𝓗andkerchiefs pack
È iniziato un nuovo anno alla scuola per supereroi U.A., che frequento ormai da due anni. La mia sezione è la A, che è anche quella di Deku.
Il suo vero nome è Izuku Midoryia, tuttavia Deku è il suo nome da eroe ed in tutta la scuola è conosciuto così. Deku è anche il ragazzo che amo.
Durante le ultime vacanze invernali, ho trovato - non chiedetemi dove - il coraggio di dichiarare i miei sentimenti al futuro eroe numero uno. Tuttavia ho scoperto che quei sentimenti non erano ricambiati dall'altra parte, o meglio che Izuku avrebbe preferito prima conoscermi anche al di fuori dell'ambito scolastico prima di prendere una scelta.Una. Scelta.
Quando me lo ha detto, mi sono sentita, sicuramente imbarazzata, ma anche umiliata. Avrebbe dovuto scegliere se fossi in un certo senso degna o meno di frequentarlo. L'umiliazione era così tanta che, in un impeto di rabbia, mi sono arrabbiata con lui. Ora me ne pento tantissimo, e aspetto che venga a scuola per chiarire una volta per tutte."Vado a prendere un latte alla fragola alle macchinette." Avviso la mia migliore amica, Uraraka Ochako. "Tu vuoi qualcosa? Offro io naturalmente." Le chiedo gentilmente, in quanto so che non potrebbe permettersi di spendere soldi futili, siccome la sua famiglia non è di certo benestante.
"No, vai tranquilla." Risponde. "Ho già fatto colazione a casa." Mi assicura con il suo solito sorriso dolce.
Anche se titubante riguardo le sue parole, esco dalla classe. O almeno ci provo, perché nel momento stesso in cui mi accingo ad aprire la porta, una persona prova a entrare. Uno sbam! e capisco che forse - sottolineo forse - ho sbattuto la porta in faccia a qualcuno. Forse.
"Ahia!" Esclama una voce maschile, che conosco fin troppo bene.
"Midoryia-kun!" Sobbalzo, rendendomi conto di ciò che ho appena fatto, e mi assale il senso di colpa.
Izuku Midoryia è di fronte a me dopo mesi, in cui tutto è cambiato fra di noi. Lui però, è rimasto il solito Deku: i capelli verdi scuri che non vedono una spazzola da tempo immemore, i grandi ed espressivi occhi verdi smeraldo ora stropicciati per il dolore, e le innumerevoli lentiggini che adoro.
In questo momento tiene una mano coperta di cicatrici sul naso, segno inconfondibile che gli ho fatto male.
"Oddio, scusami tantissimo!" Strepito, in preda al panico. "Non l'ho fatto apposta!"
Senza attendere oltre una sua replica, mi catapulto di nuovo all'interno della classe, sotto gli occhi confusi di Uraraka, e prendo io più velocemente possibile dalla mia borsa un pacco di fazzolettini di carta. Mentre ne tiro fuori uno dalla confezione a fiori azzurri, esco nuovamente dall'aula, raggiungendo Izuku.
"T-Togli la mano, p-per favore..." Balbetto in preda alla vergogna.
"Ma no, tranquilla, non è successo niente!" Prova a rassicurarmi.
"Lascia che ti aiuti." Dico con una sicurezza che non pensavo di avere, ma anche con una punta di dolcezza nel tono di voce.
Deku è quel genere di eroe che frappone al suo bisogno quello degli altri, chiunque essi siano, ed è una delle tante ragioni per la quale lo reputo un ragazzo fantastico, ed anche perché me ne sono innamorata irrimediabilmente.
In questo momento sto cercando di convincere me stessa che avverto il bisogno di dargli una mano unicamente perché mi sento in colpa di avergli dato una botta sul naso, ma la verità è che provo ancora qualcosa per lui e non riesco a nasconderlo.Al suono delle mie parole, Midoryia smette di muovere le braccia alla rinfusa come suo solito quando è a disagio, e abbassa queste ultime lungo i suoi fianchi. In questo modo, riesco a tamponargli con comodità il naso, dal quale sta sgorgando un rivoletto di sangue.
