli ultimi raggi di sole.

Sono passati due anni da allora, Sabrina sta specializzandosi all'estero e io sto completando gli ultimi esami prima della laurea triennale.

Credo di essere ora una persona più matura di un tempo, vivo le emozioni diversamente, con un grado maggiore di consapevolezza.

I ricordi che vi ho narrato fanno ormai parte di un tempo andato, sebbene siano ancora vivi nel cuore.

Sorrido spesso pensando a Silvia, mi manca, come manca a mia cugina che nel suo stato di whatsapp ha il suo nome perennemente segnato.

Questo racconto è dedicato a lei ed è un modo per ricordarla come era, esuberante, allegra, felice e sorridente alla vita.

Qualcuno forse si starà chiedendo che fine abbia fatto Enrico.

Ebbene, dopo alcuni giorni da quell'ultimo episodio che vi ho raccontato, Silvia e Sabrina decisero di uscire allo scoperto e raccontare della loro relazione passata.

Lui non la prese decisamente bene e dopo un insieme di insulti rivolti ad entrambe, si allontanò imprecando per strada, tra gli sguardi della gente attonita, che vedeva un ragazzo uscito di senno, che dava in escandescenze e che sembrava più una scimmia urlante che un uomo ferito.

"Era proprio stupido...anzi no, uno sfigato"

furono le ultime parole di Sabrina, accompagnate dalle risate di Silvia che ne stringeva la mano, fuori al bar sotto casa nostra.

A Silvia, F. & S.

La mia prima volta... un anno dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora