La prima volta che Keith tossisce piccoli fiori blu dalla sua bocca è un pomeriggio di metà novembre.
Il riscaldamento al castello era rotto, ed il freddo entrava fin dentro alle ossa.
Keith sfregò le mani fra di loro alla ricerca di calore, mentre osservava Pidge e Hunk avvolti in una pesante coperta -che lui si era rifiutato di prendere, perchè non ce n'erano abbastanza per tutti- battibeccare con Coran su quanto quella nave stesse cadendo a pezzi.
Shiro guardò Keith preoccupato, notando come si stesse stringendo nelle spalle.
"Sicuro di stare bene? Dovresti prenderne una anche tu." Gli fece notare, indicando l'altra coperta che in questo momento avvolgeva lui e la principessa, ma Keith scosse la testa."Sto bene. Le coperte non sono sufficienti per più di due persone e Lance è andato via chissà dove con la terza. Ma posso resistere un pò di freddo, davvero."
Shiro annuì, seppur poco convinto e prima che Keith potesse aggiungere altro venne interrotto dall'arrivo di una tazza fumante di cioccolata calda.
"Come sei diffidente." Gli fece Lance, porgendogliene una. "Non permetterò che ti riduca ad un giacciolo, mullet, anche se l'ipotesi sembra allettante. Mi sono allontanato per prepararvi queste." Fece, indicando il vassoio dal quale ognuno prese una tazza.
"Siamo sicuri che sia commestibile?" Chiese Keith, dubbioso e Lance alzò gli occhi al cielo.
"Non sarò un grande cuoco come Hunk, ma la cioccolata calda mi riesce sempre."
Keith annuì, prendendone un sorso e lasciando che il calore della cioccolata lo inondasse.
Qualche istante dopo, una coperta gli venne posata sulle spalle e Keith ringraziò mentalmente Shiro per il gesto, nonostante non avrebbe ammesso mai ad alta voce di averne bisogno.
Continuò a bere le sua cioccolata in silenzio finchè, con tutto il coraggio che aveva in corpo, non alzò il suo sguardo per incrociare quello di Lance.
"Grazie, Lance..."
Ma il castano non lo incrociò mai a sua volta ed anzi, non badò mai alle parole di Keith.
A malincuore, il corvino lo notò invece seduto al fianco della principessa, stretta nella stessa coperta del castano mentre rideva ad una qualche battuta che aveva fatto l'altro.
Fu allora che Keith tossì.
E sulla sua mano comparve un piccolo petalo blu. Un non ti scordar di me.
***
Per i primi giorni, Keith fece finta di non notare la grande quantita di petali blu che perdeva lungo il cammino.
Li raccoglieva con noncuranza, stando attento che nessuno dei suoi compagni di squadra li notasse e cercando in ogni modo di non pensare alle conseguenze che avrebbe portato quella situazione.
Al contrario, fece finta di nulla, crogiolandosi in quei sentimenti che sapeva, in alcun modo, sarebbero mai stati ricambiati.
Ma un giorno, mentre era occupato in un combattimento corpo a corpo con Lance, accadde l'inevitabile.
Improvvisamente, un macigno grande quanto una palla da bowling si posò contro la gola di Keith, bloccandone il respiro e facendolo iniziare a tossire convulsivamente.
Lance, al suo fianco, lo prese fra le braccia prima che il suo corpo colpisse il pavimento e, spaventato, iniziò a chiamare il nome di Keith.
Il corvino, dal suo canto, si accasciò su sè stesso e tossì e tossì petali su petali finchè non riuscì finalmente a respirare nuovamente e, con l'aiuto di Lance, a rimettersi in piedi.
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Non ti scordar di me ~Klance
FanfictionLa malattia di Hanahaki è una malattia immaginaria in cui la vittima tossisce petali di fiori quando soffre di amore non corrisposto. La malattia termina quando l'amato restituisce i propri sentimenti o quando la vittima muore. Può essere curata att...