Severus raggiunse Bellatrix, Lucius e Narcissa nel solito posto, una casa abbandonata e grottesca nascosta lungo Notturn Alley.
Aveva iniziato a sentirsi a suo agio in quel posto, era sudicio, umido e tetro.
Come la sua anima pensò tra sé e sé.
Da quando aveva rotto l'amicizia con Lily si era sentito solo e abbandonato e per questo era andato dalle uniche persone che sapeva lo avrebbero accolto, anche solo perché risultava utile alla causa.
Era ciò di cu aveva bisogno.
Uno scopo.
E vista la rabbia e la disperazione che aveva dentro di sè in quel periodo, il fatto che la causa a cui si era unito fosse la peggiore di tutte era ancora meglio.
Doveva sfogarsi.
Doveva far capire al mondo quanto stesse soffrendo facendo soffrire il prossimo, o almeno servendo chi aveva intenzione di compiere queste terribili gesta.
Aveva ceduto al lato più oscuro della sua anima e si era unito ai Mangiamorte, in più gli era giunta voce che Potter, quello schifoso che non era riuscito a togliere di mezzo, era diventato un Auror.
Tanto meglio.
Questa volta non ci sarebbe stata Lei a salvarlo.
E lui non aspettava altro che incontrarlo sulla sua strada.
Lucius stava parlando dei dettagli del loro compito per conto del Signore Oscuro, qualcosa che aveva a che fare con Azkaban ma non lo stava ascoltando in realtà.
Nei suoi pensieri c'era una sola immagine.
Potter.
In ginocchio e con la sua bacchetta puntata alla gola.
E Lily, che sarebbe dfinalmente stata sua.
"Severus? Severus? stai ascoltando o no?"
La voce squillante di Bellatrix lo raggiunse solo dopo un paio di richiami e finalmente distolse lo sguardo dalla finestra che dava sulla strada.
"Sì Bella.." disse quasi svogliato, come se non volesse davvero stare lì.
Sarebbero partiti immediatamente, dovevano far evadere un seguace del Signore Oscuro da Azkaban e loro sarebbero stati la squadra che avrebbe dovuto fare da diversivo e distrarre i dissennatori.
Erano pronti.
I lunghi mantelli neri erano stati indossati.
Li studiò per un momento: Lucius aveva quella solita espressione tra il disgusto e l'indignazione, Narcissa parlava poco, era forse quella meno convinta dei quattro, e poi c'era Bella...lei era ossessionata dal Signore Oscuro e aveva fatto del servirlo il vero scopo della sua vita, quasi come fosse un gesto d'amore e non di paura come tutti gli altri Mangiamorte.
Pensò che fosse pazza.
Misero le loro maschere argentee sul viso e si smaterializzarono alle porte di Azkaban.
Quel posto gli faceva venire i brividi, forse perché sentiva quasi l'odore di angoscia e morte o forse perché di lì a poco probabilmente si sarebbe trovato al suo interno se fosse riuscito a sopravvivere.
Cercò di scacciare via quel pensiero.
Doveva rimanere concentrato, lo aspettava una lunga battaglia.
Nel giro di qualche secondo una decina di dissennatori si fiondarono su di loro.
Erano completamente accerchiati.
Sapeva perfettamente cosa fare: doveva evocare il suo Patronus, esattamente come stavano facendo i suoi compagni.
Si concentrò sul suo ricordo felice tanto da aggrottare la fronte e far comparire una ruga tra le sopracciglia: pensare a un ricordo felice in quel momento non era la cosa più facile da fare, ma pensò a Lei, al loro primo incontro.
Lei era l'unica cosa felice della sua vita, l'unica persona importate, l'unico ricordo degno di essere ricordato.
Prese un respiro profondo e urlò quasi con disperazione l'incantesimo: "EXPECTO PATRONUM!"
Solo che dalla sua bacchetta, la sua fedele compagna che non aveva mai sbagliato un incantesimo, non fuoriuscì la solita anaconda a fargli da scudo contro i dissennatori, ma una tenue sfera di luce azzurrognola che si dissolse dopo qualche istante.
Si sentì braccato.
Pietrificato.
Cosa non aveva funzionato?
Forse il suo ricordo felice non era più tanto felice da quando aveva perso Lei.
Aveva contaminato anche questo con la sua rabbia e col suo odio.
Sapeva di non poter fermare i dissennatori in altri modi così come sapeva che gli altri tre non avrebbero mosso un dito per aiutarlo o salvarlo.
I Mangiamorte non aiutano i compagni, sono vili, pensano solo a salvare la pelle quando le cose si mettono male.
Per un momento ci pensò.
Pensò che anche se doloroso il bacio del dissennatore non sarebbe stato peggio di una vita senza Lei.
Ma poi decise che la sua vita, per quanto miserabile, non sarebbe potuta finire così.
Scelse la vita e si smaterializzò lontano da quel posto buio e tetro come le anime che loro malgrado lo abitavano lasciando soli i suoi compagni.
Ricomparve nella sua stanza.
Ansimava violentemente per la paura e guardava incredulo la sua bacchetta.
Cosa gli stava succedendo? Perché non era riuscito a evocare il Patronus?
Per quanto fosse un incantesimo complesso lo aveva sempre padroneggiato con maestria, eppure aveva fallito. E non riusciva proprio a capirne il motivo.
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la Cerva
FanfictionUn Patronus che cambia forma è raro, davvero molto raro. Sono pochi i maghi e le streghe che possono dire di aver cambiato il corpo del proprio Patrono, ed è sempre stato a causa di eventi traumatici, e cosa c'e di più traumatico di un cuore che si...