Capitolo 7: Perdersi per poi ritrovarsi

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La passionalità tra me e Antonio era diventata come una droga.
Non avevamo appuntamenti fissi, ci vedevamo solo quando io ne avevo voglia e decidevo io in tutto e per tutto cosa fare. Lui si fermava solo ad assecondare me e i miei desideri. "I desideri della ragazzina" come diceva lui.
Vivendo questo gioco con leggerezza non mi resi neanche conto che erano passati sei mesi così, ed una sera facendo una passeggiata al centro sentii proprio la necessità di parlare con lui.
<<Senti>> dissi allacciandomi una scarpa <<Io non so se tu vedi altre donne o meno, ma sono sei mesi che mi vedo esclusivamente con te senza essere in una relazione, forse è arrivato il tempo di allargare i miei orizzonti e cercare altri uomini>> accavallando le gambe come se stessi esponendo un progetto miliardario <<Sto molto bene con te, ma non voglio che tutto questo prenda un verso che io non voglio, tu che ne pensi?>> conclusi accendendomi una sigaretta.
Lui mi guardò perplesso, non sapeva se ridere pensando che io stessi scherzando o essere serio, ma Antonio era folle, folle quando me e disse << Beh,  a patti e condizioni che io resto il numero 1>> e prendendomi la faccia tra le sue mani disse <<Sarai più piccola di me, ma qui ho capito chi comanda>>.
In quel momento mi sentivo invincibile, stavo avendo una rivincita su quelle storie che mi avevano fatto così male e approfittando delle serate universitarie conobbi altri uomini.
Il primo di questa folle fase della mia vita fu Carlo. Un tipo di poche parole, quasi privo di grosse argomentazioni, ma dotato di grosso membro. Con lui iniziai a praticare il bondage e cominciai ad entrare sempre più in questo circolo vizioso, fatto di perversioni. Le coccole e carezze non erano più per me, io volevo dominare.
Su questa riga cominciai a cercare uomini disposti a questi giochi, giochi fatti da regole ben precise. Alcuni all'inizio che sembravano interessati poi al momento dell'atto si mettevano paura a vedere che fosse qualcosa di vero, altri partecipavano attivamente a questi giochi.  E per mio piacere personale di tanto in tanto continuavo a vedermi con Antonio, con lui mi sentivo libera di essere me stessa.
Per puro caso un giorno, in ascensore,  conobbi un vicino di casa, un certo Davide il quale mi colpí parecchio. Aveva una casa al settimo piano che affittava a studenti, ma in quel periodo sfitta poiché stava restrutturando, aveva 30 anni e di sicuro non passai inosservata, dato che due giorni dopo con la scusa di voler una bottiglia d'acqua mi venne a bussare e cominciò ad attaccare bottone. Davide non era bello, non era alto, ma trasudava un fascino tutto suo. Il suo odore era esobriante ed io avevo deciso che il mio prossimo "trofeo" doveva essere lui. Mi stavo trasformando in una maga Circe e non me stavo rendendo conto.
Il nostro corteggiarci andò avanti per diverso tempo e,arrivate le feste natalizie, Davide si presentò in casa con un profumo costoso e un mazzo di fiori più grande di lui era arrivato per me il momento di capire dove voleva arrivare.
<<Come mai questi regali?>> dissi mettendo i fiori in un vaso.
<<Ti volevo augurare delle buone feste e per l'occasione ho preparato sopra una buona cena. Posso invitarla Madame?>>.
Ecco era questo il fascino che mi colpiva di lui. Accettai volentieri e salimmo sopra. Durante la cena si raccontò tanto, stranamente però bypassava il capitolo relazione.
Hai forse qualcosa da nascondere mio galantuomo o qualcuna ti ha fatto soffrire?
Sorseggiavo il vino lentamente, mentre lui parlava, cercavo di capire quale fosse stato il momenti più propenso per attaccare e, una volta finito il secondo calice, facendo finta di essere ubriaca mi ci buttai tra le braccia. Bam, come immaginavo, incominciammo a baciarci per poi perderci in camera da letto.
