Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum seueriorum
omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit breuis lux,
nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
[...](Catullo, Carme V)
Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci,
e le dicerie dei vecchi severi
consideriamole tutte di valore pari a un soldo.
I soli possono tramontare e risorgere;
noi, quando una buona volta finirà questa breve luce,
dobbiamo dormire un'unica notte eterna.
Dammi mille baci, poi cento,
poi ancora mille, poi di nuovo cento,
poi senza smettere altri mille, poi cento;
[...]Il muro che separa la vita dalla morte è invalicabile. Il mondo degli spiriti tocca il nostro, lo sfiora, ma ogni contatto è proibito, negato, vietato dalle leggi che regolano il cosmo. Eppure, quelle stesse norme, frutto di una giustizia che attraversava il tempo e lo spazio, avevano dato vita alle Gemme e reso possibile l'equilibrio mortifero creato dal Titano Folle, il cui nome Sigyn non riusciva nemmeno a pronunciare. Le sillabe che lo componevano sapevano di sale e si mescolavano al singhiozzo che soffocava nel cuscino per non svegliare nessuno. Loki era morto, se n'era andato per non tornare. Il suo sorriso beffardo e obliquo non esisteva più, così come era svanita la luce ironica e brillante che gli illuminava lo sguardo quasi trasparente, d'un colore a metà tra l'azzurro e il verde.
Un'ultima volta, mia signora, prima che parta, che fugga da questa terra.
Così le aveva mormorato all'orecchio l'ultima volta che erano stati insieme. Anche la sua voce arrochita era svanita, tramutandosi nel ricordo effimero che l'avrebbe abbandonata troppo presto.
Le labbra del dio degli inganni, sottili e perfide, avevano assaggiato le sue lentamente, gustandone la morbidezza; Sigyn era avvampata di fronte a quelle attenzioni sfacciate, rapaci, in cui divertimento e desiderio si mescolavano assieme.
Non aveva saputo resistergli, quella notte. Non c'era riuscita, né lo voleva. Gli aveva graffiato le spalle e, con dita nervose, si era messa a slacciare a una a una le fibbie che chiudevano la bella corazza di pelle intrecciata, perché lo aveva scelto e, forse, il suo era stato un errore fatale, ma non si sarebbe mai pentita di amarlo, né in questa vita né in un'altra. Era Loki, del resto. Che tra una risata e una battuta l'aveva corteggiata in maniera serrata dalla prima volta che l'aveva vista, perché non era facile farla ridere, ma quando ci riusciva ne rimaneva profondamente soddisfatto e le regalava quel suo ghigno sghembo, di lupo.
Con un mezzo sorriso divertito, aveva lasciato che Sigyn facesse scorrere le mani delicate sul suo petto ampio e largo, sul torace asciutto su cui spiccava la linea scolpita degli addominali, sui fianchi stretti. Era tornato a cercarla anche se solo per una notte, e lei desiderava stringerglisi contro ed essere sua, anche se solo per una notte, amore mio, anima mia.
Lei lo aveva chiamato così, perché era abbastanza coraggiosa da confessargli i propri sentimenti e non pretendeva che la lingua bugiarda del dio degli inganni le rispondesse con le medesime parole.
Contavano le occhiate brucianti che le lanciava quand'era certo che nessuno oltre lei lo vedesse, il modo rude eppure dolce con cui le cercava le labbra, la spogliava dei suoi vestiti, le carezze distratte solo all'apparenza che le concedeva dopo l'amore, quando, mentre erano abbracciati nel letto, le sfiorava i capelli e rimaneva in silenzio ad ascoltarla. Era l'unico che lo facesse davvero e allora lei poggiava la testa sul suo petto respirando il profumo virile della sua pelle e gli confidava progetti e studi e teorie. Loki le rispondeva serio, sfoggiando l'intelligenza puntuta e sagace che l'aveva reso il migliore stratega che Asgard avesse mai avuto, avallando ipotesi e ponendo domande argute; così trascorrevano ciò che restava della loro breve notte.
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Era solo un gioiello - Come un vizio assurdo
FanficLoki, spietato comandante al servizio di Thanos, è in cerca di ogni traccia o indizio che riconduca alle Gemme dell'Infinito. Nelle sue esplorazioni finirà per imbattersi in una scoperta capace di sollevare il velo su un ricordo soffocato da tempo...