Il mattino seguente Shuda si svegliò pensando “Che noia oggi è lunedì e devo andare a scuola. Spero che il professore di inglese non m'interroghi, perché non ho guardato una sola pagina del libro che dovevamo leggere per oggi”.
Lentamente scese dal letto, si cambiò, indossò la divisa scolastica, composta da una camicia bianca abbinata a un blazer nero, con del pantalone grigio scuro, in conclusione una cravatta blu scura con strisce bianche. Il ragazzo scese in cucina, aprì il frigo, si mangiò uno yogurt, non curandosi di buttare il vasetto nella spazzatura, afferrò la borsa scolastica di cuoio appoggiata ai piedi del tavolo e infine uscì da casa. Una volta sorpassato il cancello d'entrata vide un Migatika entrare in casa sua.
“Ecco che arriva colui che si occupa di prepararmi la borsa per la scuola e tenere in ordine la casa. In fondo non è poi così male essere la spia del King, ci sono un sacco di vantaggi” pensando questo s'incamminò per recarsi a scuola.
Un paio di case più avanti, due sorelle dormivano tranquillamente.
Il gatto iniziò a lamentarsi, voleva mangiare, ma la sua ciotola del cibo era vuota. Sentendo il micio miagolare la maggiore si svegliò. Appena il suo sguardo passò sulla sveglia si alzò in piedi e urlò – Svegliati Sakiko!! La sveglia stamattina non ha suonato!!
Si vestì in fretta infilandosi distrattamente la divisa scolastica per poi scendere a preparare la colazione mentre la sorellina si stiracchiava e usciva dalla stanza affianco. Quando Sakiko arrivò in cucina, la colazione era già pronta.
– Facciamo un breve pasto, poi avviamoci, ma non mangiare in fretta perché non fa bene per la digestione.
- Farò come dici tu sorellona, però se arriviamo in ritardo, dirò alla preside che è colpa tua. Non ti sei accorta che il colletto della tua divisa è storto? – disse ubbidiente addentando un biscotto al cioccolato.
– Oh accidenti! – esclamò Kaede avvicinandosi allo specchio in corridoio per mettere in ordine la divisa, sistemò meglio la camicetta bianca sotto la leggera giacca nera, piegò con cura le maniche bianche della camicia sopra la giubba, raddrizzò la cravatta blu poi ricontrollò le piegature della gonna blu con quadrati grigi. Abbassò lo sguardo verso gli scaldamuscoli, i loose socks dello stesso colore della gonna che le coprivano leggermente le scarpe da ginnastica, almeno quelli li aveva messi correttamente
“Certo che mi vesto davvero male quando sono di fretta” pensò Kaede “Per fortuna la mia sorellina è attenta ai particolari” si voltò a guardarla mentre finiva di bere il latte al cacao.
Sakiko era impeccabile, nonostante si fosse vestita in fretta.
La sua uniforme era completamente blu scuro composta da una gonna con sopra una maglia a maniche lunghe, il colletto con una linea bianca era perfettamente a posto, così come il foulard bianco a mo' di cravatta, legata solo con un leggero nodo.
Le due sorelle facevano lo stesso tragitto perché le loro scuole seppure diverse erano vicine. Quella sulla sinistra della strada era quella dove andava Sakiko che frequentava la media superiore, l'XI classe, mentre nella parte destra andava sua sorella maggiore Kaede che frequentava l’università, la XV classe. Finirono di fare colazione, misero le tazze nel lavandino, una volta uscite di casa si avviarono a passo veloce in direzione della metropolitana che le avrebbe condotte nelle loro rispettive scuole.
Sakiko Kagishi la sorella più piccola, era molto allegra, bella, solare, piena di energie e con i computer era un vero genio. Era tutto l'opposto della sorella maggiore Kaede Kagishi che invece era molto pigra, maldestra, sempre molto pensierosa e con la testa fra le nuvole, qualsiasi cosa dovesse fare, la svolgeva con la massima calma e tranquillità. Entrambe avevano gli occhi marroni e lunghi capelli color castano scuro. Sebbene partecipassero a tutte le manifestazioni in onore del King, come se fossero fedeli al nuovo sovrano, in realtà facevano parte degli Oboro, ovvero due Dragoni della Luna. Per il momento era solo una piccola organizzazione di ribelli, con alcuni contatti esterni, il loro scopo era quello di distruggere il dominio di King Meflixe e far tornare lui e i demoni dal mondo in cui provenivano. Alle cerimonie partecipavano con un unico scopo, cercare di ottenere nuovi indizi e informazioni.
