Finalmente sono riuscito a raggiungere gli Eroi che stavo cercando. Non è stato l'incontro che mi aspettavo, ma è stato meglio così.
Ero appena giunto ad uno spiazzo, uno stacco per riprendere fiato dai sentieri montagnosi che stavo percorrendo, quando mi trovo ad assistere ad una scena del tutto singolare: due giganti calano un uomo in quello che sembrava un accesso verticale ad una grotta, vi pongono una massiccia pietra sopra e si allontanano, tornando sui propri passi nella direzione da cui erano arrivati.
Sono rimasto a lungo a riflettere su quale potesse essere il senso di un gesto simile, d'altronde i giganti non sono soliti adottare queste misure nei confronti di chi non gli va a genio, quindi ci doveva essere un altro motivo. Ad ogni modo, potevano essere presenti pericoli sotto il suolo su cui camminavo, quindi la decisione finale è stata di intervenire, e ottenere più informazioni.
Non è stato facile però riuscire ad aprirmi un varco, ho dovuto richiamare a me energia da ogni fibra per incanalarla in un tremito di potenza sufficiente a scalfire appena una porzione di roccia, a malapena sufficiente per permettere il passaggio ad una persona.
Ero preoccupato che tutto quel trambusto avesse attirato l'attenzione di qualche gigante, ma non è stato così, perciò mi sono affacciato ad osservare l'interno della grotta e vi ho visto una scena tutt'altro che prevedibile: un camino di pietra si articolava nelle profondità del terreno per quelli che sembravano essere almeno venti metri, e in fondo ad esso, che guardavano in su, vi erano due figure dall'aria familiare che trasportavano il corpo inerte di un'altra figura altrettanto familiare.
La situazione è stata strana, io in alto dallo squarcio che chiedevo loro se necessitassero di un aiuto, e loro laggiù che parlottavano; uno dei due sembrava propenso a lasciare quel posto il prima possibile, l'altro temeva che io potessi essere un pericolo persino peggiore. Però la discussione si stava protraendo un po' troppo, e forzando un po' la mano sono riuscito ad ottenere una risposta affermativa.
Avevo appena finito di fissare la corda per permettere loro di arrampicarvisi, e li avrei aiutati a risalire se non fosse stato per una voce, una parola, che risuona nei miei pensieri: intrusi. Forse le cose sarebbero andate diversamente se non fosse stato per quella voce, e per la sua appartenenza ad un essere non morto, innaturale; però ormai l'avevo sentita, era lì, e quindi senza battere ciglio, ironia della sorte, sono stato io a scendere rapidamente dalla corda, invece che loro a salirvi.Riconosco Thurgil, l'aria esasperata, che senza neanche voltarsi indica alle sue spalle alla mia domanda di quale fosse la fonte della voce tenendo fra le braccia una svenuta Silver, e vedo in lontananza una tenue luce verdastra espandersi da quello che sembrava un minuscolo varco alla fine di un corridoio in salita, che si stringeva mano a mano che saliva.
Mi sporgo lungo la strettoia e lo vedo, un teschio fluttuante e completamente pervaso di fiamme, che mi punta.
Ingaggiamo uno scontro, nel quale si aggiungono i due nuovi compagni in aiuto. Forte della mia naturale resistenza alle fiamme riesco ad attutire l'impatto di molti dei colpi dell'avversario, e i miei alleati dimostrano una grande abilità in combattimento sfoggiando colpi ed attacchi precisi e potenti. Il teschio indietreggia sotto i nostri colpi e raggiungiamo un'apertura alla fine del cunicolo, pervasa da fumi e fiamme, nella quale dopo gli ultimi colpi il teschio esplode in mille pezzi.
Informati gli altri delle proprietà di questo non morto, ci troviamo d'accordo nel voler raccogliere i frammenti della creatura per rimuovere la maledizione che la anima e far sì che non ricompaia mai più. In pochi minuti raccolgo tutti i resti, individuandoli grazie ai poteri del mio Patrono, radunandoli nella zona più protetta dalle condizioni ambientali. A quel punto l'altro individuo, che ho riconosciuto solo dopo essere Rama, si allontana in direzione del luogo dove avevamo lasciato il corpo svenuto dell'aasimar e dove Thurgil si era rifugiato dopo essersi sentito male a causa della cappa che si era creata nella stanza. Ne riemerge con in mano una pergamena, la quale racchiude un incantesimo in grado di rimuovere la maggioranza delle maledizioni, e ne utilizza il potere per impedire a quell'aberrazione di presentarsi nuovamente.
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Phair Thamnon
FantasyStoria delle origini di un personaggio creato per una campagna di Dungeons and Dragons.