Body's Hungry

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Sono qui, in questo luogo angusto, rinchiuso fra queste mura, steso su una branda fatiscente, stretta, piccola, a tal punto che la mia testa sbatte contro il freddo ferro, logorato dalla ruggine, che mastica e rumina il metallo.

Costretto a parlare con i miei pensieri, fantasmi del ieri e del domani, tutti attorno a me, grondanti del mio stesso sangue, della mia linfa vitale.
Proprio a te mi rivolgo, mio ultimo pensiero; a te che leggi o ascolti dentro questa testa ormai incanutita, che fai gorgogliare il mio stomaco, tenendomi sveglio fino alle prime luci dell'alba.

Sei un pensiero fisso, che mai mi abbandona. Eppure eccoci qua, io e te, a parlare di ciò che accade intorno a noi: due schizofrenici legati da una stretta camicia bianca, sporca di bile e bava, dei resti consumati di corpi, che lautamente chiamiamo pasto.

Da quando esistiamo? Da quando il mio corpo ti appartiene? Ti ostini senza sosta a farmi male... eppure ricordo tutto ciò che hai fatto usando questo ammasso di carne e muscoli; tutto il dolore che abbiamo creato, insieme, col mio tacito assenso... e forse, fino ad ora, non provo alcun rimorso.

Riesci a vedere il nostro prossimo pranzo ? È qui, vicino a noi. Ho fame, abbiamo fame, tanta, troppa... pregusto il suo corpo, la tenera pelle croccante, il cuore pulsante, mentre ci guarderà sbranarlo ancora vivo.
È adrenalina che scorre dentro di noi ... ora però, shhh, taci, fai silenzio ed ascolta i nostri denti affondare sul suo collo.
Non ne abbiamo mai abbastanza, non ne ho mai abbastanza. Ho fame, ancora, troppa fame, fino a consumare il mondo ed estinguerci in un mare di sangue

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