Aprì un occhio lasciandosi sfuggire un lamento appena udibile.
La sensazione familiare della luce sottile e dorata della mattina che entrava appena appena dalle persiane semichiuse, in un secondo, cominciò a diffondersi per tutto il suo corpo, regalandogli un piacevole tepore. Si stiracchiò, con movimenti lenti e ancora impastati per il sonno, sorridendo. Il sole sorgente, ancora basso nel cielo, spargeva ombre rosate per tutta la camera da letto, e, nonostante la porta fosse chiusa e l'estate fosse nel pieno del suo svolgimento, l'aria della stanza conservava una piacevole freschezza della quale la sera prima, sdraiato sul letto, in preda ai gemiti e ai baci colmi di una passione furiosa, non si era accorto, ma che adesso sfiorava la sua pelle con una delicatezza che aveva un che di impertinente, segnando la fine di quella splendida notte.
Prese un lembo della leggerissima coperta bianca con una mano, pigramente, e la tirò appena verso di sé, coprendosi quel tanto che bastava per non far sì che la sua pelle calda venisse a contatto con quel venticello insolitamente frizzante.
Che ore potevano essere?
Era l'alba, già, ma l'alba, lì, nel loro piccolo angolo di paradiso, sarebbe potuta accadere anche nel bel mezzo della notte.
Non aveva voglia di allungarsi per guardare la sveglia, così decise di scacciare quella domanda inutile. Rimaneva ancora un bel po' di tempo - ne era sicuro - prima che dovessero tornare a preoccuparsi delle ore, dei giorni e dei mesi. Questo gli bastava.Guardò fuori, quel poco che poteva vedere attraverso gli spazi tra le listarelle delle persiane: la luce brillante, il mare, ancora addormentato e tranquillo, la spiaggia bianca, che però a quell'ora sembrava fatta di argilla per effetto degli altri colori che la circondavano, proiettando ombre di luce scura su di essa.
Rivide le loro due figure sul bagnasciuga, a rincorrersi tra quelle piccole onde, stagliandosi sul cielo violaceo e trapuntato di stelle della sera, per poi ricongiungersi con il fiatone e baciarsi, due bicchieri di vino alla mano e i sorrisi stampati sui volti scottati e arrossati dal sole della mattinata precedente. Sorrise, ancora, mentre gli ultimi rimasugli di quello che era stato il giorno prima affioravano nella sua mente, inondati di giallo, blu e piacere.
Poi in un istante il suo sguardo tornò indietro, e mise a fuoco il legno delle persiane, colorato di un verde mela pallido ma luminoso, mentre un ricordo cominciava a scorrere, impresso a fuoco sotto le sue palpebre: le avevano verniciate lui e Gerard, pochissimi giorni dopo aver comprato la casa, in un weekend ventoso, quando la primavera doveva ancora nascere, ma cominciava già a perforare rispettivamente il cielo con qualche raggio di sole, e la terra con piccoli germogli bianchissimi.All'improvviso desiderò che si fossero addormentati per giorni e giorni, fino all'inizio dell'autunno. Provava una certa inspiegabile nostalgia per le foglie che cadevano, lievi, dalle tonalità marroni, gialle e rosse, provava nostalgia per quei caffè che scaldavano la gola - anche se, una volta assaporati, sapevano solamente di acqua - presi in qualche bar lungo la strada. Provava nostalgia per le sigarette tra le dita arrossate dal freddo, per la nebbia grigia che si alzava dalla terra stendendovi sopra un lugubre velo da sposa, e, perché no, anche per quei timidi baci rubati di nascosto, pallidi, opachi, risalenti ai primi giorni del loro amore.
Anche se non sarebbero più stati liberi di amarsi come erano lì - in mezzo al nulla, affacciati su una distesa infinita di acqua cristallina - la stagione di preparazione all'inverno era sì il periodo del New Jersey che preferiva, con tutti quegli alberi che a poco a poco si spogliavano, rivelandosi secchi e asciutti, le strade solitarie e le distese infinite di erba marroncina; ma era anche, cosa più importante, il momento in cui avevano cominciato ad amarsi. Un ricordo speciale, quasi etereo. Era stata un'emozione strana, bella. Nuova. Primitiva. Come immergersi in acqua fresca senza averci mai provato prima. Sensuale, frizzante. Tranquillo, rilassante. Un miscuglio di sensazioni che avevano lasciato a bocca aperta per lo stupore, e la pienezza che avevano offerto ai suoi sensi.