CAPITOLO 15

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Capitolo 15

Ogni persona doveva avere un suo fiocco di neve in cui c'era una mappa interna della sua vita.
Orhan Pamuk

Il ticchettio che sentivo da appena cinque minuti mi aveva svegliato. Ero rimasto comunque a letto, con gli occhi ben chiusi e le coperte tirate fino alla testa per coprire il mio corpo stanco e afflitto.
Non volevo ricordare la notte precedente, quando in preda a chissà quale demone ero saltato addosso a Nena come se fossi un pazzo forsennato in astinenza.
Mi sentivo tremendamente in colpa, soprattutto perché continuavo ad immaginare l'espressione sul volto di Nena quando si sarebbe svegliata e non mi avrebbe trovato al suo fianco.
Stupido!
Ero davvero stato uno stupido. Lei mi stava accettando per quel che ero, con i miei angeli ed i miei demoni.
Ed io l'avevo ricompensata andando via da lei, come se non fosse degna della mia fiducia, come se fosse troppo stupida per capirmi.
Invece Nena mi capiva, anche fin troppo bene ed aveva la mia completa fiducia perché non avevo mai donato il mio cuore a nessuno. Quindi mi ero reso vulnerabile davanti a lei, facendole vedere anche la parte di me che non mostravo mai a nessuno.
Stupido!
Mi dissi per l'ennesima volta.
Perché cercavo sempre di farle del male anche quando non volevo?
Perché mi comportavo da stupido e non riuscivo a vivermi in pace questa storia?
Semplice: non sapevo cosa fare.
Non avevo mai avuto una fidanzata e onestamente non mi ero mai attaccato così tanto a qualcuno come a lei.
La cruda verità? Ero spaventato a morte.
Cazzo!
Mi tolsi di dosso la coperta e mi sedetti sul letto, tenendomi la testa tra le mani. Stavo impazzendo, soprattutto perché la pioggia continuava a battere sul vetro della finestra e quel rumore mi stava facendo innervosire.
Feci scorrere lentamente la testa verso la finestra e rimasi stupefatto.
Non era pioggia quella che mi aveva svegliato ma neve!
Stava nevicando!
Lanciai la coperta a terra e mi precipitai a guardare la neve da dietro il vetro.
L'anno scorso non ci avevo fatto molto caso, di solito non mi importava nulla del tempo. Se pioveva, se nevicava, se faceva bel tempo.
Per me ogni istante non aveva importanza.
Eppure oggi rimasi affascinato da quei fiocchi bianchi che continuavano a scendere incessantemente.
Avevo capito l'importanza di un fiocco, perché anch'io mi sentivo così. E Nena, be' lei, lei era la mia neve. Così bella, così dolce e così pura.
All'improvviso sorrisi, sorrisi così tanto da farmi male la bocca.
Volevo scendere giù sul vialetto di casa e giocare con essa come quando ero bambino. L'euforia prese il sopravvento e cercai furiosamente un maglione dal mio armadio e un paio di pantaloni. Misi le scarpe, afferrai le chiavi della macchina ed il cellulare per chiamare Nena e dirle che stavo andando a prenderla ma notai subito una notifica. Nena mi aveva mandato un messaggio e la mia felicità andò alle stelle o forse scese alle stalle? Ero felice che mi avesse pensato mandandomi quel sms ma ero allo stesso tempo turbato perché poteva anche esserci scritto che voleva mollare tutto, me compreso.
Deglutii il groppo in gola e con un tocco di coraggio, lessi quel sms.

