TERZA PARTE

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«Perché sei qui?» gridò Bonnie dalla finestra mezzo nudo.

«Lui!» gridò indicando Noel, che si era affacciato poco dopo Bonnie.

«Bonnie non puoi stare con lui!»

«Non decidi tu con chi devo stare io!»

«Vieni giù e ti faccio sentire io chi decide!»

Noel guardò preoccupato Bonnie. Aveva una faccia sorpresa, con gli occhi luccicanti per la rabbia.

«Jack sei ubriaco o fatto o che ne so, non sei nelle condizioni di dare ordini!»

«Questo lo dici tu!»

«Bene, se vuoi una rissa sarà quello che avrai!»

«Bene ti aspetto!»

Bonnie si rivestì.

«Non avrai intenzione di scendere e andare da lui?» gli chiese Noel.

«Non posso lasciarlo così e poi ho proprio voglia di dirgli un paio di cosette.»

«Non andare Bonnie, è quello che vuole.»

«Lo so, ma nelle condizioni in cui è non posso lasciarlo cosi.»

Bonnie si mise la giacca, aprì la porta e scese da Jack. Noel lo sapeva: Bonnie aveva scelto e Jack aveva vinto. Prese i suoi vestiti, si rivestì e si accasciò a terra, con la bottiglia e il bicchiere di vino in mano. Cominciò a singhiozzare sottovoce; si, Bonnie era ancora innamorato di Jack.


«Jack! si può sapere cosa vuoi? Non puoi comparire e scomparire quando vuoi!»

«Non puoi stare con lui!»

«Perché no?! Lui mi vuole bene, mi sostiene, mi appoggia. Tu invece scompari, sparisci e non te ne frega niente di me e dei miei sentimenti!»

«Ti amo.»

Questa risposta spiazzò Bonnie.

«Ti basta come risposta? Ti amo. Ti amo dal nostro bacio, ho capito di amarti solo nel momento in cui ti stavo perdendo. Io, io... non sono bravo con le parole... Lo sai che...»

Jack non fece in tempo a finire la frase che Bonnie gli tirò un pugno sul naso.

«Come ti permetti di parlarmi d'amore? EH?! COME TI PERMETTI?! EH?! COME TI PERMETTI! Ho passato l'ultimo mese della mia vita nell' autocommiserazione , cercando di capire il perché dei tuoi comportamenti, provando a comprenderti anche quando mi era impossibile. L'unica volta in cui ho cercato di parlarti tu mi hai trattato di merda, come se fossi inutile. Hai mandato a puttane la nostra amicizia! Come puoi parlarmi d'amore!?»

Jack si rialzò e tirò anch'egli un pugno sul mento a Bonnie, che finì a terra.

«Avevo paura Bonnie! Paura di non venire accettato, paura di non essere abbastanza, orrore per il mio corpo, orrore per la mia anima! Ma non potevo farci niente! Avevo paura per quello che avrei potuto affrontare, di quello che sarebbe successo. Avevo paura di me stesso e di quello che provavo! Sono sempre stato etero porca vacca! Chi se lo sarebbe mai immaginato che avrei finito per innamorarmi del mio migliore amico?!»

Bonnie da terra gli prese i piedi e lo fece cadere per terra.

«Sai quanto mi hai fatto soffrire, lurido pezzo di merda! Quanto ho pianto! Tutto per uno che non ha avuto il coraggio di affrontare i propri sentimenti!»

«Non ho scelto io di essere così!»

Jack salì su Bonnie e gli diede un altro pugno sul naso ma quest'ultimo fu più veloce: afferrò i polsi di Jack e lo atterrò con il suo peso. In meno di cinque minuti avevano iniziato a rotolare nell'erba mentre si prendevano a pugni. Tutto il rancore accumulato in quei mesi si stava sfogando su quel prato. Mani, calci, pugni volavano senza tregua; fino a che entrambi caddero stremati al suolo. I respiri veloci ed irregolari formavano piccole nuvolette nella gelida aria serale mentre i loro petti si alzavano ed abbassavano velocemente.

JonnieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora