🍃 첫 번째 행동🍃

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🥀Atto primo🥀

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🥀Atto primo🥀

Era una giornata normale,vuota come il suo cuore, Jungkook camminava per le vie di quel luogo che gli faceva da casa da ormai molti anni. La musica donava il ritmo ai suoi pensieri,e i suoi occhi erano fissi sulla strada che stava percorrendo; i negozi avevano le serrande chiuse e i pochi rimasti si affrettavano a chiudere,timorosi di quel luogo malfamato. Cheongnyangni 588 era il luogo dove tutte le prostitute si riunivano per racimolare qualche won, tutti a Seoul sapevano che "il quartiere rosso" era il luogo meno raccomandabile per i ragazzi, e i buon padri di famiglia. Era lì che tutto aveva avuto inizio; Jeon Seojun era l'uomo più temuto dell'intera Corea del Sud, aveva aziende di grande valore sparse in tutto il paese e l'hotel più lussuoso di Seoul. La sua rovina però era arrivata quando la moglie Jeon So-yon morì dando alla luce il loro primogenito, il piccolo Jungkook. Si era chiuso in se stesso iniziando a bere e a frequentare la 588. Jungkook aveva vissuto i suoi primi anni di vita nella spensieratezza di un bambino,giocando con macchinine,disegnando e andando a scuola; All'età di 8 anni però incominciò a capire. Ogni sera,quando Seojun tornava ubriaco, il piccolo si nascondeva per paura che il padre lo picchiasse, proprio come aveva fatto la prima volta,il giorno del suo ottavo compleanno. Era la sera del 31 Agosto quando il mostro tornò più ubriaco è arrabbiato del solito, mancavano poche ore al suo 12esimo compleanno,ma non c'era nessuno a proteggerlo. Jungkook si era nascosto nella sua cameretta, facendo silenzio, nella speranza che l'uomo non si accorgesse di lui. Aveva sperato troppo però. Seojun era entrato sbattendo la porta nella piccola stanza in cerca di suo figlio,il  suo giocattolo preferito; l'aveva preso di forza,con violenza e con voce roca aveva pronunciato la terribile frase che Jungkook si sarebbe portato nel cuore per sempre: "Stasera ti farò pentire di essere nato". E così fu. Per tutta la lunga notte l'aveva picchiato urlandogli contro parole taglienti come rasoi,e cosa peggiore, aveva utilizzato il suo esile corpo come sfogo,togliendogli la  cosa più preziosa al mondo e ferendolo nell'anima, oltre che nel corpo. Era scappato di casa quando il padre si era finalmente stancato di lui ed era  tornato nella propria camera come se niente  fosse mai accaduto. L'esile ragazzino,con le lacrime agli occhi, il corpo e il  cuore ormai distrutti, si era alzato tremolante da quel letto orai sporco di sangue e  macchie bianche,ricordi dell'evento di poco tempo prima, e aveva preso i suoi pochi vestiti e giocattoli per poi inserirli nella  vecchia borsa scolastica ormai sporca degli insulti scritti dai sui compagni di classe. Con passo felpato era riuscito a prendere i pochi spiccioli rimanenti dal portafoglio del padre e una sua logora giacca in finta pelle; si era avvicinato all'ingresso con il cuore pesante e si era messo le usurate scarpe da tennis regalatigli dalla nonna materna anni addietro,prima della sua morte. Era uscito da quella che era stata la sua casa per 12 anni e il suo personale inferno per quattro,vagando per le buie strade di Seoul fin quando,ormai troppo stanco e disperato, non si era accasciato sull'uscio di un negozio iniziando a piangere. 

Quella sera nessuno ebbe pietà di quel giovane ragazzo.

𝑷𝒓𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒕𝒆 // 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora