Capitolo 2

11 3 0
                                    

Scaccio questi pensieri sorseggiando più brutalmente la mia bevanda e guardando l'entrata del locale.
In questo momento il mio cuore cessa di battere.
La birra scorre lentamente nella gola, mentre i miei occhi squadrano da capo a piedi la ragazza appena entrata nel locale.

Ha una giacca grigia che si abbina con le sue nike del medesimo colore, una maglia semplice e dei jeans neri.
Sui polsi porta degli elastici per capelli di colore nero, mentre il suo viso è leggermente truccato, non troppo.
Ha una postura non curata, trasporta il suo corpo come se dovesse farlo non potendo fare altrimenti. I suoi occhi sono di un colore verde scuro, ma acceso se visto in prospettive diverse.

Molti nel locale si sono appena girati verso la nuova entrata, un signore sulla quarantina ha appena dato una gomitata all'amico facendo segno con la testa di guardare la ragazza dagli occhi verdi.

Più si avvicina più noto i suoi lineamenti dolci.
I suoi capelli sono di un biondo tendente al castano, ma non so bene come spiegare, però sono bellissimi.

Poggio le braccia sul bancone e continuo ad osservare la ragazza che ha finalmente raggiunto un posto che sembra soddisfarla nel locale. Si siede tirando più avanti la sedia e si sistema per poco i capelli, non sembra preoccuparsene molto.
Ineffetti i difetti sembrano scappare da lei, è difettosamente perfetta.

Sposto lo sguardo altrove, ma solo per qualche secondo, non voglio perdermi la ragazza.

Un gruppo di amici sbuca dal corridoio del locale e va al tavolo della ragazza, sembrano conoscerla, ma lei tiene un comportamento divertito, ma serio.
Un contrasto che però le sta fin troppo bene.

Giuro che sto provando a guardare altro, ma lei è cosi interessante, ogni suo movimento è trascurato e questo particolare in lei le sta da dio.
Dopo qualche decina di secondi i miei occhi decidono di spostarsi sul mio bicchiere vuoto, eppure non ricordo di essermela bevuta così velocemente. Essendo la cosa meno interessante in questo momento lascio il bicchiere e ritorno a guardarla.

Ho perso duecentotrentasette battiti, ossigeno, il colore rosa del mio viso, la sicurezza in me stesso e la vita.
Mi sta guardando, seriamente.
Il suo sguardo mi sta bruciando, o magari quello che la sta bruciando sono io.
Non sapendo che fare continuo a guardarla, e lei fa lo stesso imperterrita assottigliando di poco gli occhi, forse per mettermi a fuoco.

Gli amici d'improvviso si alzano e lei disturbata da quest'ultimo distoglie lo sguardo da me.
Bastardi.
Continuo con insistenza a guardare ogni suo spostamento, e con dispiacere la vedo andar via seguita dal gruppetto.

~

La sveglia suona in maniera brutale nelle mie orecchie, così per mettere fine a questa tortura, velocemente, mi giro posando una mano sul telefono, in modo tale di averla solo rimandata di cinque minuti.

Dopo varie sveglie rimandate mi alzo e vado in bagno.
Guardandomi allo specchio noto i miei capelli totalmente spettinati, ma notando l'orario mi accorgo che c'è pochissimo tempo per una doccia.
Indovinate? La faccio ugualmente!
In poco tempo mi spoglio dei vestiti e subito dopo entro nel box-doccia.
L'acqua calda che scorre sul mio corpo mi fa rilassare fin troppo, quindi per distrarmi da quella sensazione, penso alla realtà e mi insapono velocemente.

Dopo cinque minuti esco e mi vesto uscendo di casa.

L'aria fresca di questo lunedì mi gela la faccia, in più ho i capelli bagnati e questo, probabilmente, mi porterà all'influenza.

Camminando mi ritorna in mente la ragazza di ieri, mi trasporta la nostalgia di quello sguardo che mi ha regalato.

Un clacson mi sveglia dai miei pensieri, sobbalzo voltandomi verso il rumore vicino:
Rimango senza fiato per qualche secondo mentre squadro il grande camion che sta a qualche centimetro da me.
Cazzo, Optimus Prime esiste e mi ha appena suonato.
Notando l'autista gesticolare e parlare mi accorgo che forse è il momento di togliermi di mezzo, così mi scuso con la mano e raggiungo il marciapiede.

Stavolta lascio la ragazza dei miei pensieri ed inizio a guardare l'ambiente intorno a me:
C'è sempre quel leggero velo di tristezza in questa città, le persone forse stanno ancora dormendo, ma meglio così.
Odio la gente.

Appena noto la grande struttura scolastica davanti a me ci entro.
Ho sempre odiato le scuole, però ora che posso starci in un ruolo diverso devo dire che non è male.

Entrando inizio a riconoscere alcuni ragazzi che c'erano quando io andavo in quinto superiore, ed infine i professori.
Molti di quest'ultimi al di fuori dell'ambito scolastico sono simpatici, e questo mi ha sorpreso.

Vado verso la bidella che mi dà un compito da fare, e data la sua fretta evito di parlare ulteriormente.

<<Giovine vai in 5°A e porta questo foglio al professore.>>

La guardo un po' confuso e neanche il tempo di farlo che...

<<Oh! Sveglia!>>

Batte le mani davanti al mio viso.

<<Sfrecciare ragazzo. Sfrecciare!>>

Squilla il telefono della segreteria e la signora si affretta a rispondere lasciandomi da solo.
Sospiro e mi dirigo verso la classe ed entro guardando il professore.

<<Buongiorno.>>

Assottiglia gli occhi facendomi prendere un po' dal panico.

<<La bidella mi ha detto di darle questo.>>

Mostro il foglio avvicinandomi alla cattedra.
Prima di leggerlo mi squadra ed io faccio lo stesso con lui, e poi con la classe.
Noto un banco vuoto con uno zaino ed una felpa sopra, quindi per curiosità cerco nell'aula una persona in piedi fuori posto, ma non la trovo.

××××××××××××××××××××××××××××××××××××××
Ei, finalmente posto!
Non avrò internet fino al ventidue, perciò posterò pochissimo fino a quel giorno.
Come al solito, scusate eventuali errori grammaticali, e vi invito a farmeli notare senza problemi!
✔❤

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

L'inizio, la fine, MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora