Fisso la linea del cursore lampeggiare in maniera insistente, come a ricordarmi che forse dovrei scrivere qualcosa. Io so perfettamente quello che devo dire e penso di sapere anche come sviluppare la mia riflessione, citando Cartesio, in maniera ordinata così da renderlo comprensibile. Eppure non mi riesce così facile parlare a fondo e ordinatamente di questo argomento. Il mio obbiettivo è quello di riflettere riguardo alla leggerezza con cui la parola ignoranza viene utilizzata dai più. Oggi ignorante è colui che non sa usare correttamente uno smartphone, nel '500 ignorante era chi non aveva mai letto e interpretato Platone, nel 44 a.C. ignorante era chi non piangeva Cesare, nell'età del bronzo ignorante era chi non sapeva forgiarlo, probabilmente. Nel corso della storia ci sono sempre stati ignoranti, questo è certo, altrettanto certo è il fatto che sempre ce ne saranno. Proprio oggi a seguito di una discussione con un'amica riguardo Lucio Fontana, quest'ultima mi ha riconosciuta come ignorante solo per il fatto di aver esternato che non mi piace l'estetica e non mi arriva il significato, seppur nobile e vera colonna portante dell'opera, delle installazioni dell'artista. Lei ha aggiunto, inoltre, che spiegarmi fino infondo Fontana sarebbe stato inutile perché non sarei mai arrivata a comprenderlo a causa dell'ignoranza che mi possiede e, oserei dire, mi sovrasta e mi inghiotte. La sua reazione ha suscitato in me una sorta di orgoglio, come a dire "Io non sono ignorante. Ho semplicemente un'opinione, concordo con te nel dire che non ho le conoscenze di Vittorio Sgarbi in materia ma, nonostante questo, ho abbastanza curiosità per informarmi e abbastanza attenzione per recepire le informazioni." A volte penso che dare dell'ignorante a qualcuno sia un modo per affermarsi superiore, di prevalere sull'altro o comunque di far sentire al malcapitato l'abisso di tutti i mari e oceani che lo dividono dalla conoscenza pura. Altre volte sono convinta che essere ignoranti per auto-definizione sia un modo di trovarsi un alibi che, ahimè, non regge per giustificarsi di alcune parole scritte o pronunciate. Credo che l'ignoranza esista, eccome se esiste! Non penso, però, che tutto ciò o tutti coloro definiti ignoranti lo siano. Non lo ritengo tale in quanto le persone che più sovente utilizzano questa parola non ne conoscono il reale significato: ignorante sta a dire colui che ignora non stolto o privo di intelletto o cultura. Dunque posso correggermi dicendo che chi non sa usare uno smartphone viene reputato stolto e privo di abilità, così come chi nel '500 non leggeva Platone. Sarebbe bene fare un po' di chiarezza riguardo questo termine e evitare di usarlo come un vocabolo discriminatorio ma piuttosto aiutare una persona che viene reputata tale ad ampliare i suoi orizzonti così da uscire dalla fatidica morsa della cosiddetta "IGNORANZA".
Voi cosa ne pensate?
Lena
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RIFLESSIONI
SaggisticaNon so, in tutta onestà, cosa arriverà ad essere oppure in cosa andrà ad evolversi questa storia, fin dal principio pensata come una condivisione di idee in merito ad argomenti i più vasti possibile. L'intenzione è quella di far emergere il letto...