"Tienilo premuto così." Prendo una sua mano e la metto nella posizione adeguata sul fazzoletto, cercando in tutti i modi di ignorare la scossa che questo contatto mi ha provocato. "Vado a prenderti del ghiaccio." E con queste parole, abbandono il pacchetto di fazzoletti nella sua mano libera, per poi correre in infermieria.
"Ti ho detto che non ne ho b-" Smetto di ascoltare le sue obiezioni, inutili.
"Buongiorno, Recovery girl." Saluto cordialmente l'infermiera, dopo aver bussato la porta ed aver successivamente ottenuto il suo permesso per entrare.
"Buongiorno, cara." Ricambia con la sua voce gracchiante, tipica di coloro che hanno raggiunto un'età avanzata. "Ti sei fatta male da qualche parte? È solo il primo giorno di scuola!"
"No, non io. Un mio compagno di classe ha sbattuto contro la porta e volevo chiederle del ghiaccio." Ometto volontariamente di dirle che io ho sbattuto la suddetta porta, perché non sarebbe considerato granché eroico nuocere al prossimo. D'altro canto, non è nemmeno eroico mentire, ma se si tratta di una bugia bianca suppongo che il codice d'onore possa fare un'eccezione alla regola.
"Sicura che non ci sia bisogno del mio intervento?" Domanda per sicurezza, al che annuisco. Avremo sicuramente bisogno del suo intervento durante le lezioni pomeridiane, ovvero quelle fisiche del corso da eroe, considerando la sconsideratezza con la quale Deku sottopone il suo corpo ogni volta.
L'infermiera mi porge una busta contenente il ghiaccio, e dopo averla ringraziata, mi congedo e torno da Midoryia. Appena torno nel corridoio dove è collocata la nostra aula, scorgo il ragazzo, che nel frattempo si è poggiato contro un termosifone a ridosso della parete. Noto con gioia che mi ha dato retta, mantenendo il fazzoletto premuto sul suo naso.
Una volta di fronte a lui, sorrido timidamente, e gli poggio delicatamente la busta bianca sul fazzolettino dopo averle assestato un colpo all'esatto centro. Appena il ghiaccio fresco viene a contatto con la sua pelle, Izuku sospira dal sollievo.
"T-Ti fa male?" Chiedo impacciatamente, in quanto questa vicinanza fra di noi è fin troppa per - lo ammetto - i miei ormoni.
Deku sorride, nel suo solito modo che mi scioglie il cuore e mi fa venir voglia di abbracciarlo. "No, ti ho detto che sto bene."
Rimaniamo in silenzio per alcuni secondi, che dal mio punto di vista risultano interminabili, finché lui parla di nuovo: "Grazie dell'aiuto, t/n. Ma fidati, non è necessario e non mi fa nemmeno più male."
"Di nulla. Ma se non tieni il ghiaccio per almeno qualche minuto ti ritroverai con il naso di un pagliaccio."
Scoppia a ridere, e la sua allegria trasporta anche me, così mi ritrovo a ridere con lui. Tutta questa complicità che c'è fra di noi è pericolosa, e ne sono fin troppo consapevole, però mi fa stare bene.
"C-Comunque," dice, un po' balbettando, appena terminato il suo riso. "v-volevo parlarti, t/n." Afferma in maniera così seria che quasi mi spaventa.
Era questo il momento che aspettavo da settimane, eppure adesso, di fronte a lui, che mi ha perfino salvata dall'imbarazzo di intavolare l'argomento, sono terrorizzata.
"A-Anche io..." Confesso, abbassando lo sguardo.
I miei occhi cadono distrattamente sulla sua mano martoriata, la quale sta stringendo convulsamente il mio pacco di fazzoletti ancora aperto.
Un piccolo sbuffo di aria calda mi finisce sul volto, e quando rialzo lo sguardo, noto che Midoryia si è avvicinato. Troppo.
"I-In questo periodo ho pensato molto a noi due, e-e, insomma ecco sì, volevo chiederti di..." Non termina la frase, già abbastanza difficoltosa da capire di per sé, lasciandomi confusa. Prende un profondo respiro, e poi dice tutto d'un fiato, a voce abbastanza alta:
"Vuoi uscire con me, t/n?"