𝐲𝐞𝐭 𝐚𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐣𝐨𝐮𝐫𝐧𝐞𝐲.

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Adolescenza.

Dal vocabolario viene definita come l'ultima fase dell'età evolutiva, interposta tra la fanciullezza e l'età adulta, caratterizzata da una serie di modificazioni somatiche, neuro-endocrine e psichiche, che accompagnano e seguono l'età puberale. Ma più semplicemente definito come il periodo di ribellione, delle prime volte, della libertà. Periodo unico nel suo genere che dura cinque anni, milleottocentoventicinque giorni e settemiladuecento ore.

Pensare che la giovane donna, che in questo momento siede dietro un'ampia scrivania a parlare ininterrottamente al telefono, iniziò a 'vivere' (passatemi il termine), solo all'età di quindici anni e mezzo. La donna di cui stiamo parlando è una delle maggiori icone del periodo, Millie Bobby Brown. 42 anni compiuti il 2 ottobre di questo stesso anno. Attrice, icona di stile, comica, cantante per passione... insomma una donna quasi perfetta, si potrebbe definire. Ma lei odia definirsi così.

Nacque a Los Angeles nel 1977 in una camera d'albergo. Parto estremo che, nonostante le condizioni alquanto instabili della madre e il poco supporto ottenuto dal padre, andò a finire bene. Millie si è sempre definita una ragazza normale, ma il termine mi sembra il meno adatto a descriverla. Come ho già accennato, ha iniziato a vivere all'età di 15 anni. Più propriamente, ebbe la sua entrata in società a quell'età. Nascere da genitori famosi può essere un vanto quanto una sfortuna. Per Millie fu più la seconda. Nonostante le case lussuose, le cene fuori costanti, i vestiti di marca, a Millie mancava qualcosa. A lei mancavano gli amici, come mancavano ai fratelli che all'età di sedici anni lasciarono entrambi casa per trasferirsi in un college privato in Florida. Anche Millie voleva seguire le loro orme, ma beh, le cose hanno preso una piega diversa quando si trasferirono a Derry, una piccola cittadina nel Maine, tutt'altro che lussuosa.

Era il 4 settembre del 1992 quando Robert Brown ottenne un contratto irrinunciabile. Le figlie dei due coniugi, Millie e Ava Brown, erano abituate a trasferirsi sporadicamente. Era come un'abitudine e per loro non causava grandi problemi. Avevano insegnanti privati e studiavano a casa, non avevano amici, una troppo piccola, l'altra troppo chiusa. Passavano il loro tempo in casa, e le poche volte che uscivano era per andare a cena fuori con persone di alto rilievo o per vedere le prime dei film del padre.

Ma il nuovo contratto che aveva ottenuto papà Brown aveva un che di diverso rispetto agli altri. Era un contratto a lungo termine, due anni di permanenza per la produzione di ben sei film. Un affare per un regista. Un affare che nonostante gli inconvenienti che avrebbe gravato alle figlie era irrinunciabile.

Ne parlò a lungo con la moglie che tentò in vari modi di fargli cambiare idea, ma inutilmente. Quando Robert Brown prendeva una decisione niente e nessuno poteva fargli cambiare idea, un po' come Millie, che da come si può intuire, non è mai stanca di stupire. Ma senza proferir mai parola sul suo passato. È come se in qualche modo avesse rimosso o almeno volesse rimuovere tutto quello che è stato prima di questo suo periodo ricco di fama e successo. Millie non aveva mai amato gli impiccioni, ma i giornalisti lo erano, e data la sua riservatezza si erano create diverse ipotesi sul suo passato ma, per quanto sbagliate fossero, non le aveva mai ne smentite ne confermate.

Tornando a noi, il 6 settembre di quell'anno, papà Brown comunicò, a cena, la notizia. Era una sera di fine estate alquanto fredda e il suono del campanile suonava in lontananza quando Robert stupì le sue figlie con quelle parole "frequenterete una scuola". Bom. Silenzio. Le certezze delle due sorelle Brown caddero nel giro di pochi minuti. Fu una serata tesa, volarono parole pesanti, sopratutto tra padre e figlia maggiore.

"papà, mi ci vedi in una scuola? io? che a malapena riesco ad aprirmi con voi!"

"sarà un'opportunità per crescere e poi sono solo due anni"

𝒃𝒆𝒚𝒐𝒏𝒅 𝒕𝒉𝒆 𝒕𝒊𝒎𝒆.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora