Il mio nome è Marina e ho 17 anni. E anche se non si direbbe, questa sono io.
Questa ragazza dai disordinati lunghi capelli biondi, i vestite strappati, i lividi sulle ginocchia e la faccia divorata dalle occhiaie, sono io.
Ma una volta non ero così.
Amavo la mia vita.
Pagherei per tornare come al tempo.
Qualche stronzo stravagante mi ha rovinato la vita.
Ma non ero l'unica in queste condizioni.
Lo eravamo tutti, o almeno, noi sopravvissuti.3 anni prima
Erano le 7 del mattino.
La sveglia stava ancora suonando.
Era iniziata una nuova, noiosissima, giornata a Santa Clarita.
La mie giornate erano monotone, un po' come tutta la mia vita.
Tutti i giorni sognavo che accadesse qualcosa di diverso, qualcosa di eccitante che avrebbe potuto cambiare la noia che stavo provando ormai da sempre.
«Marina! Sono le 7, sei sveglia?» gridò mia madre dalla cucina.
Dove la trovava la voglia di urlare a quest'ora del mattino?
Scesi giù le scale e la raggiunsi, ed iniziai a prepararmi per la giornata.
Ormai erano le 8 esatte e mi trovavo davanti alla Canyon High School, la mia scuola. La mia odiosa scuola.
Non c'era faccia che non sopportassi vedere.
Le uniche persone con cui riuscivo a passare il tempo erano Harry e Melanie, ma ci vedevamo solo durante la ricreazione.
Per il resto, erano solo tanti ragazzini viziati e arroganti.
Una giungla di deficienti sempre più folta.
La giornata passò lentamente, più del solito, quando finalmente scoccarono le 2 e la campanella suonò.
Cominciai ad incamminarmi verso casa, quando una signora di mezza età mi si avvicinò zoppicando.
«Ha bisogno di aiuto?» dissi avvicinandomi, notando ad ogni passo che facevo i graffi sulle sue braccia e sulle sue gambe. Il viso della donna era sfregiato, coperto di sangue e graffi.
La pelle cadeva a pezzi, quasi come si stesse decomponendo, per non parlare del cattivo odore che emanava.
E, quando fu a pochi passi da me, mi si fiondò addosso cercando cercando di ferirmi.
In un batter d'occhio mi ritrovai con le spalle a terra e la signora sopra di me. Cercavo di tenerla ferma con tutte le forze che avevo, urlando e chiedendo aiuto a squarciagola quando all'improvviso scese bruscamente, quasi come se qualcuno le avesse tirato un calcio, mentre una mano tendeva verso di me aiutandomi ad alzarmi.
«FORZA! DOBBIAMO MUOVERCI!» disse lo sconosciuto afferrandomi il braccio e tirandomi su.
Cosa stava succedendo? Chi era quella donna? Cosa le era successo?
Lo seguì spaventata, o meglio, mi feci trascinare dentro una casa. Probabilmente la sua.
«C-cosa sta succedendo?Chi sei?» sussurrai con un filo di voce, ancora sconvolta per la scena vissuta poco prima.
Lo sconosciuto, senza aprire bocca accese la televisione.
Ogni canale dava la stessa notizia.
"Allerta rossa!
Questa NON è un esercitazione.
Questa è un allerta a livello mondiale.
Presto riceverete informazioni molto importanti.
Il presidente è morto.
Non uscite di casa.
Non fatevi prendere dal panico."
E poi, il buio più totale, seguito da un suono acuto che stava ad indicare la fine della trasmissione.
«I-io non capisco! Cosa sta succedendo?» chiesi guardando l'uomo in attesa, questa volta, di una risposta da parte sua, che però non arrivò.
«..cazzo..MI SENTI?!» mi alzai posandomi davanti all'uomo, aspettandomi qualche reazione da parte sua.
«Non lo so. Ti sembro un indovino?!» disse alzandosi anche lui e afferrandomi per le spalle.
Lo guardai, ancora più spaventata di quanto già non lo fossi.
Devo andare da mia madre. Devo assicurarmi che stia bene.
«Devo andarmene da qua» proferii con tono fermo avvicinandomi alla porta.
«Fa come ti pare, ma non aspettarti che io sia lì a salvarti quando avrai bisogno di me!» -esclamò l'uomo guardandomi- «Chissà dove potrà mai andare una ragazzina piccola come te. Quanti anni hai? 14? 15? Cosa pensi di fare là fuori da sola? Hai bisogno di me, sono la tua opportunità, e te ne vai? Sei così ingenua» continuò con tono arrogante ridacchiando soddisfatto.
«Vai al diavolo!» sussurrai aprendo la porta.
«James. Quando ti chiederanno chi è stato il tuo Salvatore, rispondi pure con "James"» disse poco prima che io uscissi da quella casa sbattendo la porta, più frustata che mai.
Tsk! Ma chi si crede di essere?
Iniziai a correre verso casa, pregando ogni secondo che mia madre stesse bene.
Arrivai a casa senza alcun problema, evitando chiunque si trovasse sulla mia strada.
Salii le scale correndo il più velocemente possibile chiamando il nome di mia madre. «Mamma? Mamma stai bene? Mamma?!» continuai fino a quando non la vidi.
Mi venne in contro piangendo, stringendomi in lungo abbraccio. Era visibilmente terrorizzata, decisamente più di me.-
In copertina: Marina
Yo, è una delle mie prime esperienze con Wattpad e la scrittura in generale.
Mi impegnerò nel fare meno errori ortografici possibili, ma nel caso me ne sfuggisse qualcuno, vi ringrazierei nel caso me lo faceste notare, così da migliorare continuamente la storia.
Buona lettura 👉🏻👈🏻
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Amavo la mia vita
HorrorAncora in revisione. Sappiate che è un genere horror/post-apocalittico. Vi sono presenti personaggi di ZNation. Nomi e fatti sono puramente casuali. I nomi dei personaggi di questa storia non saranno fedeli alla serie tv.