Forse dovresti scendere, credo che ci sia un regalo per te. Spero apprezzerai xx

Un...regalo!
Un regalo per me!
Oh Nena.
Scesi le scale più in fretta che potei, volevo volare da lei se ne avessi avuto la possibilità.
Ma mi feci bastare le mie gambe, lunghe ed atletiche, per raggiungere subito il vialetto di casa mia.
Aprii la porta d'ingresso e tutto quello che vidi mi bastò per toccare il cielo con un dito.
Nena era lì.
Se ne stava ferma, in mezzo alla neve, con un cappotto pesante bianco, un cappello rosso di lana con sciarpa abbinata e delle scarpe imbottite per tenersi al calduccio.
Mi sorrise.
Cazzo, sembrava un angelo. Il mio angelo.
- Bonjour Monsieur. -
Il suo perfetto accento francese mi fece eccitare, soprattutto perché era quella bocca peccaminosa ma pura ad averlo sussurrato.
- Nena, oddio. -
Non riuscii più a trattenermi.
Le saltai addosso, non come la sera precedente, ma come un ragazzo che aveva bisogno di lei.
La tenni stretta tra le mie braccia, accarezzandole la schiena con una mano. Nonostante la stoffa spessa del cappotto, la sentii tremare. Il suo corpo rispondeva al mio, fremeva per la vicinanza con il mio e non perché ci fosse freddo e stessimo abbracciati in mezzo alla neve.
Il volto di Nena era schiacciato al mio petto ed io mi sentii in dovere di appoggiare il mio mento sulla sua testa perché era così che doveva essere.
Volevo proteggerla e prendermi cura di lei, un istinto che non avevo mai avuto con nessun'altra e soprattutto volevo farle tante coccole, in pubblico ed in privato, perché volevo farle capire che per me c'era solo lei.
Respirai un po' del suo ottimo odore, chiudendo gli occhi ed immaginando il momento in cui avrei potuto baciare ogni centimetro della sua pelle.
Volevo anche ringraziarla, per essere lì e per non essere scappata quando avrebbe dovuto.
- Grazie di essere qui, Nena. -
La mia mano raggiunse la sua nuca affinché potessi sfiorarle il collo e farla girare verso di me.
Lei mi guardò negli occhi ed abbozzò un sorriso sincero.
- Ho pensato che potessero farti piacere per colazione le delizie di Nan e quale giornata perfetta se non questa? - Nena indicò la neve intorno a noi e quella che cadeva su di noi. Le tolsi un fiocco di neve dalle ciglia lunghe e nero, per poi abbassarmi lentamente verso le sue labbra e fermarmi proprio prima di sfiorarle.
- Pensavo che fossi tu la mia colazione. - le sussurrai proprio prima di baciarla. Lei gemette a quel contatto poiché le nostre labbra erano fredde a causa del tempo poi chiuse gli occhi e si lasciò andare ai miei baci senza fine.
La ringraziai per essere lì.
La ringraziai per essere Nena.
La ringraziai per avermi concesso numerose possibilità.
La ringraziai per aver tollerato il mio comportamento ed averlo capito.
La ringraziai per avermi donato un'altra prima volta, un bacio dolce sotto la neve con la persona a cui tenevo maggiormente.
- Forse dovremmo entrare, sei congelata. - mugolai appena, quando ebbi preso una piccolissima pausa dalle sue labbra. Avevo freddo anch'io, ma quel bacio aveva acceso un fuoco dentro di me che stava ardendo forte ed incontrollato. Decisi di fermarmi, prima che fosse troppo tardi.
- Non credo proprio. -
Nena si alzò sulla punta dei piedi per darmi un bacio casto sulle labbra e poi si chinò a terra. Non ebbi neppure il tempo di capire che cosa stesse facendo perché mi arrivò una palla di neve in pieno viso.
Ehi!
- Così volevi confondermi con i tuoi baci per poi vendicarti? Bene! -
Le sorrisi spavaldo mentre raccoglievo anch'io della neve da terra.
Nena prese a correre da una direzione all'altra per non farsi prendere, ma io ero più alto, più possente e più forte di lei.
La presi alla sprovvista quando mi scaraventai sul suo corpo gettandola a terra. Ci raggomitolammo tra la neve ridendo come due forsennati, felici e grati di essere insieme a divertirci.
Non ricordavo neppure più un giorno della mia vita in cui avevo riso così tanto. Sarebbe stato uno dei ricordi più belli con Nena.
- Sei un idiota! -
Nena mi diede uno schiaffo sul petto mentre io ero ancora dominante sopra di lei.
- È stato divertente. -
Sorrisi strofinando il naso contro il suo, mentre lei si dimenava sotto di me. Pensieri perversi iniziarono a sgorgare dal mio cervello e mi bloccai di colpo, fissando Nena in tutta la sua bellezza.
Immaginai di caricarla in spalla e di portarla in camera mia, gettandola sul mio letto e avventandomi su di lei. Le avrei poi tolto tutti i vestiti, uno per uno, lentamente, gustandomi con gli occhi tutto il suo corpo minuscolo e caldo mentre con le mani sfioravo punti mai toccati prima.
La mia testa iniziò a vagare, a sentire i gemiti di Nena mentre con le dita mi facevo strada dentro di lei e la mia bocca succhiava un capezzolo turgido, a sentire le mie parti basse indurirsi sempre di più per quel contatto.
A quel punto chiusi gli occhi, appoggiando la mia fronte sulla sua.
- Stai bene, Jin? - mi chiese Nena, allarmata. Io annuii, tornando lentamente alla realtà, ma quanto avrei desiderato quel momento intimo con Nena. Era un chiodo fisso.
- Sto bene, ma devo assolutamente portarti dentro e concentrarmi su qualcos'altro prima che sia troppo tardi. -
- Troppo tardi per cosa? - Oh Nena.
- Credimi, non vorresti saperlo. -
- Invece voglio che tu sia sincero con me.- Quella sua testardaggine mi faceva eccitare ogni volta. Aprii gli occhi e mi spostai da sopra di lei al pavimento bianco fatto di neve. Era freddo e ghiacciato, ma il fuoco dentro di me era ancora vivo e ardente. Mi presi due secondi per respirare.
- Devo spiegarti tutto? -
A quel punto Nena capì, la protuberanza nei miei pantaloni era evidente.
- Oh, ehm, io non...scusa, io non volevo.- Le guance di Nena si tinsero di rosso, ma non potei fare a meno di non notare un sorrisetto malizioso sotto le sue labbra. Era divertita e soddisfatta al tempo stesso. - Insomma, non ti sono indifferente. - continuò ridendo.
- No che non lo sei, cazzo. È difficile controllarsi con te che sei l'eterna dannazione. -
- Senti chi sta parlando, il diavolo tentatore! -
Risi forte, ci stavamo battibeccando come una vera coppia.
- Credo che dovremmo entrare, Nena. - Mi feci serio, l'unica cosa che volevo era tenerla al sicuro da tutto.
- Bene, entriamo Mr.Kim, ma non finisce qui. Un giorno di questi riuscirò a toglierti tutti i vestiti di dosso. E ripeto, tutti! -
Mi punzecchiò ancora per un po', sculettandomi in faccia mentre raggiungeva l'ingresso. Non potei che godere di quel meraviglioso spettacolo, la mia piccola e dolce Nena stava diventando davvero maliziosamente perspicace.

18 RAGIONI PER NON AMARSI - BTS FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora