-Prego signor Jackson, mi segua.- disse l'inserviente, precedendolo lungo la passerella della nave da crociera su cui si stava imbarcando.
Lo condusse lungo un dedalo di corridoi, su per un paio di rampe di scale, fino alla poppa della nave, e infine si fermò davanti all'unica porta di quel lato del ponte nove, che aprì con fare pomposo.
-Questa è la sua suite, che occupa tutto il lato posteriore della nave sul ponte nove, quindi avrà completa esclusività e assoluta intimità. Le faremo portare i bagagli immediatamente, e sarà tutto sistemato dal personale di bordo, secondo le sue indicazioni. Le verrà inoltre assegnato un inserviente che seguirà solo lei durante l'intero corso della crociera. Le auguriamo un buon soggiorno a bordo, e si goda la vista.- concluse, con un piccolo inchino.
-Molto bene, può andare grazie.- lo congedò freddamente il diretto interessato. Con un altro piccolo inchino, l'inserviente se ne andò, lasciandolo solo.
Subito entrò nella suite, e si tolse gli scomodi mocassini grigi, affondando i piedi nella morbida moquette color tortora. Sfilò la giacca nera e la appese nel guardaroba dell'ingresso. Dopodiché attraversò l'unico varco presente, alla sua sinistra, trovandosi nell'enorme open space che ospitava comodamente un grande divano a "L", circondato da un paio di poltrone e un pouf viola scuro, che si sposavano benissimo con il grigio scuro del divano e il vetro trasparente del basso tavolino. Procedendo verso la parete in fondo, composta interamente da vetrate che davano sul mare, c'era uno spazio quadrato sul muro di sinistra, dove erano individuabili due porte di legno scuro. Quella di sinistra conduceva al bagno, mentre quella di destra si apriva su un'enorme stanza occupata quasi interamente su una vasca idromassaggio, dove la parete di fondo era il proseguimento delle vetrate dell'open space, che permettevano un bagno rilassante guardando le onde prodotte dalle eliche dei motori, situate una decina di piani sotto la stanza. Tornando all'open space, proprio di fronte alle vetrate era posizionato un tavolo di quarzo bianco, che ospitava sei comode sedie a schienale alto con imbottitura grigio scuro. Poco dopo le porte del bagno e della stanza relax, una scala in vetro trasparente si arrampicava sulla parete dipinta di lilla, conducendo al grande soppalco dove erano situati un enorme letto king size e una grande cabina armadio, il tutto arredato con i toni del viola e del grigio.
Dopo aver fatto un giro per la suite, si trovò molto soddisfatto della sua prenotazione, e si abbandonò con un sospiro sul divano. Finalmente poteva godersi delle vacanze in santa pace. Quella crociera di quattro mesi se l'era proprio meritata!-Seven, il capo vuole vederti.- gli disse il suo compagno di stanza Royal, affacciandosi alla porta della misera cuccetta che condividevano nell'area dedicata agli alloggi della servitù della nave.
-Cosa vuole stavolta quel corvo bisbetico?- si lamentò Seven.
-Non lo so. Ha solo detto, scusa, urlato, che devi raggiungerlo subito nella sala riunioni del personale. Prego per te amico, già mi manchi.- gli disse con finto tono contrito.
-Vaffanculo Roy. Non ho fatto niente, e la nave deve ancora salpare, non ho nessuna colpa... Non ancora almeno. Comunque, augurami buona fortuna amico.-
-Auguri.-
Seven gli passò accanto con un sorriso tirato e percorse il corridoio, diretto all'ultima porta.
-Buongiorno signore, voleva vedermi?- chiese all'imperioso uomo che lo fissava con le mani poggiate al tavolo. Il signor Moore era un uomo sulla sessantina, con un portamento impeccabile e un carattere... di merda, avrebbero detto i suoi sottoposti. Ma noi diciamo con un brutto carattere. Era il direttore di tutta la la servitù della nave da crociera, e pretendeva sempre un lavoro senza macchie da ogni suo dipendente.
