Arrivati alla quarta birra a testa, al secondo panino a testa e fattesi le 2 di notte, supplicai Antonio di tornare a casa, dato che alle 9 avevo appuntamento per un gruppo di studio.
Accettò, ma non molto volentieri, lo avevo percepito, del resto neanche io avrei voluto che quella serata finisse.
Arrivati sotto casa mia consegnai il casco a lui, così lentamente che neanche una lumaca sarebbe stata così lenta. Cercavo di prendere tempo, cercavo di capire, di capirmi. Lui mi piaceva, mi attraeva, dovevo solo capire se la cosa era ricambiata.
<<E allora...>> disse lui prendendosi del tempo e fissandomi le labbra.
<<E allora... io non ho sonno, ma ho fame. Che ne dici di farci due spaghetti sopra?>>
Accettò la mia richiesta, parcheggió la moto e andammo verso l'ascensore... giuro i 5 piani più lunghi di tutta la mia vita.
E adesso come la gestisco questa cosa? Faccio il primo passo? Lo bacio? ... ma in che cavolo di situazione mi sono andata a...
Non riuscì neanche a finire di pensare che arrivati al quinto piano, sul pianerottolo mi baciò.
Non riuscivo neanche ad aprire la porta di casa tanta era l'adrenalina. Dopo un pó di esitazione ci riuscì e piuttosto che andare verso la cucina, andammo direttamente verso la mia stanza.
Per la prima volta in vita mia mi stavo sentendo bella e desiderata. Mi accarezzava e mi teneva stretta a sé, mischiava momenti di estrema dolcezza, a momenti di aggressività e a me piaceva. Per la prima volta io potevo dare vita al mio più recondito io.
Non mi importa quando durerà, io me la vivo così.
Ci addormentammo abbracciati, sudati e nudi, ma alle 8.30 lo svegliai perché io dovevo andare e ancora con gli occhi mezzi chiusi lo accompagnai alla porta.
<<È stata una bella serata, grazie>> dissi mentre cercavo ancora di svegliarmi.
<<Grazie a te, teniamoci in contatto>> disse lui salendo in ascensore.
Cavolo, non ho neanche il suo numero di telefono, come ci teniamo in contatto?
La serata era andata così bene, che entrambi abbiamo dimenticato di scambiare i numeri, ma va bene così. Una bella serata e finisce lì, mi sta pure bene.
Come si può ben intendere, quel giorno di gruppo studio a me portò poco e niente ero con la testa decisamente altrove.
Arrivata il pomeriggio a casa mi buttai a letto ancora fantasticando. Cercavo di desistere a quel ricordo, ma non ne potevo fare a meno... dovevo trovare un modo per incontrarlo e non sapevo neanche quando sarebbe andato in parrucchieria.
La settimana iniziò con le lezioni e il mio pensiero lentamente si allontanò.
Sinceramente l'idea di non sentirmi così legata a qualcuno mi faceva stare bene. Non dovevo dare conto a nessuno, potevo uscire e rientrare quando volevo e potevo vestirmi come volevo.
In un baleno già era mercoledì ed io alle 17.00 uscendo dalla cittadella universitaria mi stavo per dirigere alla fermata dell'autobus quando ad un tratto una persona con un casco integrale mi taglia la strada.
<<Sapevo di trovarti qui >> disse tirando un sospiro di sollievo.
Sapevo bene dove voleva andare a parare e, tagliando la testa al toro, dato che sono una persona che dice sempre quello che pensa, dissi <<Senti, ti vuoi divertire di nuovo?>> inutile uscirmene con discorsi sull'uscire e romanticismo. Io volevo lui e poi ricominciare la mia vita di sempre. Adesso ero io a fare i giochi. Adesso stavo per dare il benvenuto alla mia nuova me.
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Tutti Gli Uomini Della Mia Vita
ChickLitCosa succede se scopri l'amore in adolescenza e di essa ne resti vittima per tutta la vita? Un viaggio alla scoperta dell'amore e di ogni forma ad esso connesso.