Attenti al Margarita

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Capitolo 2


Arriviamo al locale e Mel non la smette di dirmi quanto è emozionata. Ha sentito in giro che i proprietari sono fratelli e... francamente non capisco per quale motivo è così su di giri per questa notizia.

Aspettiamo Breen ed entriamo. É veramente molto bello e sicuramente esclusivo come posto, non vedo ragazzini minorenni o persone poco raccomandabili.

Lo spazio è molto grande, almeno non ci siederemo saremo uno sull'altro.

Chiedo a Mel come mai il suo fidanzato non è con noi e mi risponde che era stanco.

Evito di sbuffare e alzare gli occhi al cielo.

Quel ragazzo dovrebbe apprezzare di più la compagnia della mia amica, e baciare la terra su cui cammina.

La mia attenzione si sposta su Breen che mi fa un occhiolino e va dall'altra parte del locale. Avrà adocchiato qualcuno che conosce.

«Comunque amica mia, stasera sei una bomba» Mel mi sorride e io la ringrazio.

«Anche tu non sei da meno.»

Indossa un vestitino bianco con una stampa a motivi random di colori fluo, abbinato a delle décolleté rosa acceso.

Ordina un Moscow Mule e io la seguo con un Margarita.

La serata sta evolvendo piano, le persone continuano ad arrivare ed io, grazie al mio drink, sto sciogliendo la tensione che mi ha accompagnata per tutta la giornata.

Non so per quale motivo inizio a pensare ai miei genitori, quando ho appreso la decisione di mia madre me ne sono andata via subito.

Per quanto voglia bene ad entrambi, per me quella non è più la casa dove sono cresciuta e l'ambiente accogliente dove sono nata.

Non ci metto piede da qualche anno e si, non vedo i miei genitori da altrettanto tempo. Vederli significherebbe aprire una ferita non del tutto rimarginata. Mia madre mi manda messaggi ogni giorno e io qualche volta le rispondo. Mio padre invece, beh, lui è un bastardo e basta.

Sfioro con il polpastrello il bordo del bicchiere e sospiro. Mi maledico mentalmente, non posso lasciare che questi pensieri mi influenzino più di quanto non lo facciano già.

Ascolto Mel che mi racconta di quanto Zachari, lo zerbino alias fidanzato, le fa pressione per andare a vivere insieme. Eh certo, vorrei aggiungere, ha capito che se non si dà una mossa qualcun altro la porterà via da lui. Ma non lo dico, non ancora. É felice quando ne parla, e sono convinta che lo sia perché si sta convincendo che lui è l'uomo giusto per lei.

Rido insieme a lei per una battuta che mi dice e bevo un altro sorso dal mio bicchiere.

Ora che la musica mi piace di più, trascino Mel con me e la conduco nella mischia di persone che si agitano e sudano nella pista.

Io e lei siamo sempre state il duo perfetto. Se una combinava un casino, l'altra lo risolveva, se una aveva un'idea folle, l'altra l'assecondava. Quando mi avvicino a lei per iniziare a muovermi a ritmo di musica, lei mi asseconda e mi poggia una mano alla base della schiena. Lo facevamo spesso quando, da ragazzine, non volevamo essere disturbate da ragazzi seriali che volevano divertirsi. Sapevo che ballando in questo modo sensuale, sfacciato e immorale, potevamo dare l'impressione di essere una coppia. Stasera lo faccio perché voglio divertirmi con la mia amica, non mi interessa di ciò che pensano gli altri.

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