-Siediti Allen.- disse indicandogli la sedia davanti a lui. Seven si sedette, appoggiando le braccia incrociate sul tavolo.
-Perché sono qua, signore?- chiese subito, impaziente di capire.
-Ho deciso di fidarmi di te. Come ben sai Martinez non c'è più. Lui era il nostro miglior inserviente, quello che veniva sempre affidato ai passeggeri più importanti. Faceva ogni volta un lavoro impeccabile. Ora, data la sua assenza, dobbiamo arrangiarci diversamente. Abbiamo a bordo un passeggero di grande importanza, e soprattutto di grande conto in banca, che non ha pagato per ricevere un servizio mediocre. Il signor Jackson è un grande asso nel campo della biotecnologia, e ha deciso di salire su questa nave per tornare a New York. Perciò noi lavoreremo il triplo solo per soddisfare le sue richieste. Ha inoltre pagato per avere un inserviente personale, a cui saranno accollati tutti i suoi desideri. Normalmente affidavamo questo compito a Martinez, ma adesso ho deciso di darti una possibilità.-
-Vuol dire che...-
-Non interrompermi, smidollato.- gli sputacchiò in faccia Moore.
-Stavo dicendo che ho deciso di darti una possibilità. Sarai tu, a seguire il signor Jackson.-
-Ma signore io non... Non potete chiederlo a qualcun altro?- tentò di protestare Seven, che non voleva affatto essere assegnato ad un vecchio riccone bavoso.
-Silenzio ragazzo! Non ti permetterò di mandare tutto all'aria, smettila di protestare quando invece dovresti baciarmi il culo. Ti sto affidando forse l'incarico più delicato di tutta la storia di questa compagnia, quindi tu adesso ti recherai alla suite reale, sul ponte nove, busserai alla porta, ti presenterai e eseguirai ogni desiderio di quell'uomo, o la tua breve carriera inutile chiuderà qua. Mi hai capito bene?- domandò in tono minaccioso.
-Certo... signore.- si rassegnò Seven.
-Adesso vattene, ho altro da fare che stare qua a guardare la tua brutta faccia marmocchiosa.- lo cacciò Moore.
Sconsolato, uscì dalla sala e torno nella propria cuccetta, dove trovò il suo amico buttato sul letto.
-Allora?- saltò su non appena lo vide.
-Una merda. Mi ha assegnato al signor Jackson.- disse in tono dispregiativo.
-Ha detto che è un incarico che di solito affidava a Martinez, ma che vista la sua assenza ha dato a me. Fare lo schiavetto di un riccone.- continuò.
-Ma dai, non è per niente male, ti ha dato un incarico di prestigio, tutti i nostri colleghi ambiscono a servire il ricco di turno di ogni viaggio, e ora tu hai questa possibilità.- disse ammirato Royal.
-Tu non capisci, sarà un altro dei soliti vecchi, pieni di soldi, e che si grattano il culo dalla mattina alla sera. Non voglio fare da inserviente a un Matusalemme.- si lagnò Seven.
-Mi spiace amico, ma pensa al lato positivo: una percentuale del pagamento di questo signor Jackson è tua, aggiunta allo stipendio. Saranno un bel po' di soldi.-
-Non mi interessa! Ma tanto non ho scelta.-
-Tu sei matto, se non ti frega di un mucchio di soldi.-
-Ognuno pensa quello che vuole. Adesso vado a presentarmi al nuovo tizio decrepito, o il bisbetico sclera se viene a sapere che sono ancora qua.-
Detto ciò, uscì di nuovo dalla stanza, diretto verso la parte finale della nave, sette piani più in alto, e qualche chilometro di corridoi più avanti, dov'era situata la suite reale, che ogni volta ospitava il passeggero più ricco che se la accaparrava.
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Heart In The Waves
Romance⚠️ATTENZIONE⚠️ In questa storia ci sono contenuti molto espliciti e scene erotiche descritte🔞 Quanto può un solo viaggio in crociera cambiare due vite? Loro scopriranno presto la risposta, dolce e amara come lo sprofondare nelle sabbie mobili, e di...