Parte II

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Guardi, lasci stare. Se già la testa mi faceva male per Mark, adesso era sul punto di esplodere per colpa sua. Lei è dottore, saprà certamente cos'è un mal di testa. La zona frontale mi pulsava, fino alle tempie. Dietro anche faceva male, come se una morsa mi stesse premendo sempre più sul cranio. Ha presente, no?
Però stranamente non era solo quello, c'erano delle vibrazioni. Come un formicolio che dalla testa scorreva verso le mani. Me lo ricordo come se fosse ieri eppure è già passato un anno. Vola il tempo, eh? Sicuramente lo sa meglio di me.
Sisi, adesso continuo. Dicevo: quelle urla non mi piacevano, per niente; ma questo già lo sa. Quelle vibrazioni si stavano facendo sentire sempre più intense. Adrenalina, forse? Non lo so, avevo tanta energia in corpo. Forse avrei persino potuto correre per ore e ore. Ma non potevo, perché Lisbeth non era contenta e me lo dimostrava nel peggior modo possibile. E nel peggior modo possibile mi dimostrava - urlando - che non mi amava. MIA MOGLIE NON MI AMAVA, CAPISCE?

Le chiedo scusa, ho perso il controllo, non volevo alzare la voce.
È che ancora penso a quel giorno. Mi guardo le mani e mi viene ancora voglia di... Respira Jonathan, respira.
No, non mi capita spesso. Però ho imparato che è un ottimo modo per mantenere l'autocontrollo.
Sisi, ci arriviamo. Perdo continuamente il filo. Come può immaginare, appena si scopre che la propria moglie non ti ama, non ti rispetta, ti crolla un mondo addosso. Le sue urla mi stavano uccidendo dentro. Mi ha dato del pazzo e non ha pensato a me, ma si è subito gettata a raccogliere il bambino. "È morto, che vuoi fare?". Non si curava di me e continuava a sputarmi dalla sua fetida bocca insulti e grida. Prima mio figlio, poi lei. Credo di aver fatto quello che tutti gli uomini sognano di fare. Solo che gli alri non hanno i coglioni per farlo.
Adesso non ricordo bene, ma credo che mi duolessero le nocche; il pugno, insomma. Con lei decisi che sarebbe stato meglio e forse più divertente in un altro modo. Mi sentivo quasi creativo. Però la rabbia mi ha ostacolato e l'unica cosa che pensai era di usare un coltello. Classica scena da film: non avevo neanche bisogno di cercarlo perché già l'avevo a portata di mano. Così ricordo, almeno.
Mi sto sforzando! Forse ci eravamo spostati, non ricordo. Ma so che il coltello era lì.
In quel momento, quando sentivo le sue interiora toccare le lame ebbi una visione.

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