Quando aprii gli occhi quella mattina mi sembrò di non averli mai chiusi, mi sembrava di avere dormito soltanto per cinque minuti ed il sonno, tra l'altro, non era neppure stato dei migliori. Guardai la sveglia, segnava le 7.10, feci un sospiro e mi rigira dall'altra parte del letto sperando di poter rubare ancora cinque minuti di sonno ma la mia testa non la smetteva di pensare ed una vocina interiore mi stava suggerendo di alzarmi immediatamente così avrei potuto ripetere le ultime cose per la simulazione.
Non ero mai stata così menefreghista, di solito avrei impostato la sveglia per le 6.30 così avrei potuto ripetere per il meglio tutti gli appunti presi in classe. Avrei fatto anche degli esercizi e di sicuro non sarei stata sveglia fino alle 4 a piangere per un ragazzo. La mia giornata sarebbe stata concentrata tutta per la preparazione alla verifica e tutto il resto sarebbe passato in secondo piano. Non ero mai stata una secchiona e neppure una di quelle persone che vive sui libri però, mi piaceva essere preparata e sicura degli argomenti che avevo studiato. L'oscuro, l'oblio ed il vuoto mi creavano una stato d'ansia. Non sarei mai riuscita a presentarmi ad un esame senza saper niente, soltanto l'idea mi faceva venire i brividi. Eppure era proprio ciò che stava succedendo in quel momento, ovviamente nei giorni prima mi ero impegnata ed avevo ripetuto tutti gli argomenti fissati per quella terribile simulazione, però la mia mente non era mai stata concentrata effettivamente su quello che stava facendo. I miei pensieri erano occupati da una sola cosa, anzi, da una sola persona: Lorenzo. Era incredibile come la mia vita senza di lui risultasse così vuota. Non ero mai stata una di quelle ragazze che dipendeva in tutto e per tutto dal proprio ragazzo. Ero una persona indipendente e forte, esprimevo sempre la mia opinione e non mi facevo sottomettere da nessuno. Avevo sempre una risposta pronta per chi mi prendeva in giro e di certo non ero una che si faceva sottomettere.Non avevo bisogno di un ragazzo per conoletarmi, mi comportavo da sola. Dopo la rottura con Lorenzo però, tutte queste mie sicurezze erano cominciate a tremare, non ero più sicura di essere così forte, ne tanto meno di sopravvivere da sola, forse avevo bisogno di lui.
Mi asciugai una lacrima solitaria che mi scese lungo il viso e finii di vestirmi. Non feci molta attenzione a quello che indossai, una maglia bianca ed un paio di jeans potevano andare bene, tanto nessuno avrebbe notato ciò che avessi addosso, penso che la mia faccia era in condizioni peggiori. I miei occhi erano rossi, le mie occhiaie più che evidenti tanto che pareva che qualcuno mi avesse tirato un pugno, avevo i capelli arruffati e le mie gambe non mi reggevano in piedi. Fantastico sembravo uno zombie! Il mio aspetto tuttavia non era la cosa peggiore quella mattina, di li a pochi minuti avrei dovuto ricevere un passaggio dall'ultima persona che avrei voluto: Federico Ferraro, l'essere più insopportabile che abbia mai messo piede su questo pianeta nonché il fratello di Giulia. Onestamente non so che cosa mi fosse passato in mente la sera precedente quando aveva accettato la proposta fatta dalla mia migliore amica, forse la stanchezza mi stava dando alla testa, sì decisamente era per quello. Era ormai dai tempi della terza superiore che Giulia mi chiedeva di andare a scuola con loro. All'inizio avevo accettato dato che abitiamo neanche a cinque minuti di distanza ma ogni volte che andavo in macchina con loro, Federico trovava un pretesto per insultarmi e prendermi in giro. Trovava ogni pretesto per deridermi, su ogni singola cosa che dicevo lui aveva da ribadire. Con il passare del tempo quindi, decisi di rifiutare gli inviti posti da Giulia, il risveglio alla mattina era già traumatico di suo, non avevo bisogno di renderlo ancora più drastico a causa di un cretino. La cosa che mi dava più fastidio di quell'essere era il fatto che non sapessi il motivo del suo comportamento. Io e Federico non eravamo sempre stati come cane e gatto, sì certo avevamo i nostri battibecchi a causa dei nostri caratteri diversi ma alla fine andavamo d'accordo. Uscivamo perfino con la stessa compagnia, era stato in parte grazie a lui se avevo conosciuto Lorenzo. La nostra amicizia certo non era perfetta, era fatta di alti e bassi. Quando litigavamo ci andavamo giù pesante ma nei momenti in cui il mare era calmo, bhe, Federico era l'unico che riusciva a capirmi con un solo sguardo.
