"i am a mess"

543 35 15
                                    

(in questo capitolo scriverò solamente il racconto di y/n. Kiss~)

"Siamo arrivati,y/n" disse
"Sì sì arrivo" ti eri incantata a vedere un signore che chiedeva elemosina e aveva con sé un cartello su cui era scritto: "non so cosa faccia più male. Il fatto che io non abbia niente o il fatto che la gente venga qua solo per farmi foto e prendermi in giro. Ti prego,dammi un po' di soldi. Basta poco, solamente per farmi andare via da questo inferno" queste erano le parole del cartello
Non sai perché,ma riuscivi a capirlo,capivi che stava soffrendo e potevi anche capirlo come si sentiva in quel momento
Gli donasti poco,ma era tutto quello che avevi portato.
Tornando a noi,Jimin ti stava guardando, abbastanza sorpreso per l'azione che avevi appena fatto
"Wow...sei così comprensiva...non me lo sarei mai aspettato" disse
"Io sono quella che sono,Jimin" rispondesti mentre ti avvisati all'entrata senza nemmeno guardarlo in faccia
"So che c'è un parco nel luna park,che ne dici se andiamo lì?" dicesti
"Ok ok,basta che mi racconti!" rispose impazientemente
"Abbassa la cresta mio caro" pensasti
Dopo un po'
"Allora... mi racconti?" disse
"Sì,immagino di sì" rispondesti
(Preparatevi per la divina commedia) "Allora...tu sai già il mio nome. Bene,ora ti racconto un po'.
Sono nata in una famiglia modesta,ma c'è sempre stata molta freddezza nei nostri rapporti
Non conobbi mai mio padre perché appena nacqui scappò non so dove,non ne so né il nome né il cognome perché mia madre non me ne ha mai voluto parlare. Beh,cosa dire di mia madre...
Una testa di cazzo. Mi ha sempre picchiata,fin da quando ero piccola. Mi ha sempre sfruttata e in 20 anni non mi ha mai detto: "ti voglio bene" o "sono felice di averti come figlia" e robe simili. Non sono mai stata una persona sdolcinata,ma in fondo un po' di affetto non mi farebbe male. Gli anni passavano e mia mamma era sempre più fredda,quasi non esistevo. Certe volte guardavo la finestra e ci stavo davanti ore sperando che mio padre entrasse dalla porta e mi abbracciasse. Ma non arrivò mai. E più che speravo più che le mie speranze si sfuocavano sempre di più.
Quando andavo a casa delle mie poche amiche vedevo che i loro genitori li chiamavano "tesoro" o "amore". E faceva male,faceva molto male e spesso cambiavo argomento quando mi chiedevano dei miei. Ero abbattuta,non c'era nessuno che riusciva a confortarmi. Non avevo nessuno. Né una famiglia, né degli amici. Ero io che dovevo farmi forza da sola,e fidati, è un miracolo che io sia ancora qui. Quando avevo circa quasi 18 anni un gruppetto di troie mi circondò e mi disse tutte le cose che non volevo sentirmi dire. Mi diedero della troia,della puttana in cerca di attenzioni. Mi diedero gli aggettivi peggiori che si possano immaginare. Quando tornai a casa andai sul terrazzo e senza pensarci due volte mi ci buttai di sotto. Com'ero stupida all'epoca, pensavo che la morte fosse la soluzione. Una signora che passò da lì per fortuna,più o meno, chiamò un'ambulanza. Non ero in condizioni gravi,quindi riuscii a sopravvivere
Non so se fosse stato un bene o no
Rimasi in ospedale per qualche giorno e poi mi fecero uscire
Ero distrutta. Non avevo coraggio di mostrarmi in classe di nuovo
Ma poi,un giorno,mentre ero ovviamente da sola,una ragazza mi si avvicinò e mi aiutò a segnalare quelle stronze che mi avevano portato quasi al suicidio. Furono sospese. Fu la stessa ragazza a dirmi di venire qua,in Corea del Sud,a Seoul,perché ha detto che era la mia città ideale
All'inizio non le credetti ma due anni dopo riflettei a lungo su quelle parole, e boom,adesso sono qua,tutto grazie a lei. E oggi,la ragazza di cui ti ho parlato, è la mia migliore amica.
Questa,più o meno,sono io,forse adesso comprendi il perché non volevo raccontartela...vuoi sapere altro?"
"N-no..." Jimin si era girato dall'altra parte
"Jimin..Jimin girati" dicesti
Lui si girò.
Era in lacrime.
"Daiii! Ti ho fatto piangere! Scusami tantissimo non volevo!" Dicesti
Ma lui non smetteva
"Dai così mi fai piangere anche a me!" esclamasti
Lo abbraciasti,faceva troppa tenerezza. Rimaste in quella posizione per molto tempo. Era l'abbraccio più bello della tua vita,anche perché ne avevi ricevuti anche pochi
"M..mi dispiace tantissimo... è la storia più triste che abbia mai sentito" singhiozzò
"Ci tenevi tanto,quindi te l'ho detta" rispondesti sempre avvolta nell'abbraccio
"Senti,tra poco chiude il parco...che ne dici se torniamo?" Dicesti
"Hai ragione..." Rispose
Silenzio totale per tutto il tragitto,sia a piedi che in macchina,tranne quando arrivaste nel parcheggio dell'hotel
Era tutto buio.
"Senti...hai detto che avevi bisogno di affetto,vero?" Disse il moro
"Non è che l'ho detto è solo ch-" dicesti ma lui non ti fece finire la frase...

Perché ti bació.

(Continuerò nel capitolo successivo. Kisses~ ^^)

//𝚢𝚘𝚞'𝚛𝚎 𝚓𝚞𝚜𝚝 𝚊 𝚌𝚊𝚜𝚎//(Park Jimin x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora