LA PRIMA COSA BELLA

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Erano da soli al parco: lui seduto sulla panchina òei sdraiata appoggiata alle sue gambe che guardava il cielo notturno. - è gia notte- dice jane guardando il cielo - si sono le 11- disse Max guardandola. Era suo amico non era il primo momento di intimità che avevano avuto: si ricordava momenti in cui, nei 10 anni di amicizia, erano rimasti da soli in momenti poco appropriati: come per esempio in terza elementare  quando, durante un pigiama party, per colpa della tremenda paura del buio che la colpiva si era infilata nel suo letto accanto a lui tenendolo stretto stretto. Oppure al ballo di fine anno dove lui l'aveva accompagnata perché entrambi non avevano accompagnatore e avevano ballato insieme tutta la notte, molte volte erano stati insieme in quella posizione sotto qualche albero a leggere un libro o a parlare. Ma quella sera era diverso. Erano entrambi tristi. Entrambi non avevano voglia di parlare. - ho paura Max tanta paura.- -lo so l'avrei anche io se fossi al tuo posto. Non è cosa da tutti i giorni rimanere incinta di uno stronzo.- disse stringendo forte i pugni, sentendo la rabbia salire lungo il corpo dalla più profonda oscurità. - vorrei ammazzarlo quel tipo solo al pensiero che ti abbia messo le mani addosso….- Jane allora si alzò e si mise a sedere accanto a lui appoggiando la testa sulla sua spalla. Non aveva mai reagito così , le voleva bene ma non era mai stato così protettivo. Appena la testa toccò la sua spalla un brivido li percorse la schiena. Era da tempo che le nascondeva il suo amore, da quella sera in cui si era rifugiata nel suo letto. Era difficile resistere alla tentazione. Era da tempo che voleva fare sue quelle labbra, quel corpo desideroso di attenzione e protezione. Era da tempo che voleva diglielo ma non poteva, lui era fidanzato, poi la conosceva, sapeva che non l'avrebbe presa bene, che si sarebbero divisi, che non avrebbe più voluto vedero. - come farò adesso?- disse piangendo Jane. - stai tranquilla ti aiuterò io- disse abbracciandola. - forse è meglio che adesso vai a casa- ripetè poi distaccandosi da lei. - no! Non posso! Come potrò guardare in faccia mia madre, negli occhi mio padre dopo quello che mi ha fatto il suo amico- - e allora dove pensi di andare?- non ricevette alcuna risposta, vide solamente i suoi grandi occhi castani guardarlo. -e va bene vieni da me anche se non so dove metterti.- Jane reagì saltandoli addosso, baciandolo in ogni dove fuorché nel punto dove lui voleva. Era una ragazza comune nell'aspetto non era di certo bella il suo viso era comune e aveva i capelli castani. Era piuttosto robusta ma nonostante questo si era innamorato di lei per il suo carattere che aveva imparato a conoscere. Lui invece fin da bambino è sempre stato il classico vip, era biondo anche se quel giallo che li colorava i ricci con il tempo si era inscurito i suoi occhi blu marino erano bellissimi e intensi. Era alto, robusto e popolare. Nonostante questo erano sempre stati complici, erano stati loro due, i capi della classe e della scuola, lui il re lei la regina cje mano nella mano governavano la classe. Arrivarono a casa dove di nascosto si intrufolarono in camera, la sua casa era imensa più volte so ricordava di essersi persa , la sua stanza nel tempo non era cambiata era totalmente vetrata che dava sulla campagna. Era magnifico il modo in cui di notte si potevano guardare le stelle e di giorno si poteva essere svegliati dal primo raggio di sole. L'unica cosa che era cambiata era il letto che era diventato matrimoniale che sulla coperta non c'erano più disegnati gli astronauti ma vi erano cerchi incrociati che li dava un'aria da adulto. Sopra il letto c'è sempre la loro luna quella che avevano entrambi sopra i loro letti. Una lampada a forma di mezza luna che avevano sempre pensato che guardandola si poteva vedere l'altro. Sul comodino aveva ancora quella cagnolina peluchen  che li aveva regalato in I° elementare, la moglie del grande cagnoline pupazzo che lui le aveva regalato che ogni notte la proteggeva dal buio. - ho ancora il tuo sacco-a-pelo- -davvero non me lo hai mai detto- - hai ancora paura del buio?- disse Max guardandola divertito. - si - disse tirando fuori la lingua. -tornerai a dormire con me allora?- disse sfottendola. - solo in casi estremi- rispose sentendo la vergogna che iniziava a salire - d'altronde non ho "pupazzone" con me- e entrambi si misero a ridere. Distese allora il sacco a pelo dove le piaceva tanto, accanto alla finestra e andò a cambiarsi - vado a prendere un nuovo pigiama- disse lanciando all'improvviso la sua camicia e i suoi pantaloni alla ragazza. - tieni questi- Iniziò a svestirsi, prima si mise i pantaloni. Mentre abbottonava la camicia però lui entrò e la guardò finire di allacciarsela velocemente. Era bellissima, per lui. Dopo aver nascosto nella camicia il reggiseno di pizzo  si mise nel sacco a pelo. Max allora si mise a letto e spense la luce. Dopo pochi minuti che la aspettava con ansia sentì dei passi che percorrevano la stanza qualcuno che alzava la coperta e si sdraiava accanto a lui. - non dire niente è già abbastanza imbarazzante.- disse con un filo di voce. Le loro gambe si incrociarono e tutti e due si addormentarono. La mattina dopo lui si svegliò alla prima luce dell'alba e lei era ancora lì accanto a lui. Era meravigliosa. Sembrava una principessa bloccata nel sonno più profondo. La vide stringere gli occhi infastidita dalla luce del sole. Aprì un occhio poi anche l'altro e poi li richiusein contemporanea e si girò dall'altra parte. Non voleva essere osservata? O magari la infastidiva la luce del sole? Ma perché li stava ancora così vicino non era più buio? Perché lo abbraccia di continuo? Migliaia erano le domande che li frullavano in testa . Intanto lei non stava dormendo era semplicemente in dormiveglia e pensava. A cosa avrebbe fatto con il bambino, perché li batteva così forte il cuore a stare così vicino a Max? perché aveva voglia di starli ancora più vicina? Si girò e rigirò più volte avvicinandosi sempre di più alla sua faccia e alle sue labbra. " no! Non può far così" pensò Max " mi sto trattenendo ma è difficile. Adesso la bacio! No non puoi fermo" si disse avvicinandosi sempre di più alle sue labbra. Le diede una carezza che venne fermata dalla sua mano che si intrecciò alla sua. Lei si allungò e lo baciò. Erano tante le incertezze non sapeva perché reagiva così  ma sapeva per ceto che in quel momento aveva bisogno di lui. Improvvisamente si staccò da quelle bellissime labbra  e imbarazzata si girò dall'altra parte dicendo - scusa, non volevo. È stato più forte di me perdonami- - no perché? Non scusarti.- disse appoggiandole la mano sopra la spalla. - lo volevo anche io- disse finalmente - veramente? Quindi tu…..- disse incerta Max annuì dolcemente e poi aggiunse - è da quando è successo questa cosa in III elementare che mi piaci Jane. Però ho sempre temuto che mi avresti ripudiato- sentendosi subito dopo immensamente libero. - davvero! Io non so cosa mi sta succedendo. Mi sento strana. Mi verrebbe voglia di starti ancora più vicina di ….- non fece in tempo a finire la frase che Max gli tappò la bocca con un altro bacio. Jane approfondì il bacio con molto piacere per qualche minuto trasportata in un altro mondo da quel semplice bacio. Poi però si staccò lasciando Max dispiaciuto. - no. Tu sei fidanzato e io sono troppo problematica.- - sono incinta cosa credi che mi potrei divertire? che potrei uscire e venire a ballare con te? Sono ridicola solo questo- - non è vero Jane. Con Paola può finire tutto in questo momento. Io non voglio lei io voglio te! Lo capisci! Sono innamorato di te della tua personalità trasandata. Del tuo corpo del ghigno che fai quando ti arrabbi. Non mi importa se sei incinta. Non mi importa se non potrai uscire. Io voglio aiutarti. Voglio crescere con te- disse. Le vide gli occhi luccicare come stelle in cielo. Si avvicinò alla fragile ragazza e la baciò. Stavolta nessuno dei due si staccò. Rimasero uniti come per tutta la vita.

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