Lui c'era stato per me dopo i brutti momenti trascorsi alle medie, io c'ero stata per lui ogni volta che il mondo gli era crollato addosso. Ci eravamo aiutati a rialzarci a vicenda, io sapevo cose che nessuno sapeva sul suo conto. Federico faceva il duro ma sotto sotto aveva un grande cuore o almeno così pensavo. Non so esattamente cosa sia successo, d'un tratto tutto era cambiato, le superiori l'avevano completamente trasformato ed ora il suo fare da cattivo ragazzo non era più soltanto una facciata. Non mi ricordo esattamente il momento in cui tutto questo successe però, mi ricordo l'ultima volta in cui ci siamo parlati da amici. Eravamo alla sagra della nostra città, come ogni sera di quell'estate eravamo usciti tutti insieme: io Giulia, Sara, Federico, Lorenzo ed alcuni dei suoi amici. Di solito con Giulia non uscivamo insieme alla compagnia di suo fratello ma quell' estate, non so il perché, avevamo cominciato a frequentarci finendo così per passare ogni giorno insieme. All'epoca io e Lorenzo non stavamo ancora insieme ma il mio cuore già apparteneva a lui. Ogni volta che lo vedevo le mie gambe tremavano e sentivo le farfalle nello stomaco. Non facevo altro che pensare a lui, ero completamente persa di lui. Il mio unico desiderio di quell'epoca era di mettermi insieme a Lorenzo Costa e quella sera sembrava che il mio sogno stesse per trasformarsi in realtà. Avevamo passato gran parte della serata insieme, scherzavamo, ridavamo e di tanto in tanto ci appartavamo. Ovviamente non facevamo niente di male, parlavamo e basta però, non so, c'era qualcosa in lui, il suo modo di guardarmi era diverso, più intenso.
-" Perchè mi guardi così?" Gli chiesi ad un tratto. Eravamo seduti su una panchina al di fuori dal campo di calcio, dove erano posizionati i tavoli.
-" Così come?" Mi sussurrò lui.
-" Oggi sei diverso"
-" Ah sì?" Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra, potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle. Stava per succedere, lui voleva baciarmi ma sul più bello una voce in lontananza attirò la sua attenzione e si scostò velocemente.
-" Scusa devo andare" fece come per dirmi altro ma se ne andò.
Rimasi là da sola in imbarazzo più totale, in quel momento mi ero sentita così insignificante. Avrei voluto andare da Lorenzo e mandarlo a quel paese. Come poteva lasciarmi così? Alla fine però, non feci niente, mi alzai e mi recai verso il campo, ma proprio come stavo per aprire il cancello per entrare sul prato notai che Lorenzo e Federico stavano discutendo. Per un millesimo di secondo pensai fui io il motivo della loro litigata ma poi vidi Federico indicare il campo e la palla e quindi, il mio pensiero fu subito vanificato. Raggiungi gli altri ed il resto della serata passò tranquillo finché non tornammo a casa. Come era accaduto le due sere precedenti io, Giulia, Sara e Federico tornammo a casa a piedi, tanto la sagra distava poco da casa nostra. Durante la via del ritorno Federico mi si avvicinò ma non mi disse nulla.
-" Va tutto bene Fede?" Gli chiusi incuriosita.
-" Certo perché non dovrebbe, tu piuttosto perché mi guardi in quella maniera?"
-" Io non ti sto guardando" gli risposi io ridendo. Aspettai una sua risposta ma lui non contraccambiò la mia risata. Camminammo in silenzio tutto il tempo, eravamo così vicini ma sembrava come se in mezzo a noi ci fosse un muro.
-" Ali" mi disse lui ad un tratto
-" Si?"
-" Quella tua amica, Francesca, non è niente male". A quelle parole mi bloccai di colpo.
-" Che cosa intendi?"
-" Che un pensierino ce lo faccio" disse lui ridendo.
-" Vuoi metterti con lei?"
