One Million Stairs

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La tempesta è ormai finita da qualche ora, il cielo si sta pian piano schiarendo, lasciando posto ad un pallido sole, i cui raggi sono troppo deboli per scaldarmi veramente. Nonostante ciò, l'odore dell'acqua che bagna le radici degli alberi nella foresta di Derry, è ancora persistente, a tratti pungente e talmente denso che riesco a percepirlo umido e vischioso sulla mia stessa pelle. Cammino lungo il ponte che da bambini io e gli altri perdenti percorrevamo con le nostre biciclette almeno sei volte al giorno e una brezza leggera mi scompiglia i capelli. Non che prima avessero una forma decente, le folte ciocche scure che ho in testa non sono mai state al loro posto. Hanno sempre rispecchiato il mio carattere: instabile, imprevedibile, diverso da tutti gli altri. Non appena giungo alla staccionata che delimita il lato sinistro, sfilo dalla tasca della giacca il piccolo libricino di poesie che anni addietro mi avevi regalato tu. Quando ero un ragazzino non avevo capito l'importanza di quei versi, mi limitavo a leggerli in maniera superficiale e a prenderli in giro, come fanno tutti i mocciosi presuntuosi, convinti che sentimenti talmente tanto struggenti non potranno mai toccarli. Mi sentivo invincibile, forse proprio perché avevo te al mio fianco e l'innata certezza che niente avrebbe potuto dividerci.

«Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale...» leggo ad alta voce, estraendo il coltellino svizzero dalla tasca.

...

«Sono passati dieci minuti, Richie.» sbuffò il più basso, seduto in un angolo della loro base segreta. L'amico non dette segno di aver ascoltato le sue parole, troppo preso dalle pagine del fumetto che stava leggendo, comodamente sdraiato sull'unica amaca presente tra quelle quattro mura di legno e metallo arrugginito.

«Sono. Passati. Dieci. Minuti.» ripeté, alzando la voce e tirandogli sul naso l'origami a forma di gru che aveva appena fatto, per attirare la sua attenzione.

«Mi fa piacere che tu sappia contare, Eds.» gli occhi, che da dietro quelle spesse lenti da vista che portava parevano due enormi pozzi scuri, scorrevano ancora sulle vignette, del tutto disinteressati alle rumorose lamentele dell'altro. Lasciò cadere la carta intrecciata dal minore sul pavimento, stando però ben attento a non sgualcire quel perfetto operato.

«Non chiamarmi così e non fare lo stronzo. Lo sai che la regola è: dieci minuti a testa sull'amaca per ogni membro del gruppo dei perdenti.» spiegò velocemente, cercando di regolare il respiro e di non farsi prendere da un attacco d'asma che l'avrebbe costretto ad utilizzare l'inalatore sotto lo sguardo sbeffeggiante del suo migliore amico.

«E io ti ho già detto, Eduardo, che non vedo alcun cartello che indichi una cosa del genere. È una regola? Allora dovrebbe essere scritta da qualche parte. Inoltre, visto che ci siamo solo io e te, è la tua parola contro la mia.» fu fiero di se stesso e del modo in cui aveva perfettamente argomentato la sua tesi.

«Non chiamarmi nemmeno così, cazzo! - sbraitò, riuscendo solamente a farlo ridere. - Le abbiamo stabilite insieme agli altri le regole e tu, pezzo di merda, eri d'accordo.» e detto questo gli sfilò il fumetto dalle mani, facendolo volare dall'altra parte del rifugio, per poi mettere su un ghigno fasullo e sprezzante.

«Eddie, Eddie, Eddie... se continui a parlare in questo modo mi toglierai il titolo di Boccaccia. - sussurrò, non accennando minimamente a spostarsi dalla sua postazione, allungandosi con un braccio verso il pavimento per afferrare il nuovo numero di X-Men poggiato proprio sotto l'amaca e sfuggito agli occhi del più basso. - E questo non va assolutamente bene. - continuò, puntandogli sul naso un indice inquisitore, percorrendone con i polpastrelli la curva per poi spostarsi con le dita sulla guancia destra, catturandola in un pizzicotto. - Tu sei e sempre sarai Eds: quello carino e premuroso del gruppo.» lo prese in giro, tirando la poca carne presente su quel volto esile, fino a farlo urlare dall'esasperazione.

One Million Stairs [Reddie One Shot]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora