SECONDA PARTE

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«Allora... Jack e... Bonnie. Sarete voi due ad andare a fare il praticantato, questo pomeriggio, al museo di storia naturale.»

Bonnie si girò verso Jack. Egli, nonostante quello che la prof aveva appena finito di dire, non si scompose né si mosse; continuò a stare chinato, dietro lo zaino, con il telefono in mano.

"Cosa?"

Bonnie rimase un attimo perplesso: Jack non usava praticamente quasi mai il telefono in classe, lo teneva sempre spento, e quando lo usava, chiamava e basta; strano che lo avesse tirato fuori. Bonnie però non se ne fece un cruccio, anzi, spostò il suo sguardo sul prof e gli chiese:

«Ma subito dopo scuola?»

«Si, prendete qualcosa da mangiare e aspettatemi al bar perché al museo ci andremo tutti insieme.»

Bonnie annuì convinto. Non appena il prof uscì dall'aula, tutti si alzarono dalle sedie per fare intervallo. Noel si avvicinò a Bonnie.

«Ehi, sei stato estratto! Chissà come sarà questo praticantato.»

«Bah, sarà una palla. Poi se è con in prof di storia dell'arte...»

Gli disse Bonnie, sbuffando.

«Ahah, ma sì dai! Almeno non vai in quello stupido museo di fianco a scuola dove andiamo noi.» gli rispose Noel in tono scherzoso.

«Fa davvero così schifo?»

Noel sgranò gli occhi.

«Scherzi! Anche di più! Ci saranno al massimo due visitatori l'anno, e poi ogni volta che andiamo là ci danno dei lavori ridicoli e che si possono fare anche in un'ora scarsa. Peccato che noi facciamo otto ore a giornata!»

«A che ora andate là?»

«Alle dieci... ed usciamo alle sei del pomeriggio. Ti rendi conto che è più divertente e utile guardare una porta?»

Bonnie scoppiò a ridere.

«Sei troppo divertente quando ti arrabbi.» gli disse fra i sussulti.

Noel arrossì di colpo.

Per quanto non fosse il massimo dei complimenti, ciò lo imbarazzò lo stesso; poco dopo però scoppiò a ridere anche lui.

Jack intanto stava assistendo alla scena da lontano, bruciando di gelosia. Nonostante facesse finta di niente, restando girato di schiena, sentiva tutto e sbuffava, scocciato. Il fatto di dover fare l'alternanza con Bonnie non facilitava la questione: non riusciva neanche a guardarlo o a parlarci, figuriamo stare un intero pomeriggio da soli a stretto contatto.

"Ehi? Ci sei?"

Jack riprese e vide il messaggio che gli era appena arrivato. Era da dopo la festa che aveva ripreso a sentirsi con Emma: a giorni alterni si incontravano uno a casa dell'altro per scopare. Era stata Emma ad invitarlo per prima: il giorno subito dopo la festa lei gli aveva chiesto di andare a casa sua e la situazione si era evoluta. Ora messaggiavano tutti i giorni, anche dicendosi cose parecchio spinte. Jack aveva deciso di buttarsi in questa relazione solo perché era talmente addolorato per la storia di Bonnie, che ormai non gli importava più di niente. In realtà lui scopava con Emma solo perché voleva sfogarsi un po'... e non sapendo inizialmente come poteva farlo, aveva optato per questa soluzione. In realtà, in fondo, Jack aveva deciso di farlo perché sperava che ciò lo portasse ad un ravvicinamento di Bonnie. Magari vedendolo così distaccato e disinteressato si sarebbe riavvicinato, e lui gli avrebbe detto che ora stava con Emma; in questo modo magari si sarebbe ingelosito. Jack scosse la testa. La realtà è che aveva cominciato a costruirsi un sacco di castelli in aria... La verità era che sentiva di aver perso irreparabilmente Bonnie e questo lo faceva stare malissimo; del resto, in fondo lo sapeva che di Emma gliene fregava poco e niente. Ma era arrabbiato, frustrato e non riusciva a comportarsi come voleva: sfruttare Emma non era la soluzione, eppure era come se il suo corpo agisse senza controllo.

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