Ogni giorno nel tardo pomeriggio Sakiko utilizzava il suo programma informatico, per poter individuare in quale zona della città ci fossero meno Migatika in quel momento. Una volta individuato, telefonava a Kaede. La sorella maggiore aveva il compito di commettere piccoli reati quasi impercettibili, solo per attirare l'attenzione delle guardie. La prassi dei demoni in caso di furto, era di seguire l'umano per un po' di tempo ed essendone consapevole Kaede faceva in modo di condurli in un luogo isolato, cosicché oltre a quei Migatika, non ne sarebbero accorsi altri. Il centro era sempre tenuto sotto stretto controllo da un centinaio di demoni, per cui evitava di passare da quelle strade, avrebbero potuto segnalarla e la sua copertura sarebbe stata bruciata. Una volta raggiunto un vicolo cieco, veniva raggiunta dai suoi compagni di squadra che provvedevano a giustiziare i demoni. La videosorveglianza di tutta la città era stata tolta, per cui potevano agire indisturbati senza essere scoperti. I due partner arrivavano sul luogo con delle moto. Il motivo? Perché era un mezzo veloce e soprattutto in mezzo al traffico non faticava a far perdere le proprie tracce. Dopo il loro arrivo, lei prendeva una delle moto e ritornava alla base.
Kaede sapeva perfettamente che a fare da esca era un ruolo pericoloso, ma l’aveva accettato con la massima tranquillità. I suoi compagni la seguivano a distanza e nel caso fosse stata in difficoltà, sarebbero subito accorsi in suo aiuto, per questo riponeva grande fiducia in loro.
Quando le sorelle Kagishi arrivarono a scuola nei corridoi, tutti parlavano dell'episodio accaduto durante la notte.
Le due sorelle si guardarono scuotendo la testa, si salutarono e ognuna entrò nel proprio istituto scolastico.
“Non sapete neanche com'è andata veramente, eppure ne discutete come se fosse una notizia da gossip. L'unica cosa che v'interessa è avere un argomento sul quale discutere e basta, ridendo delle disgrazie altrui. Accidenti, siete peggio dei segugi” pensò Shuda mentre raggiungeva la sua classe. Gli sarebbe piaciuto rivelare ciò che sapeva, però in quel caso, sarebbe finito nei guai, poiché King Meflixe non voleva assolutamente che si sapesse del suo lavoro. Dopotutto non sarebbe neanche stato benvoluto dai compagni, se avessero scoperto il suo legame con il sovrano dei Migatika o in caso contrario avrebbero fatto di tutto per farselo amico solo per la sua posizione e chiedere favori.
Durante la lezione Kaede continuava a distrarsi guardando fuori dalla finestra, prendendo di tanto in tanto qualche appunto. Nel pomeriggio spesso era pensierosa, non voleva darlo a vedere alla sorella e ai compagni, però ogni volta che doveva attirare l'attenzione dei Migatika, temeva l'arrivo di un Tuoska, a quel punto sarebbe stata la fine dei suoi giorni. Perché se i demoni di grado minore quali erano i Migatika, potevano essere colti alla sprovvista, questo non accadeva ai Tuoska. Loro erano di grado superiore, l'aspetto era sempre lo stesso, ma avevano come un sesto senso che li avvertiva se c'era qualcuno che tentava di attaccarli alle spalle.
“Questo passatempo pomeridiano sta diventando un pochino monotono” pensò sbadigliando “Ormai è fin troppo facile ingannarli. Mi chiedo come facciano a non accorgersi che è solo una finta per metterli in trappola.”
– Signorina Kagishi – la richiamò il professore in tono brusco – A quanto pare la mia lezione non è di suo gradimento, non provi a negarlo. Prima si mette a guardare fuori dalla finestra, senza seguire la mia spiegazione e ora si permette pure di sbadigliare. Giacché si sta annoiando, ed io non voglio che i miei allievi si lamentino perché durante le mie lezioni si tediano, t'interrogherò sul libro che dovevate leggere. Avanti continui con il riassunto del libro, riprenda da dove siamo arrivati.
