Vecchia Conoscenza

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Ero completamente paralizzato, era da così tanto tempo che non lo vedevo. Da così tanto tempo che ero felice.



Ha un aspetto raccapricciante: La pelle grigia e ossuta, che si prolunga sulle esili dita pendenti ai suoi fianchi. Ha dei sottili e lunghi capelli che arrivano al collo, i suoi denti sono innaturali, crescono in modo scoordinato e fuoriescono completamente dalla bocca. Le sue caratteristiche incorniciano dei vaganti occhi di un rosso sbiadito, piazzati sulla testa che nonostante sia china e retta da una schiena gobba tocca la parte superiore della porta.

Non riuscivo a muovermi dal letto, mi stava fissando nel silenzio, disturbato solo dal leggero ronzio che il mio computer ancora acceso emetteva.

Poi lo ruppe parlando, senza muovere le labbra.

"È da un po' che non ci vediamo, no?".

Il suono della sua voce non viene da lui, rimbomba nella mia testa, riempiendola e ammutolendo i miei altri pensieri. La cosa più terrificante è che la sua voce è identica alla mia.

Dopo tutto questo tempo ho risentito quell'odiosa sensazione nel petto che mi affanna il respiro e mi fa tremar le mani, ma sono riuscito a mantenere la calma e a pensare a cosa sia dovuto il suo ritorno, trattenendo le lacrime.

"Ero stanco di vederti e quindi sono cambiato, mi sono impegnato per aiutare in famiglia, mi sono impegnato ad aiutare gli altri e ho iniziato a prendermi cura di me stesso, a notare quel che faccio di buono e quel che c'è di buono nei miei dintorni, e ora sono felice. Quindi cosa ci fai qui? La tua presenza non ha alcun senso".

Non ho aperto bocca, ormai sapendo bene che riesce a sentirmi anche quando mi nascondo nei meandri della mia stessa mente.

"Io non me ne sono mai andato, ormai lo dovresti sapere bene, e lo sai, ma cerchi di ignorarlo. Di cosa sono costellati i tuoi momenti di gioia, se non della paura che termineranno? Di cosa è macchiato il tuo progresso, se non del terrore che stai avanzando sulla strada sbagliata? Di cosa è corrotta la felicità che ottieni aiutando gli altri, se non dalla consapevolezza che stai agendo solamente in cerca di una ricompensa?"

"Dimmi, da quanto tempo ti sei convinto di tutte le menzogne che mi hai elencato?"

Rimasi muto, congelato nel tempo, guardando negli occhi un demone che pensavo di aver bandito tempo fa. E poi, con un battito di palpebre, era svanito.

Il suono del mio respiro venne accompagnato dalla sensazione del mio stesso battito cardiaco, che andava aumentando come nel minuto di ansia che c'è appena prima di salire sul palco. Passai dieci minuti a far quel che ho fatto tutto questo tempo, ho pensato a tutti i modi che ho per affrontare i problemi che mi vengono posti davanti, ho pensato alla gente che mi ama, ho pensato a come nulla è eterno, e come anche questa paura se ne sarebbe andata.

Riuscii ad addormentarmi, per poi ricominciare una battaglia che pensavo di aver già vinto da zero.

È ormai da giorni che non lo vedo più, ma sento la sua presenza. Sento le sue dita accarezzarmi il cuore e farlo accelerare nei momenti peggiori, sento il respiro mancarmi e la mia mente offuscarsi. Nei momenti in cui vado più in ansia mi sembra di scorgerlo con la coda dell'occhio, per poi vederlo svanire non appena volto la testa.

Oggi mi è successa una cosa che detesto, una cosa che speravo di poter scordare per sempre.

Oggi mi sono spezzato.

È difficile capire il momento preciso in cui avviene, è come se per un secondo ogni suono venisse sostituito da un leggero fischio in entrambe le orecchie, seguito dalla sensazione delle lacrime che scendono il mio viso, e poi un'incombente sensazione di solitudine.È in questi momenti che lo rivedo chiaramente, sullo stipite della mia porta, a fissarmi senza emozione.

Ma non fa niente, so che eventualmente riuscirò a scacciarlo di nuovo.

Eventualmente riuscirò a scacciarlo di nuovo.



Eventualmente.

Eventualmente

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