Quando la poesia era ancora un gioco, e mi divertivo a fare il poeta.

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Sonetto I

Strada strascicata da piedi lenti
Basso collo gravoso di ricordi
Respiro lento, stanco non lo senti:
Urli il tuo silenzio tutti son sordi.

Capelli mossi da brezza di venti
Che scompigliano i tuoi pensieri ingordi
Di vita, mentre lentamente tenti
Di controllarli, però poi demordi.

Andavo così, solo nell'oscuro
Di una notte ch'inghiotte l'esistenza
Di ombre che ormai non hanno più certezza.

Ma venne poi un fiato, sapor di brezza;
Arrivò chiaro, colmo di potenza
E il cammin non sembro più così duro. 

Sonetto II 

Comprendila tu, l'esistenza corta
Di una creatura che si lascia triste
A ua sorte che prepotente insiste
Senza aver bussato a nessuna porta.

Spiegami tu, la breve vita morta
Di un gennaio grigio che scorre scuro
Tra strade appassite e freddo su un muro
Che tanto ti toglie e non ti conforta.

E ancora vagare tra gente errante
Senza destinazione, e scopro infine
Che la mia vita è colma di pallore.

Con occhi neri, e rassegnatamente
Aspetterò silenzioso la fine
Che porterà lontano il mio dolore. 

Sonetto III

Ti vidi arrivare da quella porta
Come chiunque giunge senza avviso;
Ti osservai, e compresi d'improvviso
L'essenza di una vita non più smorta.

L'unica vista che il viver conforta 
Tu sei, pace non ho se dal tuo viso
Non colgo l'espressione d'un sorriso
Che spazza via questa natura morta 

Che colma il mio cuore come tempesta,
Scatenata dalla tua apparizione
Che provoca in me sì tanto tremore.

Allora pensarti l'animo desta
Il mio, che mai così dolce visione
Ha gradito tanto in così tante ore. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 05, 2014 ⏰

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