Trattenendo un secondo sbadiglio, Kaede si alzò in piedi, mettendosi a raccontare ogni fatto avvenuto nel capitolo che aveva terminato di leggere la sera precedente. Terminata la lezione d'inglese, mise tutto dentro la sua borsa a tracolla, uscendo velocemente dall'aula andando addosso al suo compagno di classe Shuda.
– A quanto pare non sono più l'unico a essere richiamato in classe - la schernì - Adesso non potrai più accusandomi di far perdere tempo con le mie battute, dopotutto oggi sei stata tu a far interrompere la lezione. Devo ammettere però che mi hai salvato, eri distratta e ha interrogato te, altrimenti sono certo che avrebbe chiesto a me di fare il riassunto e alla fine mi avrebbe messo una brutta nota per non aver letto il libro.
- Davvero? Ma non mi dire! Chi avrebbe mai pensato che tu non avessi letto il capitolo? Dubito che nei tuoi 21 anni di vita tu abbia mai aperto un libro, infatti mi domando come siamo finiti nella stessa classe di specializzazione . Comunque ora non ho tempo da perdere per parlare con te Kashinata, devo andare al club di canto – gli rispose in fretta.
I gruppi extrascolastici erano collegati con le scuole medie superiori, infatti le due sorelle Kagishi facevano parte dello stesso gruppo del club di canto, avendo entrambe una passione per la musica. Sakiko e Kaede erano le aiutanti della titolare del club, la sorella maggiore la conosceva fin dai tempi delle elementari, quindi il loro ruolo era stato dettato anche da questo, oltre alle loro capacità.
Masako Shiti aveva capelli semi lunghi neri e occhi blu intenso, come uno zaffiro. La creatrice del club sembrava molto indecisa sulla scelta delle nuove matricole del primo anno delle medie superiori e aveva bisogno di consigli. Si ritrovarono tutte nell'aula magna dell'università, in quel momento era piena di nuove studentesse ancora spaesate. Lentamente le matricole iniziarono a presentarsi.
Proprio in quel momento a Kaede suonò il telefonino, si scusò con Masako, si avvicinò a un angolo dell'aula, per non dare fastidio alla ragazza che in quel momento si stava presentando.
– Pronto? - rispose a bassa voce - Sì, dimmi... non è possibile… d'accordo glielo riferisco. Stai tranquillo, vedrai che sistemerà tutto, ma non toccare più niente!
Sakiko capì che la sorella stava parlando con qualcuno degli Oboro, così si limitò a guardarla con sguardo interrogativo, aspettando che le riferisse il messaggio.
– Sorellina devi andare a casa di nostro cugino, ha detto di aver combinato qualcosa con il computer mentre stava giocando a una partita a bubbles e ora tutti i files presenti in ogni singola cartella stanno sparendo e non riesce a fermarlo. Mi ha riferito che non sa se ha preso un virus o se ha semplicemente cliccato dalla parte sbagliata. Gli ho detto di non toccare più nulla per evitare di fare altri danni, ti sta aspettando.
Incredula Sakiko esclamò – Ma non è possibile!! Devo immediatamente andare da lui, se ha preso un virus, rischia di danneggiare tutto, persino la scheda madre! Sarebbe un enorme problema! Per di più rischia di perdere tutte le pratiche di lavoro e il termine di consegna è domani!! E' meglio che io scappo, ciao sorellona ci vediamo più tardi. Buona continuazione a tutti – salutò.
Una volta fuori dall'aula, iniziò correre per prendere in tempo la metropolitana, che l'avrebbe portata nella periferia della città dove c'era la base degli Oboro.
Le matricole si guardarono confuse.
A quel punto Masako prese parola e dichiarò – Bene, mi dispiace di avervi convocati per niente, dobbiamo riprendere con le presentazioni domani. Senza la presenza della mia assistente Sakiko non possiamo decidere, il suo parere è importante e poi sarà lei la persona al quale potrete rivolgervi più facilmente per qualsiasi dubbio o domande. Oltretutto sarà lei a sostituirmi come rappresentante del club appena avrò terminato il mio percorso scolastico. Per questo dichiaro conclusa la riunione di oggi, potete pure andare a fare visita agli altri club o tornare a casa.
Le matricole se ne uscirono dopo aver salutato educatamente i membri effettivi del club.
Una volta rimaste sole Masako chiese – Lo conosco questo vostro cugino?
Kaede rispose vagamente mentre finiva di riordinare l'aula – Non credo Presidentessa, è un parente acquisito.
- Non chiamarmi così – rise la ragazza – Sarò anche la fondatrice del club di canto, ma sai che questa formalità non è necessario. In fondo ci conosciamo da parecchi anni.
Kaede le sorrise annuendo – Come preferisci Masako. Ti fermi ancora a scuola per andare in biblioteca come al solito?
Scuotendo la testa Masako le rispose – No, prima di tornare a casa devo passare a comperare due cose per la cena.
Kaede pensò “Accidenti! Speriamo non mi chieda di accompagnarla, sennò per me diventa complicato portare a termine la missione.”
– Quindi – continuò Masako - Se vuoi, possiamo fare un pezzo di strada insieme, il negozio dove devo andare è dalle tue parti.
- Sì, mi farebbe molto piacere – rispose Kaede “Vedrò di accompagnarla, svolgendo la missione senza che se ne accorga e ritornare a casa utilizzando un'altra strada, così facendo non sarà coinvolta.”
Insieme si avviarono fuori dall'istituto scolastico. Mentre camminavano si scambiavano opinioni su quale dei giovani aspiranti avesse maggior talento e se sarebbe stato un buon elemento per il club. Una volta giunte al supermarket, il telefonino di Kaede squillò due volte e poi smise. Era il segnale di Sakiko, doveva entrare in azione. In fretta, senza farsi vedere dalla sua amica, infilò nella tracolla una tavoletta di cioccolata, non voleva che Masako la scambiasse per una ladra, ma quello era il suo compito, la sua missione quotidiana.
Quando uscirono dal negozio, un Migatika si materializzò davanti a loro fissandole intensamente poi si allontanò senza dire nulla, scuotendo la testa come se si fosse sbagliato.
Appena si furono allontanate, Masako chiese – Posso accompagnarti a casa? Ho una gran voglia di camminare oggi.
La domanda colse alla sprovvista Kaede, si sentì a disagio e cercò di persuadere l'amica dicendole – Devi aiutare tua nonna, non ti devi disturbare…
Masako la interruppe – Non è per nulla un disturbo, anzi il fatto è che volevo rivedere la tua gatta Momo.
La ragazza aveva capito che si trattava di una scusa, però davanti a tanta determinazione non riuscì a risponderle negativamente e finì per acconsentire.
– Sei consapevole che siamo seguite da ben cinque Migatika, perché hai rubato una tavoletta di cioccolata? – sussurrò Masako fissando Kaede dritto negli occhi.
Fermandosi di colpo Kaede pensò “Non è possibile! Era girata dall'altra parte, non può avermi visto!!”
– Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno. Sai ultimamente capita anche a me di rubare della frutta, penso che sono diventata un po' cleptomane – ridacchiò la ragazza divertita.
Trattenendo un sospiro di sollievo Kaede le disse – Beh, in fondo i prezzi non sono più quelli di una volta .
- Sono d'accordo. Abbiamo ancora la divisa scolastica e se stiamo buone, se ne andranno. È questo il loro modo di fare, ci tengono d'occhio per sicurezza, vogliono vedere se infrangiamo qualche altra regola – disse Masako come se volesse tranquillizzare la sua amica.
“Lo so, ma il punto è che ora li sto portando dritti dritti a casa mia e la cosa non mi piace per niente” pensò Kaede ma d'altra parte non poteva far altrimenti o Masako avrebbe scoperto il suo segreto.Space_Lover_xx
Leggi
STAI LEGGENDO
Le catene del destino
ParanormalQuesta storia è ambientata in Giappone. Da tre anni sono apparsi dei demoni che hanno preso possesso della città e l'hanno isolata. Ci sono diverse creature soprannaturali, alcune alleate con il sovrano dei demoni, altre che cercano di non farsi sco...