Capitolo 2

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E sì. Mi era apparentemente passata. La cotta durata un'eternità sembrava finita, stavo andando avanti.
Dopo qualche mese il mio migliore amico rivelò il suo interesse nei miei confronti.
Fu come prendersi una porta in faccia.
Colui che assisteva a tutte le mie figuracce, i miei scleri, e i miei problemi psicologici era follemente innamorato di me, e io ero appena uscita da una storia mentale che credevo unilaterale.
Ma questo riguarda un'altra pezzo della mia vita... A noi basta sapere che questa relazione fu la prima e più importante, fino ad ora, storia d'amore che mi riguarda.
Lui ha avuto la potenza di farmi dimenticare quello che pensavo fosse l'amore della mia vita.
Premessa, fino ad ora sono stata sempre lasciata. A volte concordante, altre volte no.
Quando mi lasciò mi ritrovai distrutta e sfiduciosa nei confronti del mondo.
Dopo il mio "ragazzo storico" ho avuto altre due storie, una abbastanza importante e un'altra che mi ha semplicemente distrutta.
Tutto questo nel giro di due anni.
Ma anche queste sono storie che non ci riguardano.
Negli anni passati il ragazzotto impacciato e tontolone è cresciuto, si è alzato di 20 centimetri buoni, si può tranquillamente dire che è diventato un marcantonio con i controfiocchi.
Ha partecipato ad un Erasmus in Finlandia l'anno in cui io frequentavo la terza superiore e lui la quarta.
In quel periodo non ci parlavamo, non ci frequentavano oramai da tanto tempo, perciò io ero sempre più convinta del fatto che non provassimo più nulla.
Nel frattempo passò un altro anno.
Finita la mia terza relazione cercai un appiglio per andare avanti.
Dopo un mese dalla rottura con il mio ultimo "fidanzato" decisi di scrivere un messaggio a colui che, alla fine, non se n'era mai andato dal mio cuore.
Ma non lo sapevo ancora.
In quell'estate, nella quale ero fidanzata, era venuto in spiaggia in modo molto sovente. Riniziammo a parlare, scherzare e ridere. Ma era cambiato qualcosa. Io riuscivo a stare in sua presenza senza farmi problemi vari e inutili, perciò mi stavo convincendo sempre di più che era finalmente finita la mia infinita cotta.
Lui aveva finito la quinta scientifico da cinque mesi buoni oramai. Io, ragazza di quinta di un liceo delle scienze umane-LES, ero, e sono tutt'ora (non a caso frequento Giurisprudenza), una capra in matematica, così decisi di chiedergli una mano con degli esercizi sui limiti e si dimostrò ben disposto ad aiutarmi.
Mi venne a prendere in macchina, sotto casa e andò a parcheggiare il più lontano possibile dalla biblioteca del nostro paese.
Aveva portato con sé dei libri di finlandese, perché si, questa sottospecie di uomo è per metà finlandese e per metà italiano. Se li scarrozzò dietro perché, come ho detto prima, dopo aver fatto sei o otto mesi di Erasmus lassù al freddo, decise di andare a fare il militare.
Il militare in Finlandia.
Prendiamoci un secondo per comprendere il fascino che la divisa ha in tutte, o quasi, le menti femminili.
Sarebbe partito a gennaio, era fine ottobre.
Io non avevo strane intenzioni, se non passare del tempo con un amico, perché si, siamo ed eravamo amici, che mi potesse dare una mano con una materia a me ostica.
Io non avevo ancora capito che un pezzo di cuore apparterrà sempre a lui.
Siamo stati due ore in biblioteca, a studiacchiare qualcosa, ma principalmente parlammo, parlammo di tutto, aspettative future, esperienze passate, sensazioni presenti e ideali.
Ragazzi miei, parlate. Parlate. Che è una cosa così importante da far riavvicinare due cuori che per molto tempo si sono persi.
E continua a farli stare vicini nonostante le complicazioni.
Tutto riniziò così.
Con una ricerca di aiuto in matematica.
Con un "Ma tu sei pazzo!".
Con un "Ma come fanno a piacerti ste cose?!".
Con un passaggio in macchina.
Con un "Questo mi mancherà. Mi mancherà il rumore del mare quando sarò lassù. Mi mancherà passare del tempo così, ad ascoltarlo. Mi mancherai, sarai una delle poche persone che mi mancherà.".
Fu così che il mio cuore, piano piano, iniziò a capire.
A capire quello che aveva sempre saputo.
Che quello non sarebbe stato un addio.
Era semplicemente un arrivederci. Un "Arrivederci, mi mancherai. Ci mancheremo."
Lo sapevamo. Lo sappiamo.
Ci manchiamo.

Tutt'ora ci manchiamo. Perché tutt'ora? Lo capiremo con l'avanzare della storia.

Between us, seas and mountains. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora