Capitolo 2: Nuova Estate, Nuova Vita

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L'inizio di quell'estate non fu di certo una delle migliori. Mi trovavo a dover ricominciare tutto da capo; nuovo gruppo, nuove persone da conoscere e soprattutto mi trovavo a dover di nuovo socializzare nonostante in realtà non ne avessi avuto così tanto piacere.
Tramite una mia compagna di classe mi fu possibile entrare in un nuovo gruppo, in un'altra parte della città, fatto a posta per evitare l'imbarazzo di doversi im battere con le altre persone del vecchio gruppo e soprattutto con lui: Giovanni.
Questo nuovo gruppo era composto da persone a mio punto di vista davvero particolari, quasi istrioniche. Persone con un modo particolare di vestirsi e con una fantastica capacità di farti divertire anche con poco.
Ci trovavamo spesso a fare feste a casa di ogni componente, e, passando il tempo capii anche che quella delusione stava finalmente per abbandonarmi.
Durante una di quelle feste, in una sera di puro divertimento successe per me l'inaspettato. Con le mie amiche amavamo ballare e divertirci a mai finire, non avevamo chissà quali altri vizi, e proprio quella sera stremata dopo un paio di ore di ballare mi buttai come un peso morto sull'unico divano lì presente.
<<Potresti farmi un pó di spazio? >> sentii in mezzo al caos della musica vicino a me.
Distratta da quella voce alzai lo sguardo, guardai quel ragazzo solo un paio di secondi e gli feci spazio buttando la testa sul bracciolo del divano.
<<Grazie! Del resto trovare un posto a sedere in questo appartamento è un terno al lotto, siamo 40 persone e ci saranno ad occhio e croce 5 sedie e questo divano>> mi disse lui sorridendomi.
Lo guardavo quasi con aria di sufficienza con la mia testa ancora abbandonata e con poca voglia di rispondere, il mio unico pensiero era ballare con le mie amiche e lui non l'avevo comunque mai visto in quel gruppo, quindi chissà chi era.
Dopo essermi ricaricata un pó ed essermi alzata mi avvicinai alle mie amiche, le quali silenziosamente avevano visto tutta la scena.
<<Perché non parli con quel ragazzo? Tu sei venuta da noi e lui continua a fissarti... Non te ne stai rendendo conto? >> disse una delle mie amiche ridendo.
<<Del resto è proprio difficile passare inosservata con questi vestiti oggi>> disse l'altra mia amica indicando il mio abbigliamento come se stesse facendo una televendita da quattro soldi.
A questo siparietto scoppiai a ridere pure io e prendendo per mano entrambe ci ributtammo in pista.
Improvvisamente mi sentii una voce nell'orecchio:<<Fa così caldo qui, ti andrebbe di prendere un pó d'aria fuori e nel mentre parliamo un pó? Sarò sincero con te, non ho fatto altro che fissarti tutta la sera e non me ne vado da qui finché non parli con me>>.
Era di nuovo lui. Certo che aveva un bel coraggio!
Accettai anche se non proprio con una grandissima voglia, quasi spinta dalle mie amiche che vedendo la scena continuavano a ridere ed indicarmi come due oche impazzite.
<<Sei venuta qui fuori solo per farmi contento? >> disse mettendosi una sigaretta in bocca.
<<No, più che altro sono venuta qui perché sennò le mie amiche mi avrebbero torturato>> dissi buttando uno sguardo a loro che nel mentre già parlavano con altre persone.
<<Allora... Nuova nel gruppo? >> disse offrendomi una sigaretta.
<<Si si questa forse è la quinta o sesta volta che esco con loro, mi chiamo Vittoria, tu? >> risposi, rifiutando la sigaretta e chiudendo il pacchetto che mi aveva offerto.
<<Hai proprio un bel nome! Io mi chiamo Giovanni, piacere mio>>.
E no! Certo che il destino mi odiava proprio, secondo ragazzo che conosco e si chiama di nuovo Giovanni, dimmi tu se non è sfortuna questa.
Quando sentii il suo nome mi girai ed andai via, presi sotto braccio le mie amiche e sussurrai <<Siamo davanti ad un altro Giovanni, io me ne vado>> e prima che loro potessero replicare in qualsiasi modo me ne andai.