-" Non essere sciocca Alice, lo sai che non voglio alcuna relazione". Non gli risposi nulla e lui non aggiunse nulla. Il silenzio si intromise tra noi e quella notte invece di pensare a quello che stava per succedere con Lorenzo pensai alle parole di Fede. Durante quella notte pensai per fino di esserci rimasta male per quello che aveva detto perchè in fondo lui mi piaceva. Fu un'idea che mi saltò alla mente solo per qualche minuto ma poi la eliminai subito. Tra Federico e Lorenzo avrei scelto tutta la vita quest'ultimo, senza neanche pensarci. Quello che però non mi saltò in mente fu l'idea che io e Federico l'indomani non ci saremo parlati più come prima.-"Alice scendi o faremo tardi" la voce di Sara mi portò con la testa al presente. Scossi la testa cercando di rimuovere quelle immagini dalla mia mente
Scossi la testa cercando di rimuovere quelle immagini dalla mia testa e mi diressi verso la cucina trascinando i piedi per terra.
-" Era ora" esclamò Sara addentando un biscotto al cioccolato, dopodiché riprese il cellulare in mano e continuò ad inviare diversi messaggi a Marco, il suo attuale ragazzo.
-" Scusa se stavo ripetendo le ultime cose. Sai com'è oggi ho la simulazione!" Le risposi sedendomi al mio posto sbuffando. Avevo passato una notte terribile e la mattina non stavo proseguendo nel migliore dei modi, inoltre sapevo benissimo che tra circa un quarto d'ora sarei state rinchiusa nello stesso veicolo con Federico e dunque, il tutto non mi faceva saltare di gioia anzi, avrei voluto rintanarsi sotto le coperte per recuperare un po' di ore di sonno.
-"Va tutto bene Ali?" Aggiumse mia mamma. Alzai pigramente lo sguardo e potei notare un po' di preoccupazione sul suo volto. Sapevo benissimo che non avevo l'aspetto da miss Italia ma non mi pareva neppure di essere un caso da rinchiudere in ricovero.
-" Sì, sono solo un po' nervosa. Negli ultimi tempi a scuola ci stanno massacrando e non ho più tempo per dormire quasi" i miei genitori fecero un cenno di consenso e tornarono a finire la loro colazione.
-" Capisco, la maturità è una brutta bestia, io me la sogno tutt' ora, però stringi i denti tesoro manca poco" aggiunse mia mamma. Sapevo di per certo che i suoi intenti erano più che positivi e che cercava solo di aiutarmi però, era più facile a dirsi che a farsi. Mi sembrava di avere il peso dell'intero mondo sulle spalle, gli eventi mi stavano surclassando, ero arrivata al limite, tra un po' sarei crollata. La verità è che avrei voluto che qualcuno mi dicesse che quello era soltanto un brutto sogno e che primo o poi mi sarei svegliata. La mia vita negli ultimi mesi aveva cominciato ad assumere una brutta piega, le mie emozioni erano troppo forti e la mia testa non riusciva a gestire il tutto. Andava tutto bene però, sorridevo davanti agli altri, scherzavo quando ero in gruppo, ascoltavo i problemi delle mie amiche ma dentro in realtà ero spezzata.
-" Ali, Giulia mi ha scritto un messaggio! Tra due minuti sono qui fuori." Mi disse mia sorella alzandosi da tavola.
-"Uh dovete muovervi allora. Lascia Alice faccio io." Mio papà mi tolse il piattino dalle mani e lo depositò nel lavello, poi salutò sia me che Sara, la quale, ovviamente, era già corsa su ad occupare il bagno.
-" Secondo voi andrà bene oggi?" Chiesi ai miei con aria preoccupata. Era la prima volta quella mattina che pensavo effettivamente solo alla simulazione e l'ansia cominciava a crescere.
-" Sai tutto Ali, basta che vai là tranquilla" mi risposero i miei all'unisono. Altra cosa che era più facile a dirsi che farsi.
Corsi sù in bagno e feci appena in tempo e prendere le ultime cose in camera quando un suono di un clacson attirò la mia attenzione.
Fantastico! Ora sì che la giornata sarebbe iniziata nel peggiore dei modi, non era bastata la notte appena trascorsa.
Federico Ferraro era qui sotto e di lì a pochi minuti sarebbe iniziato le sue solite e tanto odiate frecciatine.☆☆☆☆☆☆☆☆
Spazio autrice
Ciao a tutti, spero vivamente che questo capitolo vi piaccia. Fatemi sapere una vostra opinione, ogni consiglio è bene accetto in quanto mi da la possibilità di migliorare 😊

STAI LEGGENDO
twenty
Teen FictionQuando sei vicino alla fine del liceo tutta la tua vita comincia a cambiare, così, all'improvviso. Nessuno ti da un libretto delle istruzioni, nessuno ti dice cosa devi fare. Semplicemente un giorno ti svegli e passi dall'essere un adolescente spens...