anemone

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tese le dita nodose nel tentare di sfiorarsi tramite riflessi costruiti, aguzzi e silenziosi, ma tutto ciò che incontrò i suoi sensi fu grigio.
la carne che indossava non la disegnava e non le apparteneva, come mai l'avesse davvero vissuta; una vischiosa bolla che aria non conosce, l'acqua nei polmoni e il respiro mozzo, il volto scavato che la spiava dal confine.
effimero ed eterno facevano braccio di ferro, cucivano linee instabili sulle quali sol poteva cercare un equilibrio tanto sottile in uno spazio troppo stretto per lei.
e soffocava.
come moriva e rinasceva ogni giorno,
una bella di notte.

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