Il primo incontro

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Mi svegliai al suono della tastiera dell’iPad di Ed. Lo trovai a digitare velocemente sospirando in continuazione.

- Hei!

- Buongiorno! -. Mi salutò con un bacio a fior di labbra.

- Perché hai il broncio?

- Ci sono dei problemi con il tour, forse dovremmo anticiparlo.

- Ah! Dai, prima partirai e prima tornerai da me.

- Si, ma molto probabilmente non potrò raggiungerti qui, a Torino-. Mi disse.

- Saremo entrambi impegnati, il tempo passerà velocemente, ma cercherò di venire ad almeno uno dei tuoi concerti appena gli X Games si saranno conclusi.

Ed accennò un sorriso ma notai che c’era rimasto davvero male.

- Allora… mostrami un po’ com’è fatto il “Dio dello snowboard”-.

Presi il suo iPad e caricai il video del primo CAB DOUBLE CORK 1440 di Iouri durante gli X Games del Duemilatredici. Ed osservò attentamente, la felicità dell’atleta dopo aver chiuso la sua RUN era contagiosa e mi fece sorridere a mia volta. La mia dolce metà però non era dello stesso avviso.

- Dovrei lasciarti tre mesi interi, tutta sola, con un biondo alto due metri? Ma stiamo scherzando? Guardalo! Non sembra nemmeno avere un tatuaggio. Non puoi fidarti di chi non ha tatuaggi-. Non capivo se stesse scherzando.

- Io non ne ho! - Lui scosse il capo.

- Tu sei una donna.

- E quale sarebbe la differenza?- Gli chiesi.

- L’uomo senza tatuaggi ha qualcosa da nascondere -. Pensai subito a Niall. Presi il cellulare e mandai un messaggio a Vanessa: “Cosa nasconde Niall? Ed pensa che un uomo senza tatuaggi ha qualcosa da nascondere”.

La risposta arrivò secca. “Il salame che ho comprato ieri. Non riesco a trovarlo da nessuna parte!”

Feci leggere il messaggio a Ed e chiudemmo il discorso ridendo a crepapelle. Forse mi sbagliavo, ma nelle sue parole notai una punta di gelosia.

Dopo esserci preparati uscimmo per fare un giro in città. Un buon caffè nel bar in centro, una capatina in un negozio di abbigliamento, e quando stavamo per fermarci nei pressi del Duomo, il mio cellulare iniziò a squillare. Un numero con prefisso italiano.

- Pronto?

- Signorina Delmo?

- Si?! Sono io, con chi parlo?

- La chiamo dalla segreteria degli X-Games, le passo il coordinatore degli eventi, le vorrebbe parlare.

- Bene. Grazie.

- Pronto? – Una voce maschile riprese la comunicazione.

- Buongiorno – Salutai cortesemente.

- Buongiorno a lei.

- Mi dica.

- Se non erro a lei è stata assegnata la gestione di Iouri Podladtchikov giusto?

- Si. Mi hanno informato alla firma del contratto.

- La chiamo per metterla al corrente che il signor Podladtchikov ci ha riferito che arriverà nei nostri uffici nel primo pomeriggio. Lei è in zona? Pensa di potersi unire a noi? Vorremmo organizzare un primo incontro informale per farvi conoscere.

- Certamente! Mi dica luogo e orario, sono ancora in città.

- Passi in ufficio alle tre, ci vedremo tutti là.

- Aspetti! Avrei una richiesta da farle.

- Se posso aiutarla, mi dica.

- Potrei portare una persona con me?

osservavo Ed seduto in un angolo e non volevo lasciarlo di nuovo da solo.

- Sì, non si preoccupi, è un incontro amichevole, solo per presentarle il signor Podladtchikov.

- D'accordo! Ci vediamo dopo.

Chiusi la chiamata e mi girai verso Ed.

- Mi hanno chiamato dagli uffici degli X Games, l'atleta con il quale lavorerò è in città. Hanno organizzato un incontro informale per presentarci, ho chiesto se potevo portare qualcuno e mi hanno detto di si. Ti va di venire?

- L'espressione di Ed passò da incredula, annoiata a soddisfatta, man mano che pronunciavo la frase.

- Certo che mi va!

Mi prese per mano. - A che ora dobbiamo esseri lì?

- Alle tre in ufficio. Pranziamo in quella zona, che dici? Così avremo tutto il tempo per fermarci in tranquillità, senza fare ritardo.

- Andiamo!

Mi trascinò via per prendere un autobus.

A pranzo mangiammo solo della carne con un contorno, presi un caffè e arrivammo a destinazione con qualche minuto di anticipo. L'assistente ci fece entrare nella stanza designata, non c'eravamo ancora seduti, quando la porta si aprì di nuovo. Un uomo di mezz'età, con i capelli brizzolati, entrò seguito del mio idolo.

- Buongiorno.

Iouri mi fissò per qualche secondo, poi mi sorrise. Un sorriso radioso. Gli porsi la mano per stringergliela, ma lui optò per un abbraccio.

- Piacere di conoscerti, sono Iouri-. Come se non conoscessi il suo nome…

- Piacere mio, Grace! – Il silenzio imbarazzante che seguì fu interrotto da un colpo di tosse.

- Io sono Ed. – Iouri si girò verso di lui e lo salutò. – Ciao.

L’uomo che accompagnava Iouri si rivolse verso di noi e ci fece una domanda.

- Lei è per caso Ed Sheeran? – Ed sembrò sorpreso e annuì. – Non vorrei sembrarle maleducato o invadente, ma mia figlia è una sua grande fan. Potreste farmi un autografo?

Il cantante chiese una penna e un pezzo di carta, ma lo anticipai. – Invece di un semplice autografo, guardi qui cosa ho in borsa. – Presi una copia del libro di Ed e un pennarello indelebile, e glieli passai. L’uomo, tutto soddisfatto, ci ringraziò, poi l’attenzione tornò sull’atleta.

- Mi hanno detto tante cose su di te, pratichi ancora snowboard? – Mi chiese.

- Si, ma non quanto vorrei, gli impegni si accavallano in continuazione e in Inghilterra al massimo posso andare con lo skateboard.

Ed ascoltò con attenzione la nostra conversazione, molte delle cose che dissi non le conosceva nemmeno lui.

Dopo aver chiacchierato ancora un po’, l’incontro si concluse. Scambiai i miei contatti telefonici con Iouri e mi avviai verso l’hotel con Ed.

Arrivati a destinazione Ed decise di farsi una doccia. Mentre l’acqua scorreva, mi arrivò un messaggio di testo da parte di Iouri: “E’ stato un piacere incontrarti. Ci vediamo tra due settimane. IPod”. Lasciai il messaggio aperto e il cellullare sul comodino per farlo vedere a Ed. Ero felicissima che il nostro primo incontro fosse andato alla grande.

Don't (Ed Sheeran)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora