Capitolo 7

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Nagisa's P.O.V.

Reggo in silenzio lo sguardo ambrato e beffardo di Karma. Aspetto una risposta.
Vorrei che mi parlasse, che tornassimo ad essere amici, o anche solo che smettesse di essere così distante. È forse chiedere troppo?
Il tempo congelato ci intrappola, nessuno di noi si muove, ed io non oso neanche respirare.
Lui è calmo come d'abitudine e questo mi fa agitare ancora di più. E' troppo strano ed innaturale; una persona qualsiasi ora dovrebbe essere nervosa o a disagio, mentre lui è imperturbabile. Proprio questo suo atteggiamento lo rende imprevedibile e fuori controllo, simile a un detonatore difettoso del quale non si sa l'ora d'esplosione.
L'aria è elettrica e carica di tensione.
Penetra la pelle e mi riempie di piccole scosse, cercando di rianimarmi per farmi fuggire da questa situazione pericolosa.
L'adrenalina fa battere il cuore ad una velocità folle e sudare le mani.
Sto camminando su una corda sospesa nel vuoto e Karma manovra abilmente il mio corpo tramite dei fili invisibili, nello stesso modo in cui farebbe un burattinaio. Decidere se lasciarmi arrivare alla fine di quella camminata mortale oppure cadere in balia delle tenebre spetta a lui e la mia volontà è puramente superflua.
Poi tutto esplode all'improvviso, viene lanciata una granata: gli occhi di Karma si trasformano in fiamme furiose e in un lampo mi ritrovo gettato a terra.
Sbatto la testa con un tonfo sordo ed un dolore acuto parte da essa, facendomi serrare i denti e chiudere gli occhi.
Quando poso nuovamente lo sguardo su Karma lo trovo troneggiante sopra di me, il respiro affannato, come se il fuoco dentro di lui gli stesse consumando l'ossigeno nei polmoni. Gli occhi, solitamente ambrati, ora sono di un colore più chiaro ed intenso, sul dorato. La mascella è serrata ed il corpo simile a quello di un predatore che sta per saltare al collo della preda.
Mi immobilizzo terrorizzato, senza riuscire a ragionare logicamente. C'è un qualcosa nel suo sguardo che mi inchioda al suolo, una specie di ipnosi sovrannaturale, e l'unica cosa a cui riesco a pensare è la paura che mi serra la bocca dello stomaco.

-Riesci a stare zitto?!- sbotta perdendo definitivamente la calma.

Non l'ho mai visto così fuori di sé... È terrificante.

-Karma...- continuo a ripetere il suo nome, ma anche se mi ascoltasse non saprei cosa dire.

Mostra i denti in un ringhio muto e mi tira un forte calcio su un fianco, facendomi rotolare riverso un paio di metri più in là, come se pesassi quanto una bambola di pezza.
Non ho neanche il tempo di realizzare di dovermi alzare che subito sento un altro calcio impattarmi sul fianco, seguito da un altro, un altro e poi un altro ancora!
Mugolo dal dolore e mi rimprovero mentalmente per non essere abbastanza forte da reagire; riesco solo a stare fermo e subire, con la vista offuscata ed i pensieri confusi da ciò che provo.
Non immaginavo potesse fare tanto male... Ed oltre al dolore fisico sento una stretta ferrea attorno al cuore, talmente intensa da bloccarmi il fiato in gola.
Fa due passi indietro e stavolta, invece che colpirmi, si limita ad osservarmi con un sorriso inquietante di pura gioia. Riprende fiato e si sposta una ciocca di capelli rossi dagli occhi, forse nell'inutile tentativo di ricomporsi.
Un tempo non avrebbe sollevato neanche un dito su di me, anzi, mi avrebbe difeso persino con le unghie se necessario... Karma, perché mi fai questo? Perché hai smesso di volermi bene? Perché hai dimenticato ciò che eravamo? La nostra amicizia era sempre stata una farsa? Un banale pretesto per poter picchiare dei ragazzini per puro sfogo personale?

-Ora continui a chiamarmi, eppure in questi cinque anni non l'hai mai fatto...- mormora con tono pacato e la sua calda voce penetra nella mia mente, interrompendo pensieri e ricordi di un lontano passato.

Rotolo sul fianco sano per guardarlo meglio in viso, ma trovo solo una maschera di apatia e disgusto. La stessa espressione che si riserverebbe per un insetto schifoso trovato in qualche angolo umido e dimenticato di casa.

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