Nei giorni successivi continuai a non vederlo nel gruppo, come avevo previsto era qualcuno di passaggio, continuai a pensare. Ma le mie previsioni erano delle più sbagliate, una settimana dopo lo trovai seduto al solito Bar che noi usavamo come punto d'incontro. Appena mi vide gli si stampó un sorriso enorme sul viso e cominciò a farmi segno di sedermi sulla sedia vicino alla sua, accettai, del resto dovevo pur sedermi da qualche parte.
Quel pomeriggio lo vidi quasi sotto una luce diversa, mi sembrava un ragazzo davvero affascinante e di grandi capacità anche se odiavo il suo nome, e vedendolo in quel modo mi fece piacere parlare con lui al punto che ci scambiamo i numeri di cellulare e da lì, come facile prevedere, cominciammo a sentirci sempre, oltre che ogni pomeriggio a vederci al solito Bar.
Più passavano i giorni e più lui mi piaceva e la cosa per la prima volta in vita mia sembrava ricambiata. Ogni giorno mi sentivo sempre più felice, sempre più speciale per qualcuno... L'amore romantico forse questa volta stava davvero bussando alla mia porta.
Dopo circa un mese di sentirci, vederci e ridere tanto mi chiese di metterci insieme e dissi di sì senza pensarci due volte, mi sentivo davvero felice e lui mi faceva sentire per la prima volta in vita mia speciale.
Eccomi a vivere la mia prima relazione, toccavo il cielo con un dito e trasudavo felicità da qualsiasi poro della mia pelle. Mi sentivo davvero trasportata in questa relazione sotto qualsiasi punto di vista e dopo 4 mesi che stavamo insieme presi la decisione più importante della mia vita: decisi di fare la mia prima volta con lui.
Una volta esposta a lui la mia idea organizzó, entro le sue possibilità, un pomeriggio fantastico. Si fece prestare un garage soppalcato da un amico e lì mise un materasso con delle lenzuola, accompagnato da un'atmosfera per quanto possibile romantica.
Non nascondo che all'inizio l'imbarazzo fu davvero tanto, ma poi appena mi mise a mio agio la fiamma della passione ci prese. Ero un misto strano, mi sentivo in quel momento vicino ad un battesimo di fuoco al mondo degli adulti e la cosa mi piaceva. Mi piacque il nostro sudore, i nostri corpi incrociarsi, il suo stare cauto a non farmi del male e tutte le sue attenzioni. In quel momento avevo davvero capito che voleva dire un Noi.
Vivere un'amore romantico mi aveva fatto dimenticare quella cotta dell'anno prima, adesso ad ogni nostro bacio avevo le farfalle allo stomaco e non mi dovevo nascondere chissà dove per dargli un bacio, finalmente ero libera.
Dopo tre mesi da quell'accaduto in me esplose il ghiaccio. Un giorno alzandomi dal letto e leggendo il suo buongiorno fui pervasa da un forte senso di nausea. Improvvisamente non avevo più voglia di sentirlo, mi sentivo davvero stanca di lui.
Una stanchezza di quelle di cui non si torna indietro, difficile da dire e per questo motivo continuare a fingere di essere carina con lui per altre due settimane.
Trovai il coraggio di lasciarlo un pomeriggio al solito Bar dove tutto era iniziato. Ci sedemmo in un tavolo poco lontano dagli altri, in disparte, ed ad un tratto dissi a lui che tra noi doveva finire, avvighiandomi alla prima scusa che mi venne in testa :<< I miei genitori sono fortemente contrari a questa relazione >> tutto contornato da un viso triste. A questa mia frase restò di ghiaccio, scoppiò a piangere ed andò via, sotto gli occhi increduli di tutti.
I suoi discorsi mi avevano fatto paura ed io forse non ero pronta a parlare di futuro a 15 anni.
Mi trovai a pensare che se quello era l'amore, era meglio stare da soli! E a testa alta, portai avanti la mia decisione nonostante per diverso tempo lui mi pregò di tornare insieme.
La mia prima relazione durò solo 7 mesi sufficienti a farmi venire la nausea dell'amore. L'amore romantico non faceva per me e quindi avanti al prossimo tipo di amore semmai questo sarebbe arrivato. Questo fu il mio motto all'ingresso dei miei 16 anni.

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