Mi prese subito in un modo forte, tra il "ho voglia di te" e il "ho bisogno di sfogarmi " un mix pericoloso se non ben gestito.
Capendo le sue intenzioni lo bloccai, presi il foulard che avevo al collo e gli legai le mani. <<E no caro mio, mio gioco e mie le regole>> mentre gli versavo addosso del vino per poi leccarlo via. Ad ogni laccata lo sentivo ansimare dal piacere. Mi stavo divertendo con lui e lui questo non lo sapeva. Cominciai a fare tutti quei giochi di bondage soft che avevo imparato e ne rispondeva bene, anzi benissimo. Mi divertii a dominarlo per tutta la notte e quando lui stava per impazzire desiderando una penetrazione lo lasciai sul letto nudo e me ne andai del resto mio il gioco mie le regole.
Credo che proprio questo mio atteggiamento fece impazzire lui, il quale iniziò tra chiamate e regali ad essere sempre più pedante, però una cosa mi insospettí... ogni qual volta andava a trovare la sua famiglia nel suo paese di origine a me arrivavano solo i regali a casa, quando anche lui era in città arrivavano le sue chiamate insistenti.
Non mi farò prendere per il culo certo da te... tu mi nascondi qualcosa...
Ci misi 3 mesi, 3 mesi a farlo impazzire, a fare questi giochetti assurdi con lui mentre continuavo a fare del mio folle sesso con Antonio, 3 mesi di osservare ogni suo movimento, di godere di ogni sua colazione spedita in casa accompagnata sempre da un altro regalo, finché ecco lì... un giorno mentre scendo di corsa poiché dovevo andare a prendere il bus per andare a lezione, lo trovo mano nella mano con una ragazza riccia al bar. Mi soffermo a guardare lei, una bella ragazza mora, che lo guardava con gli occhi a cuoricino e rideva con lui, e lui che le stringeva la mano al tavolino, una mano che indossava una fedina...
Ecco, ti ho scoperto. Preparati adesso a farti molto male per aver giocato con me...
Quel giorno non ci sentimmo, mi sentivo particolarmente irritata da questa presa in giro e volevo che mi chiamasse lui. Due giorni dopo ricevo la chiamata che tanto aspettavo <<Buongiorno bellezza, che fine hai fatto?>> disse con voce squillante.
<<Niente, ho avuto troppo da fare>> dissi tagliando il discorso.
<<Ti va di vederci? Già mi manchi!>> disse lui con voce viscida.
<< Non lo so, perché non ti lasci fare una sorpresa da me per una volta? O hai paura che se ti faccio una sorpresa non hai il tempo di toglierti la fedina per giocare a fare il single?>> dissi con tono stizzito.
Dall'altra parte del telefono il gelo, cominciò a balbettare una serie di "ma, ma, ma, ma io" in un loop seguito da imbarazzanti pause.
<<Non mi devi cercare più, hai capito>> dissi urlando al cellulare <<Se non vuoi che dico tutto a lei, perché fidati, non lo avrò scoperto prima ma adesso se mi applico verrò a sapere come si chiama e la contatto su qualche social>>. 
A quelle mie ultime parole, impanicato ed impaurito staccò la chiamata.
Seduta sul letto, con ancora l'adrenalina in corpo, cercai di pensare chiaramente. Mi ero spinta un pó oltre, mi stavo perdendo...
Dove era quella ragazza che credeva nell'amore? Che aveva le farfalle nello stomaco al frequentarsi con qualcuno? Avevo toccato il limite, dovevo smetterla. Ero diventata vittima del mio stesso gioco, e per questo, mi posi come obiettivo dell'indomani di dover ritrovare la strada persa. Avevo collezionato troppe figurine per il mio album, forse andava pure bene così.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 11, 2023 ⏰

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