Solito inizio.

213 8 0
                                    

Capitolo UNO

'Black in piedi!'
Non avevo ben realizzato di essere soltanto alla seconda ora, tanto meno di un giorno insulso come il mercoledì.
Ero talmente assorto nei miei pensieri che neppure le spallate del mio compagno di banco Hector furono sufficienti a svegliarmi totalmente o a darmi quella spinta di cui necessitavo per alzare il sedere dalla sedia dell'ultima fila.
'Black, sto aspettando da cinque minuti, ha bisogno di una barella per alzarsi?'
Io non risposi neppure, provavo disgusto per quella donna se così si può definire.
La scuola era iniziata da neanche un mese e gli insegnati erano così impazienti di dare dei giudizi? Nel mio caso ovviamente sarebbe stata l'ennesima insufficienza.
Modestamente però in classe risulto nella media e questo mi alza abbastanza l'autostima; a nessuno interessa quanto sia alto il livello della tua classe, basta non far parte dell'ultima categoria.
Per quanto riguarda i miei genitori, beh.. Sono completamente ignari di ciò che faccio nella mia vita; mi rompono le scatole tutti i giorni senza cercare di aiutarmi veramente, più che altro perché si sentono obbligati a farlo.
Scusate la scortesia se non mi sono neanch'ora presentato, io mi chiamo Carmine, Carmine Black.
Vivo in una piccola cittadina freddissima dell'America del nord, abbastanza sconosciuta; penso sia inutile dirvi il nome visto che probabilmente non risulterà presente neppure nelle più dettagliate carte geografiche del posto.
Ad ogni modo non è male abitarci, a parte la monotonia che mi attornia quotidianamente non mi lamento più di tanto.
Sono abbastanza popolare qui, ho successo con le ragazze, con lo sport e via dicendo.
Anche se francamente questo clima e stile di vita mi annoia ormai da tempo; è inutile aspirare a conoscere gente nuova perché purtroppo la cosa continua a girare come una ruota senza mai fermarsi: incontro facce diverse ma comportamenti e personalità già incrociate in passato.
Adoro le frasi ad effetto oppure gli aforismi talmente contorti che neanche capisco, quindi ne farò ricorso spesso durante la narrazione.
Ritornando a noi, concludendo momentaneamente la mia autobiografia direi di uscire per l'interrogazione, almeno penso sia un gesto convenibile per risparmiarmi rogne durante l'anno.
'Oh, finalmente ho avuto l'onore di ricevere la sua obbedienza signor Black.'
'A quanto pare. Anche se preferirei non ne faccia un'abitudine.'
'Molto spiritoso, davvero. Ora sarebbe in grado di delineare ed esporre decentemente la vita di Oscar Wilde? Magari facendo ricorso a qualche opera trattata in classe, se non è chiedere troppo.'
'Ci sarebbero così tante cose da dire che un'ora non sarebbe sufficiente, non crede?'
'Vorrà dire che utilizzeremo anche l'ora successiva generalmente dedicata alla poesia per darle la possibilità di sorprenderci con un discorso completo '. Stridulò quell'essere squallido, caratterizzato da una postura curva e stempiata; una voce gracchiante e insopportabile.
Se pensa che preferisca diventare gobbo per la lettura che rimanere ignorante si sbaglia di grosso, l'immagine è tutto nella vita.
'Ma penso sia inutile perdere tempo prezioso esponendo alla classe un argomento già trattato molto bene da lei, non crede?. Dissi molto tranquillamente.
'Il solito lecchino.'- disse una ragazza della seconda fila di cui neanche mi ricordavo il nome.
Dopo averla fulminata con lo sguardo attesi impaziente una risposta dal mostro.
'Black intende beccarsi la solita F
oppure intende muoversi entro oggi?'
Devo ammettere che la proposta era allettante, anche se ormai la figura di merda l'avevo già fatta quindi non avevo gran chè da perdere, diciamocelo.
Tra discorsi senza senso e parole suggerite dai compagni sono riuscito a portare a termine anche questa giornata scolastica.
Mi stavo quasi dimenticando di dirvi che venerdì sera ho organizzato una mega festa a casa mia, e come sempre non mi aspetto di superarla da sobrio.

Unici ed incapaciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora