Capitolo 40

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Rio's P.O.V.

-Nakamura! Devi aiutarmi!- 

Non faccio nemmeno in tempo a capire cosa sta succedendo che mi sento tirare per il braccio in un angolo in disparte della classe. 
Guardo confusa in giro, ma riconosco la persona solo una volta abbassato il capo: Nagisa. È totalmente in ansia e fa ampi gesti con le mani, balbettando cose incomprensibili. 
Le mie amiche mi guardano altrettanto confuse ed io faccio loro gesto di continuare la conversazione senza di me. 

-Allora, piccolo amico, che succede? Gay panic?- 

Lui diventa tutto rosso e gesticola ancora più energicamente. Scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi. 

-NON FA RIDERE!- esclama con voce acuta e strozzata. 

Cerco di ricompormi e faccio profondi respiri. 

-Ok, ok, sono serissima ora! Dimmi tutto- 

-E-Ecco... Ehm... A-Allora... Uhm...- 

-A parole tue- 

-AVEVI DETTO DI ESSERE SERIA!- 

-Lol- faccio spallucce, mentre lui mi guarda esasperato. 

-Va bene...- fa un respiro profondo e smette di tremare -Kaede mi ha detto di avere un'idea per far smettere le prese in g-giro... Avremmo dovuto farci una foto mentre ci b-baciavamo e farla girare...- 

Sgrano gli occhi e resto in silenzio. Si tortura le mani con le unghie e mordicchia le labbra. Non avevo notato quanto fosse preoccupato prima. 

-Ne hai parlato con Karma?- 

-C-Certo...!- 

-E lui?- 

-Ha... ha pensato lo volessi tradire e mi ha bloccato ovunque... N-Non vuole più vedermi...!- la voce gli trema e gli occhi si riempiono di lacrime. 

Senza pensarci due volte lo abbraccio e gli accarezzo la testolina per confortarlo. Mi viene istintivo voler difendere un esserino piccolo e sensibile come lui! Lo sento gracile e fragile fra le mie braccia, persino un colpo di vento potrebbe portarlo via. 

-Stai tranquillo, sai che a volte è un po' impulsivo e non pensa a cosa fa...- dico mentre lo lascio andare. 

Lui si passa il dorso della mano sugli occhi ed annuisce con poca convinzione. 

-Ci penso io a lui, ok? Come tu ci hai aiutato a fare pace, ora vi aiuterò io- sorrido e ammicco, iniziando subito a pianificare. 

-E se n-non ti desse ascolto...?- domanda con voce tremante per il pianto trattenuto. 

-Siamo amici, lo farà- affermo sicura. 

-Grazie... È un sollievo saperlo...- sospira con espressione un poco più serena. 

Il mio cervello elabora veloce le informazioni ricevute e mi si accende una lampadina. 
Ogni pezzo del puzzle trova il suo posto, dandomi la soluzione per il caso. 
Tutta questa storia sapeva di marcio fin dall'inizio ed ora so il perché! 
Il ragazzo fa per andarsene, ma io lo fermo. 

-Aspetta!- 

Mi guarda interrogativamente. Gli faccio cenno di avvicinarsi e lui obbedisce. Avvicino la bocca al suo orecchio, lasciandomi solleticare il viso dai suoi capelli, e osservo con circospezione tutti i coetanei che ci circondano. 

-Penso di aver capito cosa sia successo- sussurro. 

Lo sento sobbalzare e trattenere il fiato in trepida attesa. 

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